Il mondo dei frutti di mare è davvero vastissimo: tra cozze, vongole e gamberoni vediamo quali sono i più conosciuti e come sceglierli in base alle ricette.
La cucina italiana ha una lunga tradizione di piatti di mare, figli di una materia prima di eccellenza mondiale. Abbiamo vongole, gamberi, cozze, perfino le ostriche sempre bistrattate da noi: tutti frutti di mare tra i migliori del mercato globale. Ma cosa si intende esattamente con "frutti di mare"? Cerchiamo di conoscere i protagonisti di queste pietanze amatissime da Nord a Sud, tutti i segreti che si nascondono nelle pieghe delle conchiglie più belle del Mediterraneo.
In gastronomia con il termine "frutti di mare" parliamo di un gruppo di alimenti, tutti di origine animale, tutti invertebrati acquatici. Perché i frutti di mare si chiamano così? Questo è un altro punto in comune tra loro: i frutti di mare si chiamano così perché il loro metodo di cattura è più simile alla raccolta della frutta sulla terra ferma che ad una battuta di pesca vera e propria. I principali frutti di mare sono molluschi (solitamente a conchiglia), crostacei, echinoidi (come il riccio di mare) e escoralli (come il pomodoro di mare). Principalmente sono però molluschi e crostacei: i primi sono privi di uno scheletro, sia interno che esterno; i secondi hanno uno scheletro esterno ma non interno. Ci sono delle eccezioni, come le lumache di mare o le patelle : hanno un solo scheletro esterno, sono gasteropodi. Sulle nostre tavole però non andiamo così nello specifico: tecnicamente anche polpi, calamari e seppie sono "frutti di mare" (molluschi invertebrati con ventose, i cefalopodi) ma difficilmente nell'immaginario collettivo li inseriamo in questo "insieme". Spesso la biologia e la cucina seguono regole diverse. Vediamo quindi i frutti di mare più tipici della nostra tavola: non possiamo elencarli tutti perché restando solo nel mondo dei bivalvi tanto per fare un esempio (quindi cozze e vongole) esistono oltre 13.000 specie diverse.
Probabilmente il frutto di mare più venduto d'Italia: conchiglie triangolari, guscio nero, squisito frutto arancione all'interno. La preparazione delle cozze è molto semplice: pulisci il guscio, togli i filamenti e la barbetta e poi metti in padella per farle aprire. Si possono aprire anche a mano con l'ausilio di un coltello ma bisogna fare molta attenzione perché il guscio è sottile. È però importante imparare a sceglierle bene per acquistare le migliori varietà. Le ricette più comuni con le cozze sono all'impepata, nelle zuppe, ripiene o gratinate. Ricorda sempre di non mangiare le cozze che non si aprono in cottura: potrebbero essere avariate.
Come per le cozze, anche le vongole sono grandi protagoniste dei nostri piatti: immancabili gli spaghetti con le vongole o i sautè nelle località di mare. Una conchiglia dalla forma ovale e leggermente convessa, con delle striature sul guscio. Il guscio è di colore variabile, dal bianco al rosa al marrone, mentre la carne è bianca e tenera. In Italia ci sono davvero tantissime varietà di vongole e quindi la descrizione varia molto a seconda della zona in cui ci troviamo. Il sapore è delicato e gustoso, per questo sono perfette per la pasta. Importante comunque far spurgare le vongole prima di realizzare una qualsiasi ricetta. Altro consiglio è di assaggiare le vongole prima di condirle perché sono piuttosto salate.
Molti li mangiano addirittura da vivi e per questo sono uno dei frutti di mare più discussi delle nostre tavole. Si tratta di animaletti dal guscio allungato, a forma di tubicino, e dal corpo filiforme come quello di un verme. Vivono sotto la sabbia del mare ed è per questo che vanno puliti molto bene prima di mangiarli, potresti trovare dei granelli tra i denti. Se come a molti ti infastidisce mangiare un animale ancora vivo ti consigliamo di usare i cannolicchi nelle zuppe, ottimi anche grigliati e gratinati.
