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21 Aprile 2023 16:00

Giornata mondiale della Terra: quanto inquina il cibo che mangiamo e cosa possiamo fare

Qual è l'impatto della produzione e del consumo di cibo sul pianeta e quali regole osservare per ridurre il proprio impatto personale: i nostri consigli per pesare meno sull'ambiente, a partire dalla cucina.

A cura di Francesca Fiore
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Il 22 aprile di ogni anno si celebra la Giornata mondiale della Terra, conosciuto anche come World Earth Day: una manifestazione attiva dal 1970, grazie alla mobilitazione di 20 milioni di cittadini americani che, spaventati dalla gigantesca fuoriuscita di petrolio da un pozzo della Union Oil a largo di Santa Barbara, si mobilitarono per chiedere più attenzione verso le questioni ambientali. Da quel lontano 1970 sono stati fatti decisi passi avanti, quantomeno a livello di coscienza collettiva, ma siamo ben lontani da trovare la soluzione per alleggerire l'impatto delle nostre attività sul pianeta. E, fra le attività più inquinanti, c'è proprio la produzione di cibo.

L'impatto della produzione di cibo sul pianeta

Quali sono i settori che inquinano di più? La classifica è ben conosciuta: si parte dall'industria energetica, seguita dal settore agrario e tessile. Quarto posto va al settore alimentare, il quarto il settore dei trasporti e infine edilizia e tecnologia. Di fatto, dunque, il cibo si spartisce la posizione numero 2 e la numero 4: perché la produzione alimentare è proprio il cuore del settore agrario.

L'agricoltura è tra le fonti di inquinamento più importanti al mondo: rappresenta una quota fra il 13 e il 18% delle emissioni totali di gas serra sul pianeta. Le emissioni agricole principali – metano e protossido di azoto – vengono essenzialmente dagli allevamenti, soprattutto da quelli gestiti con metodo intensivo.

Non solo, perché per far spazio a questo tipo di allevamenti si tagliano gli alberi, così da avere terreno per le colture da destinare all'alimentazione degli animali: in questo modo si creano enormi campi di monoculture di cereali, distruggendo la biodiversità naturale dei territori coinvolti e sottraendo risorse ai contadini. Il risultato è un elevato livello di emissioni: dalle produzioni e a causa del disboscamento, perché gli stessi alberi tagliati per fare spazio alle colture dei mangimi non contribuiranno ad assorbire le emissioni di Co2, in un circolo vizioso pressoché infinito.

All'industria agricola si affianca il quarto posto dell'industria alimentare, che comprende tutte le altre produzioni che non vengono specificatamente dall'agricoltura o dagli allevamenti, compreso il settore degli imballaggi per alimenti. Alcuni dei sotto settori della produzione alimentare, infatti, inquinano notevolmente: dalla pesca alla produzione di cioccolato e caffè, passando per i derivati del latte, per le uova e anche per i così detti cibi alternativi come seitan, quinoa e così via. Infine, dicevamo, il packaging:  ogni anno 150 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani e fra questi oggetti, molti sono gli imballaggi in plastica con cui si confezionano gli alimenti.

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Lo spreco di cibo in Italia

Ad aggiungersi ai drammatici dati precedenti c'è l'enorme spreco di cibo che ogni giorno pesa sul nostro pianeta, in termini di risorse buttate e di problemi di smaltimento ulteriori. L'Italia è un Paese che spreca molto cibo: secondo i dati della World Organization for International Relations il Bel Paese ha buttato, in senso letterale, ben 272 milioni tonnellate di cibo negli ultimi 20 anni. Nel 2022, anno di ripresa post pandemia, abbiamo buttato in pattumiera 75 grammi di cibo al giorno, più di 524 grammi settimanali. La classifica degli alimenti più sprecati vede in cima la frutta fresca, le insalate, verdure, aglio e cipolle.

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Cosa possiamo fare per contrastare l'inquinanento

Nel 2021 è stato lanciato un vero e proprio allarme sulla deforestazione della foresta pluviale amazzonica: fra agosto 2020 e luglio 2021, infatti, è stata distrutta una superficie pari a 13 mila chilometri quadrati, fra la deforestazione autorizzata e gli incendi. Si tratta del peggior dato negli ultimi 15 anni.

Visti i dati, l'atteggiamento più naturale è quello di scoraggiarsi: cosa possiamo fare come singoli, se l'impatto delle attività umane è così enorme? Possiamo fare molto, perché questa "enormità" è la somma dei comportamenti dei singoli, non solo in termini di atteggiamenti quotidiani, ma anche e soprattutto in termini di scelte di consumo.

Se anche tu vuoi contribuire a ridurre l'impatto ambientale dell'essere umano, ci sono molte cose che puoi fare durante la tua vita quotidiana: scelte che hanno un peso, soprattutto se da private diventano comunitarie.

1. Fai la spesa in modo consapevole

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Acquista se possibile da piccoli contadini o da supermercati che si riforniscono di prodotti locali. Acquista secondo la stagionalità, in piccole quantità, evitando di scartare i cibi "brutti": approfitta delle offerte in scadenza, ma senza esagerare. Prima di andare al supermercato fai una lista e non andarci mai a pancia vuota. Puoi accumulare i prodotti secchi (anche lì, guarda le date di scadenza!) ma non quelli freschi, che dovrai comprare un paio di volte alla settimana. Organizza, infine, frigo e dispensa secondo regole logiche, così da consumare prima gli alimenti più deperibili.

2. Organizza i tuoi pasti

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Evita gli sprechi riutilizzando tutte le parti commestibili degli alimenti, creando nuove ricette creative. Non far andare a male gli alimenti in frigo, ma cucina e congela in singole porzioni, possibilmente in contenitori riutilizzabili. In questo modo ne beneficeranno anche l'organizzazione quotidiana e il portafogli.

3. Cerca di sprecare meno risorse possibili

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Quando lavi qualcosa usa una bacinella per raccogliere l'acqua, oppure utilizza meno acqua corrente possibile: ricorda che molti alimenti non vanno lavati – è l'esempio dei funghi o delle uova – ma possono essere anche solo strofinati con un canovaccio pulito.

4. Usa bene gli elettrodomestici

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Evita di lavare a mano gli utensili il più possibile, ma utilizza la lavastoviglie, tenendo conto degli orari: ormai è assodato il dato che lavando i piatti a mano si sprechi molta più acqua. In generale, cerca di usare bene gli elettrodomestici, così che abbiano lunga vita e ricordati, quando viaggi, di staccare le prese o spegnere le ciabatte. Punta su elettrodomestici a basso consumo che siano innovativi: una spesa più alta al momento dell'acquisto potrebbe favorire le tue tasche in futuro e fare il bene del pianeta.

5. Attenzione al packaging

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Quando facciamo la spesa accumuliamo una grande quantità di imballaggi. Riutilizza tutti i contenitori che compri e se possibile orientati sullo sfuso. Conserva le sportine di stoffa e usa quelle per la spesa, evitando di comprare altri sacchetti di plastica.

6. Fai la differenziata con attenzione

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Organizza il tuo compost, dove finiranno quelle parti che proprio non puoi usare, e ricordati di differenziare bene i tuoi rifiuti, aggiornandoti sulle regole del tuo comune. Fai attenzione soprattutto a tutti quegli utensili e quegli strumenti che non devono essere conferiti nella differenziata ma portati alle isole ecologiche.

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Quello che i piatti non dicono
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