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8 Novembre 2022 11:00

Dall’orto botanico ai bigoli: cosa vedere e cosa mangiare di tipico a Padova

Cosa si mangia a Padova? Quali sono alcuni dei piatti tipici del territorio? Alla scoperta delle ricette tradizionali locali, da gustarsi magari dopo una visita in un orto botanico unico al mondo, patrimonio Unesco.

A cura di Alessandro Creta
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In questo tour attraverso alcuni siti Unesco sparsi su e giù per lo Stivale oggi arriviamo a Padova. Dopo esser stati a Ravenna, per le vie del centro storico di San Gimignano e a Castel Del Monte ad Andria stavolta ci spostiamo al nord, alla scoperta dell’orto botanico della cittadina veneta, dei piatti e prodotti tipici della zona.

Orto botanico di Padova patrimonio Unesco

Patrimonio Unesco dal 1997, l’orto botanico di Padova è il più antico del mondo ancora nella sua collocazione e forma originaria. Risale al 1545, nato per la coltivazione di piante medicinali, si trova nel centro storico della città ed è di proprietà dell’Università locale, fondata nel 1222 e da sempre attenta allo studio di piante per l’applicazione medica e farmatologica. Si legge sulla pagina dedicata del sito Unesco come questo orto venga anche chiamato “… giardino dei semplici, poiché destinato inizialmente alla sola coltivazione delle piante officinali (chiamate nel Medioevo “i semplici”) usate per produrre i medicamenti, l’orto padovano costituì un passo avanti fondamentale per la storia della medicina e della scienza botanica e anche un esempio illustre dei canoni estetici del Rinascimento per l’architettura dei giardini”.

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Oggi in questo spazio verde di 22.000 metri quadrati sono contenute oltre 6.000 piante coltivate, provenienti da ogni parte del mondo, per un totale di circa 3.500 specie differenti. La pianta più vecchia presente? Si tratta di una palma, chiamata Palma di Goethe, arrivata qui nel 1585.

“L’Orto Botanico di Padova – continua la pagina dedicata dell’Unesco – svolge ancora il suo ruolo originale come centro di attività didattica universitaria, educazione e ricerca scientifica, rappresentando una fonte di ispirazione per molti altri giardini in Italia e in Europa, sia per le loro progettazioni architettoniche e funzionali, sia negli approcci didattici e scientifici sullo studio delle piante medicinali e delle discipline affini”. Un simbolo di eccellenza, insomma, riconosciuto a livello internazionale.

Cosa si mangia a Padova

Fatto un breve giro dell’orto botanico, nel suo genere, più antico del mondo andiamo ora a scoprire alcune delle specialità tipiche della cittadina veneta. Cosa si mangia a Padova? Quali sono alcune sue ricette della tradizione? Tra gli immancabili bigoli, il radicchio e baccalà, andiamo a scoprire alcune delle prelibatezze del territorio.

1. Bigoli

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Impossibile non cominciare dai bigoli, pasta fresca (tipicamente senza uova) della tradizione popolare veneta declinata nelle più svariate ricette, con i più differenti condimenti. Ad Abano Terme e Limena i bigoli hanno ottenuto la De.Co, denominazione comunale che ne certifica la valorizzazione, tutelandone anche la storia. Si tratta di grossi spaghettoni accompagnati ora con ragù all’anatra ora alla lepre, ma anche in salsa con le sarde oppure con la carne di cinghiale.

2. Radicchio

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Altra istituzione del territorio è il radicchio locale. Nello specifico il radicchio rosso tardivo, la cui produzione comprende le zone in provincia di Treviso, Padova e Venezia. Con questo vegetale si condiscono primi piatti (per esempio tagliatelle con la pancetta), si realizza il ripieno di paste fresche come ravioli, viene utilizzato come contorno di piatti di carne (anatra o pollo) oppure si usa anche nella realizzazione di dessert, magari sotto forma di crema.

3. Baccalà

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Si tratta di uno dei pesci più utilizzati nella cucina veneta. Il baccalà è tra i protagonisti della gastronomia del territorio, tanto da diventare tipica la ricetta chiamata baccalà alla vicentina, proposta comunque anche nella non lontana Padova, come come a Venezia. A discapito del nome viene utilizzato lo stoccafisso, vale a dire il merluzzo essiccato e non quello conservato sotto sale. Il pesce è cotto a fuoco con tanta cipolla in un tegame di coccio, ricoperto di latte e olio in pari quantità; servito poi su un letto di polenta gialla.

4. Gallina padovana

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Tra i simboli di Padova c’è senza dubbio la gallina locale. Dotata di un caratteristico ciuffo al posto della cresta, questo animale fornisce una buona quantità di uova e le sue carni sono particolarmente apprezzate. Se ne realizzano brodi, sughi, insalate, il suo petto viene fatto alla griglia o arrosto, magari con del vino rosso.

5. Gran bollito misto

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Altra istituzione della cucina padovana e veneta più in generale è il gran bollito misto. Vari tagli di carne e lunghe cotture per questo piatto sostanzioso e ricco, già preparato nel Seicento e (pare) tra i preferiti di Galileo Galilei. Le carni, di maiale, manzo, cavallo, vitello e gallina come da tradizione devono essere bollite assieme a carote, sedano, prezzemolo, se disponibile anche lardo, grana, pane vecchio grattugiato, tuorlo d’uovo ed uno spicchio d’aglio. In accompagno salse come mostarda o salsa verde, a base di acciughe, capperi, aglio e prezzemolo.

6. Torta pazientina

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Finiamo con un dessert tipico di Padova: la torta pazientina. Si tratta di un dolce storico, pare nato già nel 1600, dalla preparazione non semplice e immediata. Una delle teorie sull’origine del nome, infatti, pare si riferisca proprio alla pazienza necessaria per realizzare questa torta a strati composta da frolla di mandorle e pan di Spagna farcito con lo zabaione. Il tutto arricchito con molte scaglie di cioccolato.

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Quello che i piatti non dicono
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