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10 Febbraio 2022 17:53

Nutriscore propone il bollino nero per il vino e tutti gli alcolici

Il 15 febbraio l'Unione Europea si pronuncerà sul Nutriscore ma nel frattempo arriva la proposta (o provocazione) del suo inventore: il vino e tutti gli alcolici con gradazione superiore all'1,2% dovranno avere un'etichetta con la "F" nera sopra, la peggiore.

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Il discusso e discutibile sistema di Nutriscore sta mietendo un'altra vittima: il vino. Nonostante le centinaia di studi che negli ultimi 50 anni hanno testimoniato l'assoluta salubrità del vino, che anzi aiuta il corpo umano in tante piccole situazioni, secondo Serge Hercherg, l'inventore di Nutriscore, non sarebbe così. Anzi, per il medico francese il vino fa proprio male, così male da creare una categoria a parte, con una lettera diversa, un colore diverso mai usato prima: fino ad oggi l'etichetta a semaforo ha avuto i tre canonici colori e un sistema che va dalla "A" alla "E" per indicare la pericolosità. Per il vino è stata aggiunta la "F" da stampare su un campo nero da apporre sulle etichette del vino, a testimoniare la massima pericolosità del prodotto. Il sistema Nutriscore vuole classificare tutti i prodotti alimentari e quelli che contengono alcol anche in percentuale minima, a suo giudizio, sono i più pericolosi.

Tutte le falle di Nutriscore: in principio fu l'olio

Fino a questo momento il "tema Nutriscore" in Italia è stato trattato alla stregua di una partita di calcio: i francesi cattivoni vogliono attaccare la dieta mediterranea e le nostre tradizioni perché sono invidiosi del nostro territorio. Effettivamente è comprensibile, visto che Nutriscore posiziona le patatine fritte più in alto dell'olio extravergine d'oliva nella scala a semaforo. Questa volta però è diverso: il vino è tanto italiano quanto francese, quindi l'ipotetico danno al comparto vitivinicolo lo avrebbero i francesi tanto quanto gli italiani.

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Proprio in merito a questa "causa comune" è infatti intervenuto il sottosegretario alle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, chiedendo il parere di Macron su questa proposta perché "neanche un mese fa il presidente francese ha firmato un lungo elogio del vino, definendolo parte integrante dell'essere francesi e inscindibile dalla loro arte di vivere. Il capo dell'Eliseo ha anche ricordato come sia centrale nell'economia con 500mila posti di lavoro diretti e indiretti legati alla filiera e che i francesi oggi bevono meno ma meglio. Il vino in Francia come in Italia è espressione di cultura e dei territori ed è parte della dieta mediterranea. Ne va promosso il consumo moderato e consapevole e non va discriminato in modo ottuso" conclude Centinaio.

Questo sistema è sempre stato condannato dall'Italia perché, secondo tutte le parti in causa, sarebbe colpevole di disinformare i consumatori e condannare i nostri prodotti tipici come il parmigiano reggiano, la mozzarella, il prosciutto di Parma in favore di prodotti, spesso sintetici e di scarso valore.

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L'ex ministra Bellanova aveva proposto all'Unione Europea la Nutrinform Battery, una risposta italiana e neutrale al Nutriscore, che a causa della pandemia è stata messa un po' da parte. Secondo l'attuale vice ministra delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, il maggior rischio dell'etichettatura francese sta proprio in questa malriposta superiorità di giudizio. Anziché informare il consumatore che è poi libero di scegliere ciò che meglio crede, Nutriscore pre-seleziona a monte ciò che è buono e ciò che è sbagliato secondo dei criteri personali che, com'è evidente, sono molto discutibili.

Proprio a tal proposito è drastica Micaela Pallini, la presidente di Federvini, che ha parlato di un "affronto all'intelligenza dei consumatori" e di come il Nutriscore tiri "uno schiaffo a un comparto che rappresenta, da secoli, non solo una ricchezza economica, ma soprattutto un modello di vita e di civiltà. Etichettare in rosso, o addirittura in nero come nel nostro caso, un cibo o una bevanda, significa mettere alla gogna e criminalizzare un prodotto senza associarlo alle modalità né alle occasioni di consumo".

Tutto verrà svelato all'indomani di San Valentino

Per ora la proposta di Serge Hecberg è solo una proposta che sta facendo discutere parecchio, soprattutto in Italia. Potrebbe restare questo, anche perché il personaggio non è nuovo ad alzate di testa di questo tipo: in patria è un epidemiologo e nutrizionista molto rispettato ma altrettanto discusso proprio per prese di posizione non sempre condivisibili. Nell'ultima settimana la risposta a chi ha criticato la "F" nera sui prodotti alcolici è stata sempre più o meno la stessa, con Hecberg pronto a tirare in ballo la "lobby del vino", criticando i giornalisti che stanno dando adito a questi industriali e bollare l'alcol come cancerogeno. Tutto il discorso decade con una semplice comparazione: le bevande gassate hanno una classificazione da "E" rossa, il punteggio minimo, con questa nuova proposta invece, ogni tipo di alcolico sarebbe perfino peggiore.

Il punto è molto più ampio: la "F" nera non colpisce solo il vino che ha un contenuto alcolico variabile tra il 4% e il 20%, colpisce tutti i prodotti che hanno una gradazione superiore all'1,2%. Questo tipo di proposta è stata già fatta in passato dall'inventore di Nutriscore ma l'Unione Europea ha immediatamente rimandato indietro l'inziativa e potrebbe fare lo stesso anche sta volta. Tutto il caso Nutriscore si risolverà in un modo o nell'altro il prossimo 15 febbraio, data in cui l'Assemblea Plenaria del Parlamento Europeo voterà (quasi sicuramente a favore) della nuova etichettatura nella nostra comunità. Per le effe nere ci sarà tempo e modo di discutere, ma dalla prossima settimana l'etichettatura potrebbe comunque cambiare volto, non necessariamente in meglio.

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A cura di
Leonardo Ciccarelli
Nato giornalista sportivo, diventato giornalista gastronomico. Mi occupo in particolare di pizza e cocktail. Il mio obiettivo è causare attacchi inconsulti di fame.
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