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26 Gennaio 2024 13:53

Un pizzico di sale nel tè ha creato un caso diplomatico tra Stati Uniti e Gran Bretagna

Una professoressa americana suggerisce di aggiungere il sale nel tè e di schiacciare le bustine per avere un prodotto migliore. Gli inglesi l'hanno presa male.

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Gli italiani sono famosi per prendere sul personale ogni cosa riguardi la propria tradizione gastronomica ma anche "gli altri" non scherzano. L'ultima controversia gastronomica sembra provenire da un contesto più raffinato e aulico, portando l'ambasciata americana a Londra a prendere le distanze da un'idea considerata bizzarra, proposta da uno scienziato statunitense: l'aggiunta di sale al tè. Gli inglesi sono un po' come Michael Jordan: se la prendono sul personale per un nonnulla ma gli americani ci hanno messo il carico pesante a causa di una professoressa di chimica che sostiene il collega, scrivendoci anche un libro.

Il caso del sale e del tè

La CNN invoca addirittura uno degli episodi scatenanti della rivoluzione americana: "Duecentocinquantanni dopo che i rivoluzionari americani gettarono il tè nel porto di Boston, una nuova tempesta diplomatica si sta preparando tra Gran Bretagna e Stati Uniti riguardo all'amata bevanda" scrivono sul proprio sito.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso l'ha aggiunta Michelle Francl, professoressa di chimica al Bryn Mawr College, che ha avanzato l'insolito suggerimento di tuffare il tè rapidamente nella tazza, immergendo la bustina e spremendo i sacchetti. La sua ricetta per la "tazza di tè perfetta" è stata diffusa online insieme al lancio del suo nuovo libro: dice che il sodio blocca la reazione chimica che rende il tè amaro e che spremere le bustine riduce i tannini del prodotto.

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Queste teorie hanno ovviamente suscitato reazioni vivaci in Gran Bretagna, permalosi almeno quanto noi. L'ambasciata americana si è vista costretta a prendere le distanze dalla concittadina parlando addirittura di "legame sacro tra le nostre nazioni". Per l'ambasciata il sale nel tè è "una proposta così oltraggiosa che minaccia le fondamenta del nostro rapporto speciale. Vogliamo assicurare alla brava gente del Regno Unito che l'aggiunta di sale alla loro bevanda nazionale non è la politica ufficiale degli Stati Uniti. E non lo sarà mai". Ci sembra tutto un po' surreale ma chi siamo noi per giudicare visto che non lasciamo nemmeno la libertà a Bruno Barbieri di mettere un po' di burro nella pasta con le vongole?

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