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12 Aprile 2022 15:45

Guerra in Ucraina, sale il prezzo dell’olio di girasole, mais e arachidi: come sostituirli

A causa della guerra in Ucraina schizza il prezzo degli oli a base di semi di girasole, mais e palma. A marzo l'aumento ha toccato, a livello mondiale, il +23% rispetto al mese precedente. In cucina però esiste una loro alternativa, anche per friggere.

A cura di Alessandro Creta
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Tra gli effetti riscontrabili all’estero della guerra in Ucraina c’è anche l’aumento dei prezzi di molti generi alimentari. Grano e cereali hanno conosciuto una forte impennata, riscontrata di conseguenza anche sul pane e pacchi di pasta. Allo stesso modo mais e zucchero sono andati incontro alla stessa sorte, pure per la questione legata alla lievitazione del costo del carburante e, quindi, dei trasporti.

Stando ai dati emersi dall’ultimo indice Fao, riferito ai valori di marzo paragonati a quelli del mese precedente, il settore che maggiormente ha conosciuto un aumento dei prezzi è quello degli oli vegetali.

Olio di semi di girasole in primis, a ruota anche quello di palma, soia e colza (considerati le prime alternative), come specifica l’analisi della Food Agricolture Organization of the United Nations. Nemmeno l'olio di semi di mais e di arachidi sfuggono a questo trend al rialzo.

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Il motivo di questa impennata? Gran parte dei semi di girasole, di cui l’Ucraina è una delle maggiori esportatrici a livello europeo, è bloccata nel porto di Odessa sul Mar Nero e questo stallo va ovviamente a danneggiare tutto il mercato continentale. Basti pensare come solo nel 2019 l’Ucraina garantisse quasi la metà delle esportazioni di olio di girasole nel mondo. A causa della guerra, da settimane ormai, nel Paese sono anche state sospese le coltivazioni di girasole, con conseguente interruzione della lavorazione dei fiori e dei semi per la produzione dell’olio.

Olio di semi di girasole: come sostituirlo in cucina

Per questo, stando all’indice Fao (che calcola i trend di mercato a livello globale) il prezzo degli oli vegetali a marzo è stato capace di sfiorare il +23% rispetto a febbraio, causando prevedibile fastidio e insofferenza nei consumatori. Specialmente in Italia alcuni supermercati hanno razionato la vendita di bottiglie di olio di girasole, limitandone a 2-3 a cliente, portando gli acquirenti a virare sulle più dirette alternative quali l’olio di semi di mais e quello di arachidi. I cui prezzi, fisiologicamente, sono in breve tempo schizzati alle stelle.

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Un’alternativa a tutto ciò? Una soluzione potrebbe essere utilizzare in cucina l’olio extravergine di oliva, prodotto di cui l’Italia è molto ricca (sono quasi 600 le cultivar di uliveti presenti sul territorio) e che risulta adatto anche per la realizzazione di fritture. Tutto sta nella fase di scelta di un ottimo olio: e per questo possiamo darvi una mano noi.

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Quello che i piatti non dicono
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