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4 Marzo 2023 13:00

Caffè e olio: tutti ne parlano, ma che tipo di drink è? Abbiamo chiesto agli esperti

Da pochi giorni Starbucks ha lanciato un nuovo prodotto nel mercato italiano. Una bevanda a base di caffè al quale viene aggiunto anche dell'olio extravergine di oliva. Tanto hype attorno al drink, ma c'è qualcosa oltre al marketing? L'abbiamo chiesto a vari esperti.

A cura di Alessandro Creta
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Tutti ne stanno parlando. Qualcuno la vede con diffidenza e distacco ma tanti altri vorrebbero assaporarla al più presto. Recentemente Starbucks ha scosso il mercato italiano con il lancio di una nuova bevanda a base di caffè e olio extravergine di oliva. Oleato, questo il nome del drink, abbina due ingredienti simbolo della nostra gastronomia, ai quali difficilmente riusciamo a rinunciare. Il caffè da una parte, e fin qui niente di strano visto che stiamo parlando di una caffetteria, e l'olio extravergine di oliva, per la precisione un blend di Nocellara del Belice (oliva tipica siciliana) con altre, si legge, di ‘provenienza mediterranea', senza ulteriori specifiche.

Su questo aspetto, comunque, abbiamo chiesto delucidazioni a Starbucks e loro ci hanno prontamente risposto. Riportiamo qui testualmente la replica al nostro quesito: "L’olio extravergine di oliva è stato creato con le migliori olive mediterranee provenienti dall'Italia e dalla Grecia, comprese le pregiate olive Nocellara del Belice (Castelvetrano) provenienti della Sicilia. Inoltre, le olive utilizzate per la produzione di Starbucks Oleato vengono raccolte e spremute all'origine per preservarne l'alta qualità, la consistenza e il sapore". Fermo restando come il concetto di ‘migliore' (qui riferito alle olive) rimane comunque opinabile e soggettivo, non vengono rese note le cultivar utilizzate, rimanendo in un generico ‘olive mediterranee da Italia e Grecia". Non sappiamo nemmeno entro quanto tempo dalla raccolta vengono molite, altra variante importante per capire la resa qualitativa finale del prodotto. Si sta parlando, comunque sia, di tecnicismi.

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Tornando a noi, è evidente come Oleato si tratti essenzialmente di una grossa quanto abile mossa di marketing, a dir poco riuscita considerando quanto ne se stia parlando negli ultimi giorni. Un drink, ispirato da una locale usanza sicula di assumere un cucchiaio di olio di oliva ogni giorno, che ha nei suoi ingredienti principali caffè e olio extravergine (oltre a latte o simili) però ha veramente senso di esistere? Ci spieghiamo meglio: non che siamo contrari a questa bevanda (anzi speriamo di assaggiarla presto), ma ci siamo chiesti se oltre al marketing ci fosse qualcosa di più. Da un punto di vista gustativo, di sapore, nutritivo e anche di benefici, un prodotto del genere porta qualche ‘plus‘ rispetto a quelli tradizionali? L'abbiamo chiesto a vari esperti del settore: da protagonisti del mondo dell'olio a quelli del caffè, passando anche per nutrizionisti, cercando di coprire al meglio tutti i settori in gioco.

Cosa ne pensano gli esperti del caffè con l'olio

Tutti coloro che abbiamo contattato sono d'accordo su un aspetto. Starbucks ha centrato abilmente la sua mossa di marketing: prendere due giganti della tradizione gastronomica italiana come caffè e olio extravergine di oliva (il nostro Paese detiene la più grande varietà di cultivar di olive al mondo) unendoli in un unico prodotto. Tanta la curiosità da parte dei clienti, curiosità che si tramuterà con molta probabilità in fatturato. Sotto questo aspetto, insomma, un plauso all'azienda per l'abile intuizione commerciale, sartoriale per il mercato italiano e presto protagonista anche all'estero.

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Detto ciò abbiamo cercato di andare più a fondo, tentando di capire se il prodotto firmato dal gigante di Seattle sia ‘migliore‘, per così dire, rispetto alle controparti tradizionali. Se, cioè, unendo caffè e olio si possa creare un drink, se non superiore, quantomeno differente (e quanto) da un punto di vista gustativo (anche se qui entra in gioco la soggettività di ognuno) e, perché no, anche nutrizionale.

Piero Palanti, assaggiatore professionista di olio extravergine di oliva e consulente, afferma come si tratti di una trovata di marketing che da un punto di vista pratico non pare abbia niente di così eclatante. "In Oriente fanno delle bevande analoghe come tè con burro o altri grassi all'interno, quindi non lo trovo così innovativo o eccezionale. È un grasso all'interno del caffè, un po' come quando si fa la cioccolata sciogliendoci dentro il burro. Sono però curioso di assaggiarlo perché potrebbe essere qualcosa di interessante".

Capitolo olio: come può sposarsi questo col caffè? Le sue proprietà olfattive e gustative come ne escono da questo mix? "La temperatura del caffè, sui 50 gradi diciamo, sicuramente contribuisce a esaltare i profumi. L'olio è composto da particelle idrosolubili e andandosi a disperdere con più facilità migliorano il profilo olfattivo. Ho qualche dubbio sulla cultivar siciliana: gli oli regionali sanno un po' di pomodoro, quindi secondo me a livello di gusto non ci sarebbe questo matrimonio ideale con il caffè". Il dubbio maggiore, anche per Piero, è sulla provenienza ‘mediterranea' delle olive, senza ulteriori specifiche, e sulle percentuali di utilizzo delle olive italiane e di quelle greche (mediamente più economiche).

