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29 Settembre 2020 16:00

Bottura diventa ambasciatore ONU: grazie a Food for Soul recuperate 125 tonnellate di cibo

Lo chef dell'Osteria Francescana, ristorante 3 Stelle Michelin a Modena, è stato scelto dall'ONU come Goodwill Ambassador, ovvero Ambasciatore di Buona Volontà: grazie al suo progetto Food For Soul ha salvato dalla discarica 125 tonnellate di cibo, trasformate in pasti per i meno abbienti. L'obiettivo delle Nazioni Unite è sensibilizzare le persone a combattere lo spreco in occasione della Giornata Internazionale della Consapevolezza sugli Sprechi e le Perdite Alimentari.

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Massimo Bottura è stato scelto dall'ONU come Goodwill Ambassador, ovvero Ambasciatore di Buona Volontà, lui che "No more excuses" se l'è tatuato sul braccio sinistro, scritto in modo indelebile all'altezza del cuore. "Niente più scuse" dunque: è il momento di ridurre lo spreco alimentare.

L'alta cucina ha un ruolo centrale nel sensibilizzare su questo argomento e dopo l'iniziativa di Too Good to Go insieme a Carlo Cracco, Heinz Beck e altri importantissimi chef di tutta la nazione, anche le Nazioni Unite riconoscono questo ruolo e premiano il titolare dell'Osteria Francescana, il ristorante 3 Stelle Michelin di Modena.

"Se riusciremo a utilizzare tutti gli ingredienti al massimo potenziale, ridurremo la quantità di rifiuti e impareremo a fare la spesa in modo più efficiente", ha commentato Bottura dopo aver ricevuto l'onorificenza, "nel mio ruolo di ambasciatore di buona volontà, lotterò per porre rimedio questa vergogna globale". Non è la prima volta che organizzazioni al di fuori del mondo food si accorgono del ruolo dello chef modenese. Quest'anno è stato premiato anche con il Compasso d’Oro per il progetto sociale no profit contro lo spreco alimentare e per Food For Soul, il progetto culturale fondato dallo chef e dalla moglie Lara Gilmore per dare luce e voce al potenziale inespresso di persone, luoghi e cibo.

L'ONU sceglie Bottura

Parte proprio da Food For Soul la scelta delle Nazioni Unite su Bottura: l'organizzazione nata nel 2016 che con i suoi progetti di Refettorio nel mondo, a Milano, Rio de Janeiro, Messico e Parigi, ha risparmiato oltre 125 tonnellate di surplus alimentare imperfetto, salvandolo dalle discariche e trasformando gli ingredienti in oltre mezzo milione di pasti per poveri ed emarginati.

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La sua nomina, in occasione dell’inaugurazione della Giornata internazionale della consapevolezza della perdita e dello spreco di cibo, vuole catalizzare l'attenzione su un tema universale, in un mondo in cui oltre 800 milioni di persone patiscono la fame. Lo spreco alimentare, infatti, non solo incide sulle persone in maniera diretta, ma lo fa anche in maniera indiretta, perché contribuisce alla crisi climatica e alla perdita della biodiversità.

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Quello che i piatti non dicono
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