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25 Ottobre 2021 13:00

Spaghetti, penne rigate, fusilli: storia e ricette dei 3 formati più amati dagli italiani

Due formati di pasta corta e uno lungo: sono le tipologie di pasta più consumate dagli italiani. Gli spaghetti, sul gradino più alto del podio, sono seguiti da penne, rigorosamente rigate, e fusilli: ma quali sono le origini di questi formati? E quali condimenti o sughi li esaltano al meglio ? Ecco tutto quello che dovete sapere sulla triade più amata dagli italiani.

A cura di Redazione Cucina
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Spaghetti, penne rigate e fusilli: sono questi i 3 formati più amati dagli italiani, secondo uno studio di Unione italiana food. Su oltre 300 tipi di pasta secca disponibili, gli italiani dichiarano di amare soprattutto queste tre versioni, che forse si dimostrano più versatili e più inclini ad accogliere sughi e condimenti di vario tipo. Seguono, sotto il podio, rigatoni, farfalle, linguine, lumachine, bucatini, mezze maniche e lasagne. Qualche variazione al Sud, dove guadagnano posizioni anche formati come ziti, ditalini, orecchiette e pasta mista: del resto la pasta è così speciale, proprio perché sa accontentare tutti. Ecco allora tutto quello che dovete sapere sulla top 3 della pasta italiana: la storia, le curiosità e le ricette migliori per gli spaghetti, per le penne rigate e per i fusilli.

1. Spaghetti

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La pasta prodotta con semola di grano duro e acqua, a sezione rotonda, e di lungo formato: in una sola parola, spaghetti, probabilmente il formato di pasta più celebre al mondo. Le origini di questa tipologia, nata molti secoli prima della produzione di pasta secca nel mondo, sono antiche e incerte: si intrecciano nella cultura araba del IX secolo, per poi riemergere in documenti che rimandano alla Sicilia, alla Sardegna e alla Liguria, dal XIV al XVI secolo.

La prima nota ufficiale sull'esistenza di una tipologia del genere, è quella di Al-Idrisi, geografo di Ruggero II di Sicilia, che descrive Trabia, un paese a 30 km da Palermo, come una zona con molti mulini dove "si fabbricava una pasta a forma di fili modellata manualmente".  Questo formato prendeva ispirazione dal làganum degli antichi Romani e successivamente prenderà il nome di vermicelli prima e di spaghetti poi. Nel corso dei secoli, gli spaghetti, definiti Tria o Itriyya in Sicilia, fidelini in Liguria, fino ai maccheroni del Medioevo, hanno creato un vero e proprio settore, quando, i così detti "vermicelli", cioè coloro che producevano la pasta manualmente, inaugurano le “Arti dei vermicellari” in molte città italiane, dando vita a una tradizione associativa e produttiva che diventerà cruciale per il nostro Paese.

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Spaghetti alle alici

Ma il vero successo degli spaghetti arriva nel corso del XX secolo, grazie agli emigranti che portavano in valigia la pasta e la diffondevano in tutto il mondo. Non a caso, grazie a questi importanti flussi migratori, gli Stati Uniti diventarono prima il principale importatore di pasta italiana e poi uno dei più grandi produttori mondiali di questo alimento.

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spaghetti–alla–nerano

Se si parla di ricette gli spaghetti, si sa, chiamano un sugo di pomodoro: che sia fresco a pezzettoni, passata o fatto con i pomodorini, questa è decisamente la ricetta migliore per esaltare gli spaghetti, come sanno bene anche molti chef italiani. Certo è che gli spaghetti si prestano a tantissime ricette, creative o della tradizione: solo per citare alcune ricette fondamentali della cucina italiana, gli spaghetti alla Nerano o quelli amalfitani, entrambe di origine campana, gli spaghetti con la bottarga, usati in Sardegna e Sicilia, gli spaghetti con le arselle, tipici della tradizione toscana. E se volete preparare un piatto di spaghetti che unisca tutta l'Italia vi suggeriamo un bel piatto di spaghetti allo scoglio.

2. Penne rigate

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Sul formato migliore, rigato o liscio, si dividono anche le famiglie più unite: fatto sta che, secondo la ricerca di Unione italiana food, è proprio la versione rigata a fare breccia nel cuore della maggioranza degli italiani. Ad ogni modo, le penne, sono uno dei formati più usati nel Belpaese: create a Genova nel corso del XIX secolo, prendono il loro nome dai pennini delle penne stilografiche, di cui sembravano imitare la forma. È un caso più unico che raro perché, di questo formato, conosciamo anche l'anno di nascita: fu Giovanni Battista Capurro, un produttore di pasta di San Martino d'Albaro, a brevettare una macchina da taglio diagonale per realizzare le penne, nel 1865.

Si tratta di una pasta considerata molto versatile grazie alla sua forma, perché il centro vuoto permette di trattenere il sugo all'interno: la rigatura, secondo molti (ma non secondo i più grandi cuochi italiani!) permetterebbe di trattenere ancora di più il condimento della pasta. Quello che molti non sanno è che in Italia non esistono solo le penne lisce o rigate (con il conseguente formato delle mezze penne), ma anche i pennoni, ovvero delle penne in formato decisamente più grande.

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Come cucinare le penne? Senza dubbio l'arrabbiata, ricetta di origine laziale, è una delle ricette più celebri con questo formato, ma non l'unica. Da provare per esempio le penne alla norcina, ricetta tipica del Centro Italia dove svetta la salsiccia di Norcia, la pasta alla Norma, tipica ricetta catanese arricchita con ricotta salata, ma anche un classico piatto di penne al pomodoro, magari nella variante con olive, non delude mai. Qualche classico ormai in disuso? Le pennette alla vodka, vero simbolo della cucina degli anni ’80.

3. Fusilli

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Siamo abituati a vedere i classici fusilli secchi iper regolari, ma quello che molti non sanno è che in Italia esistono tante versioni di fusilli. Questa pasta arricciata, infatti, è tipica del Sud, dove se ne realizzano molte varianti, anche fresche: i fusilli di Felitto, quelli avellinesi, solo per citare due prodotti campani, senza dimenticare il più famoso, il fusillo di Gragnano; i fusilli calabresi, prodotti in mille modi diversi, quelli molisani e le busiate trapanesi; ma anche nel Nord Italia abbiamo degli esempi, come i celebri macaron del frèt delle Langhe.

Per quanto riguarda il fusillo "classico", ovvero il formato di pasta secca che siamo tutti abituati a mangiare, anche in questo caso esiste una data specifica che segna la sua nascita: è il 1924 quando due emigranti italiani a New York, Guido e Aurelio Tanzi, costruiscono la fusilla, la macchina per produrli in maniera impeccabile, dopo una serie di fallimenti della neo nascente industria della pasta. Mentre per la ricetta "originale", le origini sono incerte: ma anche in questo caso gli storici propendono per l’ipotesi araba.

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Tantissime le ricette con i fusilli diffuse sul territorio italiano, come ad esempio i fusilli alla cilentana, conditi con sugo e cacioricotta, o quelli al pesto genovese, ma i fusilli sono un formato che si presta bene anche a essere usato in piatti creativi e gustosi, come nella ricetta dei fusilli con tonno e carciofi, quella dei fusilli alla zucca, oppure quelli con crema di melanzane.

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Quello che i piatti non dicono
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