26 Maggio 2023 11:06

Paghiamo come extravergine olio che extravergine non è. Il test al supermercato

Su 20 bottiglie di olio venduto come extravergine di oliva, ben 11 risultano essere di semplice olio vergine. L'analisi de Il Salvagente sbugiarda i produttori: a farne le spese (in tutti i sensi) il portafoglio di noi consumatori.

A cura di Alessandro Creta
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L'olio che tanti di noi hanno a casa, pagato come extravergine di oliva, potrebbe essere in realtà del semplice olio vergine. È quanto emerso da una recente indagine effettuata da Il Salvagente, che ha messo in luce una situazione in cui potrebbero esser caduti vittima migliaia e migliaia di consumatori. Su 20 bottiglie di olio analizzate, tra private label (cioè del marchio del supermercato) oppure di grandi brand olivicoli, tutte vendute come extravergine di oliva, più della metà (11) non hanno superato le analisi alle quali sono state sottoposte, risultando contenenti dell'olio vergine. Un prodotto, tendenzialmente, venduto a un prezzo inferiore rispetto all'evo ma in questo caso spacciato per olio della massima qualità. Lo scarto di prezzo tra i due prodotti? Circa il 30%.

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"Abbiamo analizzato 20 campioni di olio extravergine: alla prova del panel test obbligatoria per legge – si legge sul sito de Il Salvagente, che elenca anche le marche analizzate – più della metà sono risultati ‘vergini', di qualità inferiore a quella promessa. Più della metà dei nostri lotti infatti alla prova organolettica del panel test – obbligatoria per legge per classificare un olio e da noi commissionata alla struttura accreditata dellAgenzia delle Dogane e dei monopoli di Roma – è risultata bocciata. Pur non essendo obbligati, abbiamo deciso di sottoporre lo stesso lotto a una seconda prova: in 11 casi su 11 è stata confermata la presenza di difetti e quindi il declassamento del prodotto".

Alle analisi chimiche e al panel test sono stati sottoposti venti lotti dei seguenti marchi: Bertolli Gentile, Carapelli Il Frantolio, Carrefour Extra Cucina delicata, Cirio Cucina delicata, Colavita Mediterraneo, Coop Classico, Conad Classico, Pietro Coricelli Qualità tracciata, Costa d’oro L’extra, Dante Terre antiche, De Cecco Classico, Esselunga Classico, Frantoio La rocca delicato Eurospin, Farchioni, Primadonna Lidl, Fra’ Ulivo MD, Monini Classico, Sagra Grandulivo, San Giorgio, Santa Sabina.

"Tutti e 20 i campioni analizzati (tutte miscele comunitarie, in un solo caso miscela di oli Ue e non Ue) riportavano parametri chimici conformi ai limiti di legge – si legge – Ad essere risultati vergine a seguito di due panel test sono stati invece 11 lotti: nello specifico 7 private label (a marchio della Gdo o di discount) e 4 di marca".

Olio vergine venduto per extravergine: rischi per la salute?

Va specificato come l'assunzione di olio vergine non metta a rischio la nostra salute. Si tratta, però, di un inganno economico, con tanti clienti che si sono trovati a pagare un prodotto di minore fattura come uno (sulla carta, almeno) di massima qualità. Chi ha commissionato le analisi dichiara inoltre come non pochi brand abbiano risposto a tale inchiesta sostenendo come al momento dell'imbottigliamento l'olio risultasse extravergine di oliva, declinando quindi ogni responsabilità riguardo il modo in cui le bottiglie siano state conservate e poi esposte sugli scaffali della grande distribuzione.

Olio extravergine di oliva e vergine: le differenze

Detto ciò, quindi, quali sono le differenze tra olio extravergine di oliva e l'olio vergine? Il primo in buona sostanza possiamo considerarlo il derivato più puro, naturale (quando lavorato e trattato correttamente) delle olive: una sorta di spremuta del frutto, ancor più intenso nelle percezioni olfattive e gustative quando ancora grezzo. 

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L'olio extravergine di oliva inoltre deve rispettare alcuni parametri come il grado di acidità (criterio comunque non rilevabile al palato), per legge minore o uguale a 0.8% per 100 grammi di prodotto. Passando invece all'analisi organolettica, quindi all'assaggio del prodotto vero e proprio, questo dovrà presentarsi privo di difetti (i più tipici sono il rancido e l'avvinato). Essenziale la presenza del fruttato in scala maggiore o minore di intensità: si intendono con questo termine gli odori e le percezioni gustative che rimandano e ricordano l'oliva. L'olio d'oliva viene invece considerato vergine quando è ricavato pur sempre attraverso procedimenti meccanici, ma per una serie di motivi non arriva a soddisfare i parametri minimi (tanto chimici quanto organolettici, con lievi difetti all'assaggio) che lo avrebbero potuto classificare come extravergine. Si tratta, insomma, di un prodotto qualitativamente di livello inferiore seppur comunque commestibile e non dannoso per il consumatore. Per questa serie di difetti e imperfezioni poi non riuscirà ad apportare gli stessi benefici garantiti da un buon extravergine. Ancora differente, invece, è l'olio di oliva.

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