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13 Febbraio 2021 13:00

Chiacchiere, frappe, bugie e perfino lattughe: i nomi del dolce di Carnevale dal gusto unico

Frappe, bugie, gale, cioffe, maraviglias e perfino lattughe: sono i mille nomi delle chiacchiere di Carnevale, uno dei dolci più conosciuti e amati della nostra pasticceria. Croccanti e golose, le chiacchiere non hanno solo tantissimi nomi diversi, ma anche una ricetta che varia di zona in zona, in particolare sulla copertura. Ecco quali sono i nomi regionali delle chiacchiere e quali le loro golose varianti.

A cura di Redazione Cucina
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Quando qualcuno parla di dolci di Carnevale, se fate attenzione a come chiama questi croccanti impasti bollosi e super golosi capirete subito da dove viene: parliamo di chiacchiere, il dolce del Carnevale per eccellenza. Certo, chiacchiere se siete del Sud Italia: perché se vi trovate in Piemonte, per fare un esempio, nessuno vi capirà: qui infatti si chiamano bugie. E nel Lazio? Presto detto, frappe.

Questa delizia fritta, infatti, ha mille nomi: rispecchia appieno il detto "paese che vai usanza che trovi", anzi sarebbe meglio dire "regione che vai". Sebbene chiacchiere sia il nome più usato, sono moltissime le zone del nostro territorio dove questi dolci tipici si chiamano in altro modo. Sapete da dove vengono e quali sono i loro mille nomi? Leggendo le prossime righe lo scoprirete.

Chiacchiere: dove vengono e perché si chiamano così

Quella delle chiacchiere di Carnevale è un'usanza dalle origini molto antiche: la loro tradizione risale a quella delle frictilia, i dolci fritti  nel grasso degli antichi Romani che si preparavano proprio durante il periodo del calendario romano corrispondente al Carnevale della chiesa cattolica, quello dei Saturnali.

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Il loro impasto è molto semplice: occorrono solo farina, burro, zucchero uova e un alcolico, solitamente distillati o liquori, ma anche il vino. Una volta formato l'impasto e steso in maniera sottile, questo viene tagliato a strisce con il tagliapasta a zig zag: in alcuni territorio le strisce vengono anche annodate e qui prendono il nome di fiocchetti. Le chiacchiere originali vengono rigorosamente fritte in abbondante olio di semi o strutto, ma negli ultimi anni anche la ricetta delle chiacchiere al forno ha avuto grande successo. Infine, l'immancabile spolverizzata con zucchero a velo, a completare questo semplice quanto celebre dolce. Anche in questo caso, esistono molte varianti: in alcune zone si ricoprono di cioccolato fuso, miele, creme di vario tipo.

Ma perché proprio questo nome, chiacchiere? Secondo la leggenda più accreditata, fu Raffaele Esposito, cuoco di corte della Regina Margherita Savoia, a donare alle chiacchiere questo nome. La regina aveva infatti chiesto al cuoco un dolce da gustare durante una chiacchierata con i suoi ospiti e fu così che questo croccantissimo dolce fu battezzato con il nome che oggi conosciamo.

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Le varianti delle chiacchiere

Come appena detto, non solo il nome ma anche la ricetta delle chiacchiere ha mille varianti. Oltre alla già citata ricetta delle chiacchiere al forno, si può optare per delle chiacchiere ricoperte di cioccolato oppure ripiene; ma anche, la ricetta aromatizzata con il vino rosso o, ancora, con il limoncello. Anche la forma può variare, come nel caso delle chiacchiere arrotolate. Avete mai provato, poi, la ricetta delle chiacchiere salate? Perfette come antipasto, da accompagnare a formaggi freschi, salumi, salsine, chutney.

Per coloro che hanno intolleranze, niente paura, perché le chiacchiere si possono anche fare senza uova, in versione gluten free e in versione vegana.

I mille nomi delle chiacchiere

Come dicevamo, le chiacchiere sono forse il dolce che annovera più nomi locali: il nome chiacchiere è usato in gran parte del Sud e del Centro Italia, con qualche eccezione, ma anche nell'Emilia settentrionale, a Milano e in alcune zone della Sardegna. Le chiacchiere piemontesi e liguri si chiamano bugie (tranne in alcune zone del Piemonte dove prendono il nome di risòle) mentre in Trentino e Venezia Giulia cróstoli (cróstui) o gròsto. A Vercelli e Novara le chiacchiere sono famose come gale (o gali), nome che si trasforma in galani se ci si addentra nella zona tra Verona, Padova e Venezia. In provincia di Brescia e di Mantova si chiamano invece lattughe.

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A Bologna sono conosciute come sfrappole ed è simile anche il nome marchigiano, sfrappe, mentre nella zona costiera della Romagna fiocchetti. In Abruzzo si chiamano cioffe o chiacchiere abruzzesi. Nella Maremma toscana sono note come strufoli e, se coperte di miele diventano melatelli, mentre nel Lazio, come già detto, frappe; andando verso Sud troviamo le maraviglias in parte della Sardegna, i cunchielli in alcune zone del Molise. Insomma, le chiacchiere sono un dolce che unisce letteralmente tutta l'Italia.

Come conservare le chiacchiere di Carnevale

Una volta fatte, se le porzioni sono abbondanti, come conservare al meglio le chiacchiere di Carnevale? Dubitiamo fortemente che non finiscano subito ma, in caso contrario, potete conservarle in un contenitore ermetico per una settimana o, in alternativa, in un sacchetto di carta, e riporle lontano da calore e umidità.

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