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23 Settembre 2023 11:00

L’autunno e la magia della vendemmia: riti e tradizioni antiche che si rinnovano ogni anno

Tra riti propiziatori, maestria artigianale e innovazione tecnologica, sta inziando la raccolta dell'uva che servirà per la realizzazione del vino.

A cura di Monica Face
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L'autunno è appena iniziato, segnando l'arrivo della vendemmia e la promessa di nuovo vino. Questo periodo non è solo un cambio di stagione, manifestato attraverso una tavolozza di colori infuocati, ma è anche la conclusione di mesi di impegno e dedizione nei vigneti. La vendemmia è un evento che evidenzia l'ingegno e l'abilità umana nella produzione vinicola, un rituale che si intreccia con secoli di storia, tradizioni culturali, riti propiziatori e innovazioni tecnologiche.

La vendemmia tra storia e cultura

La vendemmia è una pratica antica, che affonda le sue radici nei secoli passati e che viene dal latino vindemia, composta da vinum, che significa "vino", e demere, che significa "togliere" o "raccogliere". Il termine descrive quindi l'atto di raccogliere l'uva per la produzione di vino. Il vocabolo era usato in particolare per indicare la raccolta delle uve destinate alla vinificazione nella cultura romana antica.

L'uva, infatti, è stata coltivata e raccolta per la produzione del vino fin dall'antichità: tuttavia, è nell'antica Roma che la vendemmia ha acquisito una connotazione speciale. I Romani dedicavano un intero mese, settembre, alla raccolta delle uve, chiamato mensis vindemialis. Questo periodo era caratterizzato da festività e riti religiosi per ringraziare gli dei per un buon raccolto.

Il significato culturale della vendemmia

Questo rito è più di una semplice raccolta di uva: è una celebrazione dell'agricoltura e della cultura locale. In molte regioni vinicole la vendemmia è un momento di festa con usanze uniche. Non si tratta, infatti, solo di un evento agricolo: è un vero e proprio rituale sociale, un momento in cui le comunità si radunano in un clima festoso, spesso trasformando la fatica in una sorta di celebrazione. Famiglie, amici e persino interi paesi uniscono le forze, rafforzando i legami e creando memorie indimenticabili.

Da nord a sud, la vendemmia è spesso accompagnata da festival e parate. In Italia, ad esempio, la "Festa dell'Uva" è un evento annuale che celebra non solo il raccolto, ma anche la cultura e la tradizione locali. Si tratta di un momento di festa, spesso animato da musica, balli e, naturalmente, degustazioni di vino.

La vendemmia, inoltre, ha un impatto significativo sull'economia. Oltre alla produzione di vino, genera infatti attività turistiche e offre opportunità di lavoro stagionale. Ma il suo valore va oltre il puramente economico: rafforza il tessuto sociale e contribuisce al benessere emotivo della comunità.

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Tradizioni e riti della vendemmia

Come dicevamo la vendemmia non è solo un evento fisico, ma anche spirituale. Le tradizioni variano da regione a regione: musica, canti e balli sono spesso parte integrante del processo, servendo non solo a elevare lo spirito ma anche a ritmare il lavoro.

Il primo sorso d'autunno

Una tradizione particolarmente amata è l'apertura della prima bottiglia di vino nuovo, conosciuto come vino novello. Questo vino fresco e fruttato è il prodotto della vendemmia dell'anno in corso. La sua degustazione è un rito di passaggio che segna l'inizio dell'autunno. Il vino novello è spesso accompagnato da piatti tradizionali, come salumi e formaggi locali, che si sposano perfettamente con il suo sapore giovane e vivace.

La degustazione del vino novello è un modo per assaporare l'autunno in un bicchiere, mentre le tradizioni secolari ci ricordano la bellezza di preservare le nostre radici. A differenza di altri vini che richiedono anni di invecchiamento, il vino novello è pronto per essere gustato subito dopo la vendemmia. È come una finestra aperta sul raccolto corrente, una degustazione in anteprima delle uve dell'anno.

Riti, superstizioni e folklore legati alla vendemmia

La vendemmia è una pratica ricca di tradizioni e superstizioni, molte delle quali hanno radici antiche e sono legate alla speranza di una buona annata vinicola. Alcune di queste sono ancora praticate oggi, nonostante l'avanzamento tecnologico, come un modo per mantenere vivo il legame con il passato. Eccone alcune:

