Il Thanksgiving Day è una delle feste più iconiche degli Stati Uniti: sinonimo di festa in famiglia, ruota intorno alla preparazione dell’iconico tacchino ripieno. Ma perché proprio questo animale? Ecco tutto quello che c'è da sapere sulla storia del tacchino del Ringraziamento e sulle polemiche che ruotano attorno a questa festa.
Anche se non è una festività nostrana siamo certi che sai benissimo che cos’è il Thanksgiving Day, in italiano il Giorno del Ringraziamento: esistono decine di film e serie tv in cui viene rappresentata questa grande festa anglosassone in cui la famiglia si raduna e festeggia mangiando tante delizie, in particolare il grosso tacchino dorato e farcito.
Il Thanksgiving Day è una delle celebrazioni più sentite e amate degli Stati Uniti insieme al Natale e al 4 luglio (giorno dell’Indipendenza dall’Inghilterra), ma anche se di solito si associa agli americani viene celebrata anche in Canada, in due isole dei Caraibi (Grenada e Saint Lucia) e in Liberia, piccolo stato dell’Africa occidentale.
Ti sei mai chiesto da dove è nata questa tradizione particolare e cosa si festeggia? E, in particolare, come mai è stato scelto proprio il tacchino come simbolo del pranzo del Thanksgiving Day? Ecco tutta la storia del piatto più iconico degli Stati Uniti, fra tradizione e qualche polemica.
Il Thanksgiving Day, o Giorno del Ringraziamento, non ha una data fissa ma cade sempre il quarto/ultimo giovedì del mese di novembre (in Canada, invece, viene celebrato il secondo lunedì di ottobre) ed è il grande evento che apre poi la stagione delle festività natalizie.
Per gli americani il Thanksgiving Day è una festa importantissima, perché è un’occasione per la famiglia di stare insieme, imbandire una bella tavola ricca di ricette tradizionali, ma anche godersi di un po’ di sport, in particolare la speciale partita di football del Giorno del Ringraziamento, e le molte parate organizzate in tanti paesi e città, tra cui l’iconica sfilata di New York nota come Macy’s Day Parade.
Ma, di preciso, cosa festeggiano in questa occasione? Il Thanksgiving Day, proprio come suggerisce il nome, è una giornata dedicata al ringraziare e celebrare tutti gli eventi positivi dell’anno appena trascorso. Proprio per questo è abitudine che i commensali, prima di iniziare a mangiare, condividano a turno i motivi per cui sono grati quel particolare anno. È un modo di rievocare l’origine della festa, una celebrazione dei Padri Pellegrini per ringraziare Dio per il raccolto e per la generosità dei nativi americani che, in un momento di difficoltà, aiutarono i primi coloni a sopravvivere secondo la versione ufficiale dell'origine della festa.
Oggi il Thanksgiving Day è considerata una festa laica, ma in origine nacque come celebrazione religiosa instaurata dai Padri Pellegrini, ovvero i primi coloni che sbarcarono sulle coste del “nuovo mondo”. Nel 1620 un gruppo di uomini e donne sbarcarono in quelli che saranno poi gli Stati Uniti, in fuga da Gran Bretagna e Irlanda per via della persecuzione religiosa subita in patria a causa del credo calvinista.
Sbarcarono sulla costa nord dei futuri Stati Uniti e questo vuol dire che si trovarono non solo in una terra che non conoscevano, ma anche in un clima molto rigido, soprattutto perché si trovarono ad affrontare un inverno molto rigido. Le coltivazioni importate dalla patria non attecchivano, gli animali non resistevano alle temperature rigide e il futuro che si prospettava era davvero drammatico. Ma, secondo la tradizione, ecco che arrivarono in aiuto i nativi americani: non solo condivisero il loro granturco e i loro animali, i tacchini, ma spiegarono anche ai nuovi arrivati come coltivare e allevare.
Sopravvissuti al durissimo inverno, i Pellegrini decisero di dedicare a Dio un giorno di ringraziamento per l’abbondanza ricevuta e per l’aiuto ricevuto, una grande festa in cui si racconta vennero invitati anche gli indigeni, senza i quali i "nuovi americani" non sarebbero sopravvissuti. Negli ultimi anni, però, i nativi americani hanno contestato fortemente questa storia, causa della massiccia manipolazione dei dati che le istituzioni statunitensi hanno portato avanti per secoli con l'obiettivo di minimizzare lo sterminio degli indigeni.
In particolare, due studiose nordamericane, Judy Dow e Beverly Slapin, si sono domandate pubblicamente se l'elaborazione del mito del Thanksgiving non serva a reprimere i sensi di colpa dei bianchi per aver sottratto le terre e la cultura ai nativi americani; sembra addirittura che i coloni in realtà rubarono le risorse e sterminarono gli indigeni, come purtroppo effettivamente fecero ampiamente in seguito.
In questo senso la Festa del Ringraziamento sarebbe nata più che altro come un celebrare la vittoria contro gli "indigeni pagani", non proprio come una festa di condivisione e ringraziamento. A ufficializzare la giornata nazionale di ringraziamento fu George Washington, il primo presidente degli Stati Uniti d'America, nel 1789 e da allora è diventato un grande giorno da passare in famiglia, assumendo lo spirito del ringraziare per l’anno trascorso e per le benedizioni ricevute nonostante le origini controverse della festività.
La storia ufficiale raccontata nelle scuole vuole che i nativi americani condivisero con i primi coloni arrivati dall’Europa alcuni tacchini nel momento in cui i nuovi arrivati si trovarono in difficoltà e così mangiare il tacchino nel Giorno del Ringraziamento è un modo di ricordare l’aiuto dato dai nativi. Inoltre il tacchino è considerato un simbolo di abbondanza, motivo per cui l’animale deve essere molto grande e molto farcito.
Secondo la tradizione il tacchino del Thanksgiving Day deve pesare non meno di 5 kg, deve essere svuotato con grande cura e poi cucinato: la ricetta della farcitura varia da ogni famiglia che la conserva gelosamente come un vero e proprio segreto, ma una
una delle più classiche è quella realizzata con pancetta (o salsiccia), verdure saltate in padella, frutta fresca e secca – in genere mele, castagne lesse, prugne secche -, pane raffermo, parmigiano grattugiato, erbe aromatiche e un uovo per legare il tutto.
Il tacchino viene sempre servito insieme a salsa gravy e salsa di mirtilli. Fondamentale il momento della cottura, che dura almeno 3-4 in forno a 190 °C, spennellando l’animale ogni mezz’ora con il liquido di cottura per assicurare una doratura perfetta. Il tacchino è accompagnato da purè di patate, patate dolci americane, verdure, pannocchie di granturco arrostite e, come dolci, le immancabili Pumpkin Pie, una golosa torta a base di zucca, e Apple Pie, iconica torta di mele.