L’arrivo della primavera vuol dire il ritorno di alcuni dei frutti più squisiti di tutti: le ciliegie. Attenzione però a non confonderle con altri due frutti appartenenti alla stessa famiglia, le visciole e le amarene. Anche se spesso vengono confuse sono tre alimenti molto diversi soprattutto a livello di gusto, molto dolce nel caso delle ciliegie e molto aspro in quello delle amarene, con le visciole che sono una via di mezzo tra le due.
Arriva la primavera e tornano anche loro, le ciliegie, uno dei frutti più gustosi di tutti con il loro sapore dolcissimo e la consistenza croccante, squisite da mangiare come snack o da usare in decine di ricette dolci ma anche in tantissime preparazioni salate. Siamo sicuri però che, almeno una volta, è capitato anche a te di confonderle con altri due frutti molto simili: le visciole e le amarene. In realtà sono frutti di diverse piante (anche se appartenenti alla stessa famiglia), tre prodotti ben diversi che, pur assomigliandosi dal punto di vista dell’aspetto, presentano una serie di differenze a partire dal sapore, molto dolce nel caso delle ciliegie, dolce con retrogusto acidulo per le visciole e piuttosto aspro per le amarene. Come fare per distinguere tra loro ciliegie, visciole e amarene? Scopriamo come fare per riconoscerle e come gustarle ogni varietà al meglio delle sue potenzialità.
Frutti della pianta Prunus Avium, noto anche come “ciliegio dolce”, le ciliegie sono consumate dall’essere umano da millenni: diffuse già tra i faraoni d'Egitto, amatissime nell'antica Grecia e giunte in Italia al tempo dei romani, le ciliegie si distinguono per una polpa soda e abbondante, particolarmente succosa e soprattutto per il sapore molto dolce che le caratterizza. Depurative e dietetiche,buon sostegno per il nostro organismo e soprattutto per il sistema immunitario, le ciliegie hanno anche buone proprietà antiossidanti che contrastano l'invecchiamento cellulare e l'azione dei radicali liberi. In Italia si contano numerose varietà di ciliegie, dalla Moretta di Vignola Igp alla Marostica di Vicenza passando per la "Ferrovia" barese, ma tutte si possono usare nello steso modo: o gustate al naturale o in ricette più o meno elaborate, sia dolci sia salate.
I frutti noti come visciole appartengono alla stessa famiglia delle ciliegie ma provengono dalla pianta Prunus Cerasus. Sono conosciute anche come “ciliegie acide” e già questo soprannome spiega la differenza principale con le ciliegie: le visciole sono dolciastre ma hanno uno spiccato retrogusto acidulo. Inoltre sono più piccole delle ciliegie, con una sfera non più grande di 1,5 centimetri ma dalla polpa succosa, croccante e poco aderente al nocciolo. Proprio per questa nota acidula di solito non si mangiano da sole ma si usano più che altro sotto forma di marmellata o di liquore, come dimostrano due delle ricette più iconiche che le vedono protagoniste: l’antico vino di Visciole tipico della tradizione marchigiana e l’iconica crostata ricotta e visciole della tradizione giudaico-romanesca. Anche le visciole hanno un ottimo profilo nutrizionale, ricche come sono di sali minerali e vitamine, in particolare vitamina C e vitamina B, e un quantitativo di betacarotene quasi dieci volte superiore a quello delle ciliegie.
La terza varietà di frutti a creare confusione è quella delle amarene, che con le loro piccole dimensioni, la polpa e il succo rosso sono molto simili sia alle ciliegie che alle visciole. In realtà si tratta di un’altra variante ancora di pianta, il Prunus Cerasus, anche chiamato ciliegio aspro: anche in questo caso il soprannome è un indizio, perché ciò che differenzia maggiormente le amarene dalle “cugine” è proprio il sapore molto più acidulo, quasi leggermente amarognole. Quindi rispetto alle ciliegie le amarene sono più piccole e più aspre, mentre dalle visciole si distinguono anche per un colore più chiaro e meno intenso. Proprio a causa del loro sapore le amarene si prestano poco a essere mangiare da sole, mentre sono molto apprezzate trasformate in confetture, conserve e sciroppi; per esempio il celebre maraschino viene ottenuto proprio da una particolare varietà di amarene, le marasche.