I meno attenti li confondono con le vongole e in effetti anche il sapore è simile ma la conchiglia rosso scuro dei fasolari non mente, così come quel pezzetto arancione scuro che c'è all'interno. Imprescindibili nelle zuppe di mare "perfette", buonissimi anche in semplicità, conditi con aglio e pomodoro, ottimi anche da gratinati, sono onnipresenti nei piatti di crudi, da consumare con olio e limone.
Si aprono solo con un coltello e bisogna fare molta attenzione alla temperatura: un ambiente troppo caldo, con la temperatura che può essere modificata anche dalle nostre mani, rende le capesante dure e gommose. Per lo stesso motivo, quando le cuoci, devi farlo per pochi secondi. È molto difficile maneggiare le capesante e capire come aprirle senza danneggiare il frutto al loro interno. Il sapore di questo animale è dolciastro e si presta benissimo a tanti piatti diversi: si possono preparare gratinate, fritte, ripiene, arrostite, o come parte di altri piatti più elaborati come ad esempio il risotto che è una vera delizia. Una ricetta più alternativa per le nostre latitudini sono le capesante al bacon: provale, non te ne pentirai.
Sono molluschi simili alle vongole ma le telline sono più piccole, ovali e lisce delle "cugine", hanno un sapore simile con un carne delicata ma leggermente più dolce. La dimensione in questo caso conta ma all'inverso: una buona tellina non deve superare i 3 centimetri di lunghezza. Principalmente usate per condire gli spaghetti, spesso arricchiscono il piatto delle vongole o di altri conghigliacei a causa delle dimensioni ridotte.
I bivalvi più pregiati e costosi del lotto. Le ostriche sono dei molluschi raffinatissimi, frutti di mare che sono solitamente riservati ai menu delle feste e delle ricorrenze speciali. Quasi tutti le usano come antipasti, da mangiare a crudo e senza condimento. In realtà sono ottime anche con limone e pepe o con un filo di ottimo olio extravergine d'oliva: degustare le ostriche è uno dei più grandi piaceri che ci possano essere. Si possono anche gratinare e friggere senza problemi ma c'è bisogno di molta manualità per non distruggere una materia prima così costosa.
Sulle nostre tavole spesso vengono associati ai "frutti di mare" in occasione dei plateau di crudi. I più comuni "frutti di mare" tra i crostacei sono le aragoste, gli astici, gli scampi, le canocchie, i gamberi e i granchi. Hanno tutti un carapace a protezione del corpo interno, carapace che diventa piuttosto spesso nelle specie di dimensioni più grandi. Hanno pochi grassi e tanto ferro e vitamina B. Sono anche ricchi di colesterolo e sodio quindi poco indicati a chi soffre di ipertensione e ipercolesterolemia.
Arrivati a questo punto è lecito farsi questa domanda: ma quali sono i migliori frutti di mare? Se vogliamo far colpo, cosa dobbiamo scegliere? Le risposte giuste a questa domanda sono in realtà due:
Molte persone preferiscono i crostacei, apprezzati dalla gastronomia sia per il sapore sia per le grandi proprietà benefiche. La maggior parte dei crostacei è migliore nei mesi di gennaio, febbraio, marzo, aprile, settembre, ottobre, novembre e dicembre. Nei mesi "senza R" invece comincia il loro periodo riproduttivo quindi perdono peso e consistenza. Se devi cucinare frutti di mare in inverno, sicuramente gamberi, mazzancolle e scampi sono ideali. Possiamo preparare questi crostacei bolliti, fritti, alla griglia, al vapore, in stufati, insalate, piatti di riso, zuppe, con la pasta o crudi se preferisci. Possono essere serviti sia caldi sia freddi: se di qualità sono sempre deliziosi:
Ci sono tantissime ricette diverse con cui sbizzarrirsi perché il mondo dei frutti di mare è davvero vastissimo. A prescindere da come preferisci mangiarli, usali nella tua alimentazione perché fanno molto bene al nostro corpo.