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29 Ottobre 2022 13:00

Cosa si mangia ad Halloween: il giro del mondo in 7 piatti della tradizionale festa

Cosa si mangia ad Halloween in giro per il mondo? Quali sono alcune delle preparazioni tipiche di questa celebre ricorrenza? Dall'Italia agli Usa, passando per l'Irlanda, le ricette più diffuse.

A cura di Alessandro Creta
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Una festa tradizionale della cultura celtica, particolarmente sentita in Irlanda e nei Paesi anglosassoni che da una ventina d'anni a questa parte sta prendendo piede anche in Italia. Halloween sta progressivamente diventando una ricorrenza particolarmente attesa anche da noi, soprattutto da bambini desiderosi di girare di casa in casa alla ricerca dei più disparati dolcetti, mascherati e truccati come abitudine halloweenesca richiede.

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In gran parte del mondo si celebra questa ricorrenza e, così come per tante altre feste, le tavole si imbandiscono e vengono preparati piatti legati alla festa dei defunti. Quali sono alcuni di questi?

Cosa si mangia ad Halloween nel mondo

Cosa si cucina nel mondo in occasione di Halloween? Facciamo un giro attorno al globo per scoprire alcune delle ricette tipiche della sera più spaventosa dell'anno.

1. Irlanda: barm brack

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Questo viaggio non poteva non partire dall'Irlanda. Nel Paese degli elfi e dei folletti in occasione di Halloween si preparata il barm brack (o barmbrack), un tradizionale pan dolce aromatizzato al tè con all'interno uvetta, canditi e spezie che in passato nascondeva al suo interno un oggettino in grado di predire il futuro. Chiunque dentro al suo barmbrack avesse trovato, per esempio, un bastoncino avrebbe avuto un matrimonio infelice e litigato con il partner, chi una moneta invece sarebbe stato atteso da un futuro prospero. Oggi nel dolce viene per lo più utilizzato solamente un anello, a simbolo di prossime fortune.

2. Messico: pan de muertos

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Si vola in Messico per scoprire il pan de muertos, una ricetta realizzata qualche giorno prima della festività dei morti, ricorrenza molto sentita nella Nazione del Centro America. Si tratta, come facilmente intuibile, di pane (dalla forma tondeggiante) preparato con burro, zucchero, latte e aromi come scorza di arancia o semi di anice, consumato di fronte a un altare innalzato in onore dei defunti, a simboleggiare un nuovo pasto assieme ai cari che non ci sono più.

3. Usa: pumpkin pie e candy apple

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Tappa obbligata quella negli Stati Uniti. Siamo nel Paese che forse più di ogni altro è riuscito a esportare la cultura materialista e spettacolare di Halloween, capace di influenzare anche altre Nazioni nel resto del globo. Come celebra lo Zio Sam questa ricorrenza? Con l'immancabile torta di zucca (la pumpkin pie, preparata anche in occasione del Giorno del Ringraziamento e del Natale) a base di pasta frolla e crema di zucca. Per i bambini invece è un must la candy apple, la mela (rigorosamente rossa) caramellata già vista in numerosi film della Disney.

4. Italia: castagnaccio e pane dei morti

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Doveroso passaggio anche in Italia, dove tuttavia la ricorrenza di Halloween è stata solo importata dall'estero. Qui la festività è più effimera e consumistica rispetto ai Paesi anglosassoni, ma si intreccia inevitabilmente con la festa di Tutti i Santi del primo novembre. Per l'occasione tra le preparazioni più note citiamo il castagnaccio, una torta a base di farina, per l'appunto, di castagne diffusa tra Toscana, Umbria, Piemonte, Liguria, Lazio, Emilia e Romagna. Il pane dei morti, tipico di Lombardia e Liguria, è invece un dolcetto a base di mandorle e fichi secchi, pinoli, uvetta e rum, cacao realizzato per la festività di Ognissanti e dei defunti.

5. Gran Bretagna: soul cake

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Foto da Facebook

Una sorta di pan dei morti britannico, realizzato anche in Irlanda. Si tratta di piccoli biscotti rotondi, con una croce incisa, tradizionalmente riempiti con noce moscata, cannella o altre spezie dolci, uvetta o ribes, sembra preparati già nel corso del Medioevo. Pare che i ricchi fossero soliti, durante il mese di novembre, lasciar fuori dalle loro abitazioni questi dolcetti, per donarli ai poveri. Quest'ultimi, in cambio di cibo, avrebbero recitato una preghiera in onore dei loro benefattori.

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Quello che i piatti non dicono
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