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28 Novembre 2024 13:00

Vino per il brasato: quali vini usare e quali abbinare

Uno dei piatti più succulenti della gastronomia made in Italy vede il nettare di Bacco l'elemento principale per la sua riuscita oltre al taglio della carne: per ottenere un risultato prelibato il Barolo, spesso poco accessibile, non è l'unica opzione disponibile.

A cura di Federica Palladini
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brasato al barolo

Il brasato è un piatto tradizionale della cucina italiana, particolarmente diffuso nelle regioni settentrionali, una tra tutte il Piemonte, da dove arriva la sua versione più celebre e raffinata, il brasato al Barolo. Si tratta di una preparazione che prevede la cottura lenta di un pezzo intero di carne bovina (manzo o vitello), immerso in un liquido, solitamente vino rosso, arricchito con verdure (carote, sedano, cipolla), spezie (bacche di ginepro e pepe in grani) ed erbe aromatiche (alloro, salvia, rosmarino). La tecnica è quella della brasatura: la carne viene prima fatta marinare per una notte, poi rosolata in padella – ovvero brasata – e trasferita in una pentola con la marinatura e lasciata cuocere a fiamma bassa, dolcemente, per diverse ore (in media tre) fino a quando non diventa tenerissima. I tagli del bovino che si prediligono sono quelli ricchi di tessuto connettivo che si scioglie con il calore e regala la giusta morbidezza e gusto: il grande classico è il cappello del prete, ricavato dalla spalla, ma vanno bene anche il muscolo della coscia, il geretto, e il reale (o tenerone) dal collo, che presentano tutti un buon equilibrio tra parte magra e grassa. L’altra materia prima imprescindibile, quindi, è il vino: spesso nelle ricette l’indicazione che si trova è un generale “vino rosso”, nonostante in vendita ce ne siano tantissime tipologie tra le quali non è sempre facile orientarsi. Vediamo quali sono i vini più indicati – e perché – e anche quelli che si abbinano meglio al piatto quando si serve a tavola.

Brasato: quali sono i migliori vini per prepararlo

La scelta del vino da utilizzare all’interno della ricetta si rivela come visto importante per dare personalità e profondità al brasato. Il consiglio generale è quello di preferire un vino di buona struttura e complessità aromatica, che sia caratterizzato da profumi intensi e che abbia una bassa acidità, meglio se invecchiato in legno, che dona morbidezza. Il Barolo, l’opzione più pregiata, è quella che rispecchia al meglio tutte queste peculiarità: è uno dei grandi rossi piemontesi, con denominazione Docg, corposo, dall’aroma persistente, fruttato e speziato. Essendo molto costoso, è ideale da usare in cucina in una pietanza destinata alle grandi occasioni, come potrebbe essere il Natale, dove si punta alla qualità di tutte le materie prime.

brasato al barolo

Detto questo, non è l’unica da tenere in considerazione, perché ci sono varianti che si adeguano ai diversi budget. I vini che meglio si adattano a sostituire il “re” sono altri a base di uve Nebbiolo: uno in purezza proprio come il Barolo è il Barbaresco, sempre piemontese: elegante, caldo, avvolgente è anch’esso un prodotto di pregio (Docg), può essere più accessibile (necessita per esempio di un minore invecchiamento). Altrimenti punta su un vino Nebbiolo, che a seconda della zona di produzione ha prezzi differenti. Dal Piemonte arriva anche la Barbera, che ha origine, invece, dall’omonimo vitigno: è un vino dalle note floreali e speziate. Il brasato al Barbera è una delle varianti più note del piatto, con cui si va sul sicuro. Alternative che si allontanano dal territorio d’elezione e facili da reperire sono il Chianti (a base Sangiovese) e il Primitivo, che provengono da regioni, la Toscana e la Puglia, dove brasati e stracotti sono di casa.

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I vini da abbinare al brasato in tavola

In una ricetta che vede il nettare caro a Bacco così protagonista, non si sbaglia se l’abbinamento è realizzato con lo stesso vino impiegato in cottura, così da garantire una continuità aromatica tra il piatto e il calice, soprattutto se nel periodo natalizio avrai bisogno di cercare pure quello corretto da servire con i tortellini in brodo e i piatti di pesce della Vigilia. Ma nulla vieta di dare un posto al sole ad altri vini rossi, corposi e intensi, con un carattere deciso: devono avere un gusto pieno e una certa persistenza, dove prevalgono note di frutti rossi e spezie, così da non soccombere al vigore del brasato. Puoi segnare: il Brunello di Montalcino, l’Amarone della Valpolicella, il Montepulciano d’Abruzzo e il Valtellina Superiore.

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Quello che i piatti non dicono
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