Alcuni ortaggi hanno un aspetto molto simile, tanto che risulta difficile distinguerli. È il caso del cavolo verza e del cavolo cappuccio, due verdure che all’apparenza quasi uguali, ma che in realtà presentano alcune differenze fondamentali tramite cui ti sarà impossibile confonderle ancora.
È molto facile confondere cavolo cappuccio e cavolo verza: entrambe infatti sono due varianti della stessa tipologia di cavolo, precisamente la famiglia scientificamente nota come delle Crucifere, nello specifico appartenenti alla specie delle Brassicaceae. Entrambe protagoniste di tantissime ricette autunnali e invernali, sono anche degli ottimi alleati per l’organismo, con proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e come rinforzo del sistema immunitario.
Nonostante le molte similitudini, però, i due ortaggi presentano anche tante differenze, dalla forma delle foglie, al colore, ai modi di essere consumati: ecco a cosa devi prestare attenzione per imparare a distinguere le due varietà di cavolo.
Il primissimo aspetto da conoscere per imparare a distinguere cavolo verza e cavolo cappuccio è il loro aspetto: se li guardi con maggiore attenzione, infatti, noterai che hanno una forma leggermente diversa. Mentre il cavolo cappuccio sembra una palla molto liscia e compatta, la verza ha comunque un aspetto tondo ma è meno compatta e più bitorzoluta.
Il trucco per imparare davvero a distinguere le due varietà, però, riguarda l’osservazione delle foglie: quelle del cavolo cappuccio sono lisce e lucide, con una grande nervatura centrale e tante nervature più piccole e sottili. La verza, invece, presenta foglie grinzose e increspate, nervature molto prominenti e una spessa e dura costa centrale.
Anche il colore ti può essere molto utile per distinguere i due ortaggi: la verza, infatti, è sempre di colore verde, più chiaro o più scuro, o al massimo presenta sfumature giallognole, mentre il cavolo cappuccio esiste nel classico colore verde, ma anche di colore rosso, bianco e viola.
Benché diverso dal cavolo cappuccio e dal cavolo verza per forma e colore, il cavolo nero può essere considerato una sorta di “cugino” di entrambi: appartiene anch’esso infatti alla famiglia delle Crucifere del genere Brassicaceae. La differenza fondamentale, oltre al colore molto scuro che ricorda appunto il nero, è che questo cavolo non ha una testa centrale ma cresce in lunghe foglie croccanti e arricciate. È una varietà molto preziosa per stomaco e intestino e spesso viene chiamato anche “cavolo toscano”: proprio la Toscana, infatti, lo ha saputo valorizzare al meglio con ricette come iconiche come la ribollita, la farinata e la zuppa di cavolo nero.
Dal punto di vista dei benefici per l’organismo, cavolo verza e cavolo cappuccio sono molto simili: entrambi, infatti, sono importantissimi per la salute, hanno proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e antitumorali, abbassano la pressione, rinforzano il sistema immunitario e proteggono il cuore.
Le differenze più che altro sono dal punto di vista delle vitamine: mentre il cavolo cappuccio è dicco di vitamina C, la verza abbonda anche di vitamina A, di vitamina B9 e di vitamina K, oltre ad avere un’alta concentrazione di sali minerali.
La verza è anche un’eccellente drenante e detox, perché composta principalmente di acqua, mentre il cavolo cappuccio in varietà viola è, come tutti i frutti e gli ortaggi di colore viola, un grande alleato nella lotta contro i radicali liberi e l'invecchiamento cellulare.
L’altra grande differenza tra il cavolo verza e il cavolo cappuccio è il modo in cui possono essere impiegati in cucina: in linea generale, la verza viene sempre cucinata mentre il cavolo cappuccio è ottimo anche a crudo. Entrambe le tipologie di cavolo si prestano poi a essere ingredienti delle ricette più varie, dalle tradizionali a quelle più creative.
Con la verza, per esempio, puoi cucinare consigliamo il flan di verza e formaggio, ottimo sia freddo che appena sfornato, i classici involtini di verza e salsiccia o la gustosa vellutata di verza e patate, o ancora delle gustose lasagne vegetariane a base di verza. Ma esistono tantissime altre ricette per valorizzarla, dai primi piatti agli sformati.
Anche il cavolo cappuccio si presta a tanti tipi di preparazioni diverse. È molto usato nelle gastronomie del Nord Europa dove viene fatto fermentare e reso così più digeribile: parliamo dei celebri crauti, sia inversione classica (alla tedesca) sia in nella variante tirolese. Oltre che a crudo, in insalata o tagliato in listarelle sottilissime e condito con la panna acida, come si fa nella ricetta della coleslaw, ma è molto gustoso anche cotto come ingrediente di tante ricette sfiziose.