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22 Aprile 2020 15:16

In Campania torna il delivery: forni accesi da lunedì 27 aprile

Finisce l'embargo in Campania, il governatore Vincenzo De Luca firma la delibera: da lunedì 27 aprile i ristoranti potranno effettuare le consegne a domicilio su tutto il territorio. Previste stringenti misure di sicurezza, a partire dalla sanificazione obbligatoria per tutti i locali fino al controllo dello stato di salute dei dipendenti.

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Foto di Marco Pellone

Finisce l’embargo in Campania, da lunedì 27 aprile arriva il delivery in regione: dalle 7:00 alle 14:00 via a bar e pasticcerie, per le altre attività ristorative apertura delle 16:00 alle 22:00. La decisione è stata presa da Vincenzo De Luca, dopo una lunghissima seduta con la task force regionale nel pomeriggio di ieri che ha valutato e poi deliberato la riapertura delle attività legate al cibo da asporto, alle librerie e alle cartolerie. Ci saranno stringenti misure precauzionali per tutelare i dipendenti e i clienti, a partire dalla sanificazione dei locali dopo molte settimane di inattività.

Oltre all'orario ristretto e alla sanificazione, l'ordinanza regolarizza anche la modalità di servizio:

  • le prenotazioni possono essere effettuate al telefono o tramite le applicazioni; vietato quindi l'asporto.
  • La sanificazione degli ambienti deve essere effettuata almeno una volta al giorno, utilizzando prodotti con una concentrazione di etanolo pari almeno al 70%, quindi prodotti a base di cloro, candeggina o altri disinfettanti.
  • Il personale deve fare una visita medica e deve indossare mascherine, guanti, camici monouso e sovrascarpe, il tutto fornito dal datore di lavoro.
  • La consegna va effettuata seguendo le norme igienico-sanitarie in vigore nel resto d'Italia, quindi esclusivamente in contenitori termici sanificati, con il fattorino anch'egli munito di mascherina e guanti monouso in caso di pagamento in contanti.
  • Quando il pagamento è effettuato online la consegna sarà "impersonale": il fattorino arriva avvisando il cliente, lascia il prodotto appoggiato e una volta che si sarà allontanato il cliente potrà prendere l'ordinazione.

"Si tratta di un primo passo e di un primo segno di rilancio delle attività economiche secondo una linea di responsabilità e di prudenza, che richiede da parte di tutti il rispetto rigoroso delle regole di tutela della propria e dell'altrui incolumità" – ha spiegato De Luca – "Il provvedimento è articolato in maniera da diluire la mobilità nel corso della giornata ed evitare assembramenti. Sarà fondamentale rispettare tutti i dispositivi di sicurezza, pena sanzioni severe a carico degli inadempienti. Occorrerà utilizzare i prossimi giorni per sviluppare tutte le operazioni di sanificazione e igienizzazione dei locali, in qualche caso chiusi da molte settimane, per sottoporsi a visite mediche e per preparare tutte le certificazioni necessarie dal punto di vista sanitario". A questo link l'ordinanza completa

Le premure erano comunque già state messe in conto dai tantissimi ristoratori che hanno lanciato appelli in queste settimane in cui la Campania è rimasta l’unica regione al mondo a vietare la consegna a domicilio del cibo, a causa dell'emergenza sanitaria.

Le reazioni del mondo pizza

Tanta la soddisfazione da parte dei diretti interessati, a partire da Gino Sorbillo che negli ultimi giorni ha mostrato insofferenza verso la situazione minacciando la chiusura di 4 punti vendita tra Napoli e Milano: "Da lunedì cibo da asporto consentito, grazie presidente", addirittura scritto 18 ore prima della delibera ufficiale; oppure Diego Vitagliano che si è limitato a un "Si riparte".

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Più loquace Massimo Di Porzio nel ruolo istituzionale di presidente provinciale della FIPE, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi: "Una serie incredibile di sensazioni, tante quante ne abbiamo vissute in questi due lunghissimi mesi di chiusura. Emozione, soprattutto, ma anche paura per quello che ci aspetta. Questa non è la panacea di tutti i mali, dobbiamo essere molto attenti e responsabili e ognuno valutare conti alla mano se vale la pena di farlo o meno. Ma almeno abbiamo dato a tutti l'opportunità di scegliere, e questo è già tanto".

Ai campani mancava quella sensazione familiare di poter chiamare il pizzaiolo di quartiere e ordinare le pizze a casa, mancava quell’esclamazione conviviale del pomeriggio, quando non si aveva voglia di cucinare la sera: "Chiammamec na pizz". Da lunedì si potrà fare di nuovo.

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