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9 Settembre 2022 14:00

Perché l’olio di semi di girasole costa così tanto? La causa è la guerra

L'olio di semi di girasole è sempre stato un prodotto economico, perfetto per la frittura anche per motivi economici. Da qualche mese non è più così a causa degli aumenti dovuti alla guerra tra Russia e Ucraina.

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Gli aumenti hanno colpito duramente tutti i cibi del supermercato ma ce n'è uno che ha decisamente esagerato: l'olio di semi di girasole. Questa materia prima che in Italia associamo sempre al mondo della frittura ha visto crescere il proprio prezzo di oltre il 40% arrivando a una cifra decisamente proibitiva. Ma perché l'olio di semi di girasole costa così tanto? Inutile girarci intorno: il motivo è uno, la guerra tra Russia e Ucraina che ha bloccato le esportazioni facendo schizzare il prezzo alle stelle.

Il costo dell'olio di semi è insensato

L'olio di semi di girasole costa sempre di più ma a differenza di altri prodotti di cui abbiamo parlato come la mozzarella, le ciliegie o l'olio extravergine d'oliva, qui non c'è una motivazione tecnica per questo prezzo tanto alto. Negli altri casi abbiamo esaltato l'artigianalità, la lavorazione, la difficoltà nel raccolto ma per l'olio di semi tutto questo viene meno.

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Si tratta di un olio comune prodotto in abbondanza che solo a causa della guerra ha visto crescere il proprio prezzo. Parliamo della quarta fonte di olio più vasta al mondo ma, purtroppo, quasi tutta viene da Russia e Ucraina che coprono oltre l'80% del fabbisogno mondiale. Purtroppo neanche le navi che stanno partendo dall'Est grazie agli accordi Onu con le singole nazioni porterà a un miglioramento perché sui convogli troviamo principalmente grano.

Se fino a dicembre era quasi impossibile trovare l'olio di semi di girasole oltre i 2 euro al litro, oggi è quasi impossibile trovarlo sotto i 2,10 euro a litro per un aumento di oltre il 20%. Curiosamente negli ultimi mesi è stato anche uno dei prodotti più venduti insieme a zucchero, pasta di semola, farina, riso, conserve di verdure, legumi, carne e pesce che garantiscono una lunga scadenza. Sono tutti acquisti "emotivi", dovuti alla paura per il conflitto e al timore di non trovare più nulla sullo scaffale, situazione analoga a quanto visto all'inizio della pandemia.

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