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Stesso dubbio sulla provenienza del prodotto, e quindi anche della sua qualità, anche per lo chef Salvo Cravero. In cucina l'abbinamento olio e caffè non è raro da trovare, anzi : "… Potrebbe essere sensato per una serie di fattori, quali l'acidità e la componente aromatica che entrambi hanno. Si tratta di due ingredienti sì amari ma che, usati nelle giuste dosi, possono sposarsi bene tra di loro".

Uscendo dalla cucina e chiedendoci quale possa essere l'apporto nutrizionale di questo drink, affidiamo il parere alla dottoressa Francesca Marino, docente di nutrizione presso l'Università Federico II di Napoli.  "Tralasciando le opinioni legate al gusto, soggettive, in via generale devo dire che questa idea del caffè corretto all'olio non ha raccolto il mio entusiasmo" ci dice. Da un punto di vista nutrizionale, anzi, esisterebbero anche delle criticità: "Parliamo di due ingredienti che hanno già da soli una forte valenza sotto l'aspetto nutritivo, un carattere gustativo deciso. Fonderli non mi sembra qualcosa in grado di portare dei vantaggi. Inoltre è raccomandato un consumo giornaliero di circa 25-30 ml di olio, preferibilmente a crudo. Se 15 ml (la dose utilizzata nel drink, ndr) li consumiamo attraverso il caffè, compromettendone anche il sapore autentico, ne rimarrebbero altrettanti da utilizzare per il resto della giornata. Quindi mi chiedo se ciò convenga, e conviene aggiungere calorie a un prodotto che comunque è già buono di per sé?". Insomma, viene confermato ciò che già pensavamo. Unendo due prodotti che, singolarmente e nelle dosi raccomandate, apportano benefici alla salute (basti pensare agli antiossidanti presenti sia in olio sia nel caffè) non ne esce un qualcosa di superiore, benefico al quadrato. Come spesso accade in cucina, non necessariamente 2+2 deve fare sempre 4.

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Abbiamo parlato di olio, abbiamo parlato di cucina e anche della parte prettamente nutrizionale del prodotto. E lato caffè? Cosa ci sarebbe da dire? Simone Amenini, Direttore di Scuola del Caffè, esprime la sua opinione più coffee oriented. "L'accostamento con l'olio d'oliva è ardito, ma la tradizione internazionale non è nuova all'utilizzo di grassi in abbinamento al caffè. Possiamo parlare della panna, ma anche del burro inserito all'interno del Bulletproof coffee diffuso negli Usa". Menzione particolare poi per la bevanda a base di avena utilizzata in alcuni di questi prodotti: "Il "latte" di avena è molto più sostenibile a livello ambientale rispetto alla soia. Ma in Italia stenta a decollare. Se proprio dovessi trovare un solo ‘passo falso' in questo lancio non è l'uso dell'olio in sé, ma il voler far rientrare questo prodotto sotto la bandiera dell'italianità. Avrei preferito un approccio meno pseudonazionalistico".

A livello prettamente gustativo, di palato, possono però coesistere due ingredienti che tra le loro sono accomunati da una componente amara più o meno spiccata? E l'acidità del caffè può in qualche modo alterare la percezione dell'olio? "Relativamente all'acidità del caffè, che in Starbucks non è nemmeno spiccatissima, non la trovo così in contrasto con la piccantezza e amarezza dell'olio. Già il caffè in sé racchiude amarezza, viscosità, dolcezza e acidità, e tutti i drink Oleato hanno un'aggiunta di sciroppo, caramello o vaniglia. Quindi ne emerge una sensazione gustativa molto complessa e, credo, alla fine anche piacevole. La cosa più interessante sarà percepire la texture del drink".

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E proprio sulla texture fa eco a Simone un barista pluripremiato come Francesco Sanapo, assaggiatore professionale e cofondatore di Ditta Artigianale. "L'inserimento di un prodotto grasso come l'olio nel caffè rende una texture completamente diversa, la esalta e immagino rende più piacevole. Per quanto riguarda il gusto poi bisognerà provare. L'olio infuso nel caffè lo vedo come ingrediente aggiuntivo: non bisogna immaginarsi semplicemente l'espresso unito all'olio".

Avendo l'olio una parte amara ed essendo amaro anche il caffè, c'è il rischio che il prodotto tenda eccessivamente verso l'amaricante? "Secondo me il modo per stemperare questo amaro, almeno in un primo impatto, è servire il drink freddo e con bevande a base di latte o vegetali. I miei dubbi a livello gustativo sono più per la bevanda calda in cui viene inserito l'olio, in questo caso di più difficile gestione. Pur essendo comunque due prodotti che, presi singolarmente e nelle quantità raccomandate, riescono ad apportare benefici alla salute, non credo che Oleato sia un prodotto da ritenersi ‘superiore' rispetto ai tradizionali. Da questo punto di vista è più fine a sé stesso".

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A cura di
Alessandro Creta
Laureato in Scienze della Comunicazione prima, Pubblicità e Marketing poi. Giornalista gastronomico per professione e mangiatore seriale per passione, mi piace navigare tra le pieghe del cibo, perché il food non è solamente cucina, ristoranti e chef. Appassionato di olio evo ma anche di viaggi, sono particolarmente incuriosito da cibi strani e sconosciuti. Mi fate felice con un Verdicchio. Mi trovate su Instagram: @cretalex
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