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9 Aprile 2024 13:00

La magia del formaggio fuso: come fondere il formaggio alla perfezione e quali scegliere

Il formaggio quando fonde è un vero e proprio cibo del desiderio: per scegliere quello giusto è utile capire cosa succede nel momento in cui si scioglie, così da sapere se sarà più filante o più fluido.

A cura di Federica Palladini
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I formaggi sono composti da proteine, grassi, acqua, sali minerali, con percentuali che variano a seconda dell’origine del latte e del suo processo produttivo, che ne conferiscono le caratteristiche peculiari. Le combinazioni tra questi ingredienti giocano un ruolo fondamentale sulla capacità del formaggio di sciogliersi, in quanto non tutti i formaggi reagiscono a diventare fusi quando entrano in contatto con il calore.

I migliori? Ci sono quelli che filano come la mozzarella, la provola o la scamorza, per esempio sulla classica pizza o negli gnocchi alla sorrentina, o il raclette e quelli che fondono completamente, tipo il gruyère, il taleggio, il cheddar e la fontina, che non a caso spesso ritroviamo nelle ricette tradizionali della fonduta.

Quali sono invece i più difficili? Quelli che restano cremosi, stile crescenza e stracchino, perfetti per condire una pastasciutta o mantecare un risotto, e il grana e il pecorino, che non si sciolgono mai del tutto, se non insieme ad acqua (tipo nella cacio e pepe), latte o panna, in quanto rischierebbero di bruciare. La scelta del formaggio, quindi, diventa indispensabile per avere il risultato desiderato.

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Che cos’è la fusione del formaggio

Le caseine sono le proteine principali presenti nel latte (più dell’80%) e sono quelle che vanno a comporre la struttura del formaggio: quando vengono riscaldate si denaturano, rompendo quindi i legami che hanno formato con l’acqua e i grassi che si sciolgono, iniziando così il processo di ammorbidimento del formaggio. In un prodotto caseario che ha un’alta percentuale di acqua (più del 45%) tipo i formaggi a pasta molle, lo scioglimento è più facile, inizia a temperature più basse, mentre in quelli a pasta dura, che hanno poca umidità (inferiore al 35%), avviene a temperature più alte. Quando si pensa al classico formaggio fuso, le opzioni da eliminare sono proprio le due agli antipodi: i formaggi con poca acqua e pochi grassi, quindi a pasta dura a lunga stagionatura, e quelli freschi morbidi che hanno già in partenza una consistenza cremosa.

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Come fondere i formaggi alla perfezione per la fonduta

Più il formaggio si scalda, più le proteine si coagulano, creando quelli che comunemente chiamiamo grumi. Quindi, onde evitare di avere una fonduta granulosa e non liscia, la prima regola è quella di non fare subire shock termici al formaggio, con il rischio che i grassi si separino troppo velocemente, salendo in superficie: il consiglio è quello di utilizzarlo a temperatura ambiente tirandolo fuori in anticipo dal frigorifero, di cuocerlo a fuoco dolce e stabile e di mescolare ogni tanto, visto che il formaggio tende a solidificarsi molto velocemente. Inoltre è opportuno tagliarlo in tocchetti della stessa grandezza, per permettere una fusione omogenea o, ancora meglio, grattugiarlo con la grattugia a fori larghi. In molte ricette, per esempio quella della fondue svizzera, si trovano ingredienti come il vino bianco, il succo di limone o l’amido di mais: i primi due grazie alla componente acida favoriscono la separazione delle caseine, per dare più fluidità e meno elasticità alla fonduta, mentre il secondo serve da addensante, così da avere una consistenza vellutata e non filante.

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Perché alcuni formaggi fondono naturalmente?

La fusione dei formaggi non avviene solo a contatto con il calore, ma succede anche naturalmente, per cui alcuni formaggi, non solo freschi, ma anche stagionati, risultano più fondenti e cremosi di altri, basta pensare a quelli a crosta fiorita. Il "merito" è della proteolisi, il processo di degradazione delle proteine del latte in peptidi e amminoacidi, che avviene principalmente per l'azione di enzimi (o muffe) presenti nel caglio e nei batteri lattici. Questi enzimi agiscono sulla caseina, che abbiamo visto essere la principale proteina del latte, rompendola in frammenti più piccoli che contribuiscono alla formazione del reticolo proteico e alla struttura del formaggio. Anche qui il fattore umidità impatta sull’effetto finale: nei formaggi a basso contenuto di acqua, la proteolisi avviene lentamente, mentre in quelli ad alto contenuto è più veloce.

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