Si tratta sempre dello stesso prodotto, ma farina e semola sono due cose diverse: partiamo dalla macinazione del grano, per approcciare a usi e caratteristiche ben definite.
Simili ma da non confondere, farina e semola sono ingredienti essenziali per la nostra tradizione e storia culinaria: più o meno raffinate, più o meno nutrienti e facili da lavorare, sono fondamentali per preparare ogni tipo d'impasto, dolce o salato. Stiamo parlando di un derivato della macinazione del grano: entrambe sono di fatto "farine" ma vengono da due tipologie di grano diverse e hanno caratteristiche specifiche.
Farina e semola derivano entrambe dalla macinazione del grano ma è proprio la diversa tipologia di grano a determinare le differenze tra questi due prodotti. Come distinguerle? Quali sono le differenze tra semola e farina e come possiamo impiegarle al meglio in cucina? Ecco una guida semplice per riconoscere farina e semola al primo sguardo e imparare a scegliere il prodotto più adatto per le nostre ricette.
Capita molto spesso di confonderle, dando (erroneamente) per scontato che siano la stessa cosa eppure farina e semola, pur avendo la stessa "origine", sono prodotti e ingredienti diversi. Di cosa parliamo? Potremmo sintetizzare dicendo che la semola è una farina ma che non tutta la farina è semola. Sembra complicato ma è molto più semplice di quanto possa sembrare.
Si tratta dunque sempre di farina, ma con caratteristiche e origini diverse. Farina e semola sono entrambe prodotte dalla macinazione del grano: la farina è il prodotto finale della macinazione del grano tenero mentre la semola si ottiene dalla macinazione del grano duro.
Parliamo di due tipologie di frumento appartenenti alla famiglia delle Graminacee, simili a livello strutturale ma profondamente diverse da un punto di vista nutrizionale e per gli usi che possiamo farne: il chicco di grano duro (Triticum durum) è effettivamente "duro", si riconosce per la forma allungata e l'aspetto traslucido mentre il chicco di grano tenero (Triticum aestivum) è più morbido, quasi friabile, tondeggiante e leggermente opaco.
Quando parliamo di farina, è importante sottolineare il livello di raffinazione del chicco, più questo è integro, più la farina resta grezza: in base al tipo di lavorazione avremo infatti una scala che va dalla farina integrale alla farina 00, passando per la farina di tipo 0, tipo 1 e tipo 2. Nel caso della semola invece avremo "solo" tre tipologie: semola, semola integrale e semola rimacinata.
Come distinguere farina e semola? Provenendo da grani differenti, farina e semola presentano caratteristiche diverse: il colore, la consistenza e, ovviamente, gli utilizzi che possiamo farne in cucina. Nel dettaglio:
Le differenze tra semola e farina sono tante ma tra queste non rientra la qualità: è importante sottolineare che non esiste una farina o un prodotto "migliore" di un altro ma solo un prodotto più o meno adatto alle nostre esigenze e più o meno indicato per le diverse preparazioni. In particolare, in base alla struttura e al profilo nutrizionale, farina di grano tenero e semola trovano impieghi differenti.
Presentando una maggiore quantità di proteine e glutine, la semola è in grado di assorbire una maggiore quantità di acqua, motivo per cui gli impasti presentano un'ottima estendibilità. In cucina, la semola è perfetta per preparare pasta secca o pasta fresca come orecchiette, scialattielli e cavatelli ma anche alcune tipologie di pane, in particolare nelle regioni meridionali, tra cui spicca il famoso pane di Altamura.
Integrale, tipo 0, tipo 1, tipo 2 e tipo 00: le farine di grano tenero sono davvero tante, ciascuna con caratteristiche, "forza" (capacità di assorbire liquidi e trattenere anidride carbonica durante la lavorazione) e impieghi propri. Vediamoli insieme.