Lo vediamo spesso in etichetta: quando leggiamo E 210, E 211, E 212 ed E 213 nel prodotto c'è acido benzoico o derivati. È un conservante a cui dobbiamo stare attenti.
È presente in tantissimi cibi confezionati ed è uno dei più efficaci conservanti che conosciamo ma bisogna stare molto attenti a questo composto: parliamo dell'acido benzoico. Lo possiamo trovare sia in una soluzione chimica, siglato con "E 210" in etichetta, sia in composti salini, in questo caso siglati come "E 211″, "E 212″ ed "E 213″. È uno dei principali conservanti alimentari, usati per combattere l'azione dei lieviti e dei batteri negli alimenti con pH acido, come ad esempio lo yogurt. Viene usato molto anche nelle bevande analcoliche aromatizzate, nelle bevande alcoliche, nelle conserve ittiche, nelle confetture, nella maggior parte della frutta, nei funghi, nella cannella, nei chiodi di garofano e in alcuni prodotti caseari. Agisce principalmente su lieviti e muffe e, solo in maniera secondaria, sui batteri. Quasi sempre lo ritroviamo nella versione di benzoato di sodio, (quindi come sale), perché usato nei cibi e nelle bevande è 200 volte più solubile dell'acido benzoico "originale". Vediamo nello specifico di che si tratta e perché dobbiamo stare attenti, ma senza allarmismi.
L'acido benzoico deriva dal benzene e a temperatura ambiente è un semplice liquido incolore, che evapora anche molto velocemente. Lo troviamo pure in natura, lo contengono le prugne ad esempio, ma in dosi così minime che in pratica questo conservante viene prodotto tutto in laboratorio per sintesi chimica a partire dall’anidride ftalica.
È diventato famoso a partire dagli anni '90 grazie all'episodio di Halloween della quarta stagione dei Simpson. Homer dimentica il regalo per il figlio Bart ed entra in un negozio poco raccomandabile dove chiede al titolare se vende giocattoli. Da qui c'è una sequenza spassosissima:
– Vendete giocattoli?
– [Con tono sinistro] Vendiamo oggetti proibiti da luoghi dove gli uomini temono di mettere piede, e yogurt congelato che io chiamo «congurt».
– Senta, a me serve qualcosa per il compleanno di mio figlio.
– Ah, forse questo sarà di suo gradimento. [prende un pupazzo Krusty parlante] Prenda questo oggetto, ma – attenzione! – porta con sé una terribile maledizione.
– Oh, questo è male!
– Ma con esso è compreso un congurt gratis!
– Questo è bene!
– Anche il congurt ha una maledizione!
– Questo è male.
– Ma può arricchirlo con uno sciroppo di suo gusto!
– Questo è bene!
– Gli sciroppi contengono benzoato di potassio! [Homer mostra uno sguardo assente] E questo è male!
– Posso andare ora?
Il benzoato di potassio altro non è che l'E 2012 sopracitato ed effettivamente è probabile che lo sciroppo per il "congurt" potesse avere questo elemento all'interno perché è presente in cibi e bevande acidi come succhi di frutta o bibite gassate. Ma perché dobbiamo stare attenti? Innanzitutto specifichiamo che non c'è alcun allarme ed è un prodotto molto controllato. La Food and Drug Administration negli Stati Uniti lo considera un prodotto sicuro se gli alimenti lo tengono entro il limite fissato allo 0.1%, in Europa i limiti sono vari a seconda del tipo di alimento. C'è però da dire che i dibattiti sul tema danno informazioni contrastanti. I rischi che presentano i derivati dell'acido benzoico, soprattutto nella soluzione salina, provocano iperattività secondo uno studio condotto dalla Benedictine University soprattutto se combinato con coloranti alimentari artificiali ed è quasi sempre così, soprattutto sul mercato americano. Gli effetti si aggravano nei bambini, per questo sconsigliano vivamente di dare loro delle bevande zuccherine, oltre che per tutti gli altri motivi più noti.
L'acido benzoico ha effetto anche sulla carnitina, un amminoacido che influenza la nostra produzione di energia: più benzoato di sodio (o simile) assumiamo, più sarà necessario assumere integratori per ristabilire il ritmo naturale del nostro corpo. Ci sono poi ulteriori altri studi che dimostrano come i prodotti con numerose "E" in etichetta influenzino il controllo dell'appetito, lo stress, causino infiammazioni varie e stimolino la produzione di radicali liberi che possono danneggiare le nostre cellule e aumentare il rischio di malattie. Tutti questi ultimi studi però non sono arrivati alla sperimentazione umana quindi vanno presi con le pinze.
Abbiamo detto che è possibile trovare naturalmente questo ingrediente in frutta e verdura: le prugne ne sono ricche, non scherzano i mirtilli rossi; lo troviamo anche in more, cannella e chiodi di garofano ma solo se maturi. Si forma anche nelle mele se infettate con un fungo e in alcuni animali, come la pernice. Alcuni di questi alimenti hanno anche quantità considerevoli di acido benzoico: la maggior parte delle bacche ha circa lo 0.05% (quindi metà "dose"), i mirtilli variano dallo 0.03% allo 0.13%. Ricordiamo che il limite per gli esseri umani è dello 0.1% quindi mangiare tanti mirtilli (soprattutto se maturi) può darci dei fastidi. Fortunatamente il nostro organismo non accumula questa sostanza, la eliminiamo nelle urine.
La fonte più comune di acido benzoico nel cibo è senza dubbio in forma sintetica perché viene usato come conservante di molti cibi. L'acido benzoico lo possiamo trovare nei formaggi, nei salumi, in birre, gelati, marmellate, succhi di frutta, nelle gomme da masticare, nella margarina, nei sottaceti e nelle bevande zuccherate analcoliche. In realtà dobbiamo spezzare anche una lancia (seppur parziale) a favore di questo conservante: secondo molti scienziati può essere utile per combattere le malattie al fegato e i disturbi ereditari del ciclo dell'urea. Questi effetti per i medici sono comunque irrilevanti perché i rischi superano di gran lunga i benefici.