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19 Aprile 2024 11:00

Pesci che migrano: ecco quali sono quelli che mangiamo (e che dovremmo anche tutelare)

I pesci migratori sono specie che solcano le acque di oceani, mari, fiumi: si tratta di specie ittiche preziosissime per l'equilibrio del nostro ecosistema. Ecco quali sono quelle più a rischio.

A cura di Francesca Fiore
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I pesci migratori sono una risorsa inestimabile e un indicatore della salute dei nostri mari: molte di queste specie, che in parte mangiamo, sono sottoposte a condizioni di vita talmente stressanti da essere a rischio. Si tratta di specie sensibili ai cambiamenti ambientali, come l'inquinamento, l'alterazione degli habitat e i cambiamenti climatici, ma anche lo sfruttamento intensivo tramite pesca.

Secondo il primo rapporto dell'Onu "State of the World's Migratory Species" 1 specie migratoria su 5 è a rischio estinzione: una situazione particolarmente complessa per i pesci migratori, il cui 97% è a rischio scomparsa. Le cause principali sono da rintracciare nella riduzione degli habitat dovuta allo sfruttamento umano e i cambiamenti climatici ma anche, come dicevamo, alla cattura indiscriminata e alla pesca intensiva. Ma quali sono le specie migratorie che mangiamo e che dovremmo appunto tutelare maggiormente, proprio perché al centro di un sistema di sfruttamento eccessivo?

1. Salmone

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Il salmone è un pesce anadromo, cioè un pesce che nasce in acqua dolce ma migra nell'oceano per nutrirsi. Tornano poi in acqua dolce per riprodursi, percorrendo distanze veramente importanti: nel Reno, per esempio, arrivano a percorrere fino a 5000 chilometri. Il salmone è uno dei pesci più consumati in tutto il mondo buona fonte di proteine, acidi grassi omega-3 e vitamina D, ma è anche uno dei pesci maggiormente a rischio. Se vuoi continuare a mangiare salmone senza pesare sull'ecosistema puoi scegliere quello di alta qualità da allevamenti sostenibili, oppure quello pescato in mare con metodi rispettosi dell'ambiente.

2. Tonno

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Il tonno è un pesce d'acqua salata che affronta grandi distanze attraverso l'oceano: è uno dei più grandi pesci del Mediterraneo, nonché il più grande della sua specie. Durante le fasi migratorie, i branchi passano sempre negli stessi luoghi, cosa che ha permesso la costruzione di impianti di pesca fissi, le tonnare: un tipo di pesca sostenibile, parte preziosa di attività tradizionali che si praticavano lungo le coste italiane fino a pochi decenni fa. Purtroppo negli ultimi decenni il tonno è diventato uno dei pesci considerati più pregiati e la domanda di questa tipologia di carne è aumentata considerevolmente: la pesca intensiva fatta con i pescherecci, soprattutto nelle acqua asiatiche, ha portato la specie sull’orlo dell’estinzione, con un crollo degli stock dell’85% in pochi anni. Quando acquisti del tonno, che si tratti di tranci freschi o di tonno in scatola, cerca sempre di privilegiare le produzioni sostenibili: un esempio su tutti sono i tonnetti striati pescati a canna.

3. Anguilla

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L'anguilla è un pesce catadromo, il che significa che nasce in acqua salata ma migra in acqua dolce per nutrirsi, tornando poi in acqua salata per riprodursi. Le anguille sono considerate una prelibatezza in molte parti del mondo, tanto da essere a rischio estinzione: l'allarme sulla specie europee ha portato anche a uno stop dell'attività per 6 mesi, oltre che all'invito di molti noti chef a evitare di acqusitarla.

4. Sgombro

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Lo sgombro è un pesce d'acqua salata che migra in banchi: è considerata una specie vulnerabile, se non a rischio come le altre. Viene pescato in modi diversi: quando lo acquisti ti suggeriamo di evitare quelli che arrivano dalle zone Fao 21 (AtlanticoNord-occidentale, Canada, Stati Uniti) perché pescasti con rete da traino e reti a circuizione, responsabili di enormi danni all'ecosistema marino. Puoi invece privilegiare quelle della zona Fao 27 (Atlantico Nord-orientale) che usano invece i sistemi di pesca a canna e lenza a mano. Se vuoi invece acquistare una specie alternativa puoi provare l'alalunga, il tombarello (o biso), il lanzardo.

5. Aringa

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L'aringa è un pesce d'acqua salata che migra in banchi, anche se non percorre grandi distanze. Il fatto che si trovi in molte acque diverse ci ha fatto credere per anni che coprisse molti chilometri in acqua, ma in realtà non è così. Non era considerata una specie vulnerabile fino a pochi anni fa, ma l'aumento della domanda di questo tipo di pesce ha cambiato gli equilibri: l‘innalzamento delle temperature dei mari ha aggravato ulteriormente la loro condizione, cosa che ha spinto gli organismi a inserirle nelle specie vulnerabili.

Come scegliere pesce sostenibile

Per orientarsi nelle scelte d'acquisto e comprare pesce sostenibile, ecco quali sono i passi da fare:

  • Scegli pesce locale. Il Mar Mediterraneo offre oltre 500 specie di pesci, ma le scelte di consumo si orientano sempre sulle stesse 15-20 specie, che sono naturalmente quelle più a rischio. Impara a distinguere le varie specie e scegli pesci pescati a poca distanza da te.
  • Opta per il esce di stagione. Ricorda che anche il pesce ha una sua stagionalità e che rispettarla significa evitare di sfruttare le risorse marine oltremodo. La stagionalità implica anche che siano rispettati i cicli naturali di vita dei pesci: le dimensioni dell'esemplare, per fare un esempio, che non deve essere troppo giovane, e il rispetto dei periodi di riproduzione.
  • Evita le specie a rischio e cerca di scegliere pesci pescati con metodi sostenibili. Molte delle specie che troviamo in pescheria o al supermercato sono sfruttate al limite della sopravvivenza: cerca sempre di optare per metodi di pesca alternativi.
  • Controlla le etichette. Per sapere da quale zona viene il pesce che stai comprando puoi controllare l'etichetta, dove sarà riportata la zona FAO. Sull'etichetta, inoltre, trovi tutte le informazioni utili: tipo di pesce, metodo di pesca, zona di pesca, abbattimento sulla barca o meno, prezzo al kig.

Fonti: WWF – specie e habitat

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