  • La benedizione delle vigne: in molte regioni vinicole, è tradizione avere un sacerdote che benedice le vigne prima dell'inizio della vendemmia. Questo atto simbolico è finalizzato a chiedere la protezione e una buona annata.
  • L'inizio della vendemmia: la data in cui inizia la vendemmia è spesso considerata un momento critico. Ci sono superstizioni legate al calendario e alle fasi lunari. Alcuni credono che la luna influenzi la qualità delle uve raccolte, quindi scelgono di iniziare la vendemmia in base a fasi lunari specifiche.
  • Il brindisi al primo grappolo: prima di iniziare la vendemmia, è comune fare un brindisi con il primo grappolo di uva matura. Non si tratta di un brindisi nel senso tradizionale del termine, in cui si alzano i calici e si beve, ma di un momento in cui il primo grappolo di uva matura raccolto, viene presentato ai presenti come un simbolo di buon auspicio per l'annata e la raccolta a venire. Può essere benedetto, passato tra le mani dei partecipanti, o addirittura diviso e mangiato sul posto come segno di condivisione e speranza per un raccolto abbondante.
  • La donna bionda o la donna bruna: in alcune regioni, si crede che la prima persona a entrare nel vigneto debba essere una donna bionda o una donna bruna, a seconda della tradizione locale. Questa figura rappresenta la fertilità e la buona fortuna per la vendemmia.
  • Il silenzio durante la raccolta: in alcune comunità agricole, si crede che durante la raccolta delle uve si debba mantenere il silenzio. Questo è fatto per evitare di disturbare gli spiriti della natura o gli esseri soprannaturali che potrebbero influenzare la qualità dell'uva. Al contrario, in altri vitigni, si usa accompagnare la raccolta con canti e momenti di ilarità.
  • Il numero di uva nelle ceste: il numero di uve in una cesta durante la raccolta è spesso considerato importante. Alcuni credono che un numero dispari porti fortuna, perché simboleggia l'unicità, mentre altri preferiscono numeri pari, perché rappresentano la dualità, l'armonia e la coppia. Una superstizione che varia da regione a regione.
  • Il rituale del primo mosto: dopo la raccolta delle uve, il primo mosto (il succo delle uve appena schiacciate) è spesso utilizzato in un rito propiziatorio. Può essere versato sulla terra o utilizzato per fare il primo vino della stagione.
  • Il guardiano del vigneto: in alcune culture, si crede che ogni vigneto abbia un "guardiano" o uno spirito protettore. Gli agricoltori fanno offerte o preghiere a questo spirito per assicurarsi una buona annata.

Queste superstizioni e tradizioni sono affascinanti testimonianze della profonda connessione tra l'umanità e la terra. Sebbene possano sembrare strane o antiquate, continuano a essere rispettate in molte regioni vinicole in tutto il mondo come parte integrante della cultura della vendemmia.

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Come la tecnologia ha rivoluzionato la vendemmia

Non possiamo parlare di vendemmia senza menzionare il vecchio metodo di spremitura dell'uva coi piedi. Questa pratica, ora sostituita per lo più da metodi meccanici, rappresenta una connessione emotiva e storica con le radici della viticoltura. In un arco di tempo relativamente breve, la pratica millenaria della raccolta dell'uva ha subito cambiamenti importanti grazie all'adozione di nuovi metodi e strumenti.

Dal piede alla macchina: evoluzione nella raccolta e nella lavorazione dell'uva

Se anticamente l'uva veniva raccolta a mano e poi schiacciata con i piedi, un rituale che in molti luoghi era motivo di festa e di comunità, oggi la situazione è molto diversa: le macchine da vendemmia, introdotte negli ultimi decenni, rappresentano una delle innovazioni più significative.

Questi veicoli dotati di sofisticati meccanismi sono in grado di scuotere i tralci e raccogliere l'uva molto più rapidamente ed efficientemente rispetto ai metodi manuali. Questo ha non solo reso il processo più rapido, ma ha anche ridotto i costi e minimizzato il rischio di danni all'uva causati da condizioni meteorologiche avverse.

Nonostante ciò, in alcuni vitigni capita che la raccolta venga fatta ancora a mano. Una scelta dettata sia dalla necessità, magari per l'impossibilità di introdurre delle macchine, per la qualità, in quanto la selezione delle uve risulta essere più precisa e la raccolta più delicata.

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Sostenibilità e responsabilità: un nuovo modo di vedere la vendemmia

In un'epoca in cui la consapevolezza ambientale è al centro dell'attenzione, l'innovazione sostenibile sta diventando sempre più importante. La gestione intelligente delle risorse idriche, l'uso di energia rinnovabile e l'adozione di pratiche agricole biologiche e biodinamiche sono solo alcune delle iniziative che stanno prendendo piede nei vigneti di tutto il mondo. Questa nuova ondata di responsabilità ambientale non solo riduce l'impatto ecologico della produzione del vino, ma contribuisce anche a preservare la diversità e la bellezza del territorio per le generazioni future.

L'efficienza digitale nella vendemmia

Un altro grande cambiamento è stato l'uso della comunicazione digitale. Grazie ai social media, molte cantine e produttori di vino hanno la possibilità di documentare in tempo reale il processo di vendemmia. Questo coinvolge una comunità globale di appassionati, creando un senso di partecipazione virtuale che era impensabile solo qualche anno fa.

La vendemmia è quindi un affascinante amalgama di passato e presente, una pratica che non solo produce il prezioso nettare degli dei, ma che anche celebra l'ingegnosità umana, la storia e la cultura. In questo momento dell'anno, mentre i vigneti si tingono dei colori dell'autunno e l'uva matura sotto il calore del sole, possiamo tutti fare un brindisi alla ricchezza e alla complessità di questa antica tradizione. Cin cin!

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