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7 Giugno 2023 15:57

Salvaguardia degli oceani: le regole per ridurre il tuo impatto ambientale (e risparmiare)

Leggere l'etichetta, comprare specie non a rischio, scegliere prodotti dalle zone Fao più vicine e meno sfruttate: sono tante le cose che possiamo fare per la salvaguardia degli oceani. Perché ridurre il tuo impatto ambientale significa soprattutto fare acquisti consapevoli.

A cura di Francesca Fiore
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La vita sul nostro pianeta inizia dagli oceani: è il messaggio che Marine Stewardship Council vuole ricordarci in occasione della Giornata mondiale degli oceani, fissata per ogni anno per l'8 giugno. L'organizzazione non profit che promuove la salute degli oceani spiega che il rispetto degli oceani passa per le scelte di consumo che effettuiamo ogni giorno: per questo la salvaguardia degli ambienti marini parte proprio dalla spesa. Cosa possiamo fare noi per aiutare nella salvaguardia di questo patrimonio immenso? Seguire delle semplici regole, nella lista quotidiana, può sembrare un aiuto davvero minimo: eppure non lo è, perché è la somma delle scelte personali a incidere, e non poco, sul tema dell'inquinamento e del riscaldamento globale.

Inoltre, è bene tenere a mente che scegliere pesce da pesca sostenibile non farà bene solo agli oceani, ma anche al tuo fisico e al tuo portafogli. Ecco una serie di regole da seguire nell'acquisto e nella scelta del pesce da cucinare.

Gli oceani stanno cambiando

Il cambiamento climatico minaccia in primis gli oceani. Secondo uno studio pubblicato su "Nature Communications" da un team di ricerca internazionale capeggiato da Katherine A. Crichton dell'Università britannica di Exeter, entro la fine del XXI secolo, è a rischio il 20-40% delle forme vitali presenti nella cosiddetta zona crepuscolare oceanica (chaimata mesopelagica), una zona che si trova tra i 200 e i 1.000 metri di profondità e in cui è ospitato lo stock ittico più grande e meno sfruttato del mondo. Secondo la ricerca, in uno scenario di emissioni elevate come quello attuale, se non si applicano soluzioni immediate, la vita degli oceani nella zona crepuscolare potrebbe scomparire nell'arco di un secolo e mezzo, con effetti che potrebbero persistere per migliaia di anni.

Cosa possiamo fare noi

La sostenibilità parte sempre dalle scelte di consumo: mai pensare di non essere in grado di incidere su questo. Fare scelte consapevoli significa informarsi prima, parlare con i venditori, preferire ove possibile il contatto diretto alla Gdo. Ecco una serie di regole da tenere a mente per fare la nostra parte.

1. Compra sempre in base alla stagionalità

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Alici, gamberi, salmone, baccalà e pesce spada finiscono nel cuoppo

Non sono in molti a sapere che esiste una stagionalità anche per il pesce: il mare, così come succede con le coltivazioni sulla terra, ha un suo ciclo vitale da rispettare. Non tutto il pesce è disponibile in ogni mese dell'anno, anche se il fenomeno della globalizzazione dei mercati ci porta a pensare che non sia così. Ma gli stessi motivi per cui dobbiamo preferire frutta e verdura di stagione ci dovrebbero spingere a fare la stessa cosa anche con il pesce. I vantaggi del comprare pesce di stagione sono diversi: oltre a ridurre notevolmente l'impatto sull'ambiente, abbatterai i costi e ti assicurerai un prodotto valido dal punto di vista nutritivo. Consulta sempre il calendario della stagionalità del pesce prima di fare acquisti.

2. Preferisci specie non a rischio estinzione

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Sul mercato italiano si possono trovare più di mille specie diverse di pesce, eppure compriamo sempre le stesse 3-4 varietà, solitamente tonno, pesce spada o salmone. Se vuoi davvero ridurre il tuo impatto ambientale, scegli delle specie che non sono a rischio estinzione: ti accorgerai, nella gran parte dei casi, che si tratta anche della scelta più economica.

3.  Impara a leggere le etichette

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Quando compri dalla Gdo uno strumento molto utile per capire da dove viene il pesce, com'è stato catturato o com'è stato allevato è l'etichetta. Sebbene siamo poco abituati a leggerle, nell'etichetta c'è tutto quello che ti serve per fare delle scelte di consumo rispettose dell'ambiente. Troverai delle etichette molto dettagliate per quanto riguarda la Gdo, meno dettagliate per quanto riguarda le pescherie (ma puoi chiedere informazioni eventualmente al titolare). Quali sono le informazioni più importanti da leggere in etichetta? La denominazione della specie e dello stato fisico, il metodo di produzione e le zone di cattura ti daranno già molte informazioni utili, inoltre su quelle per la Gdo troverai anche informazioni sulla scadenza e sull'eventuale congelamento.

4. Scegli prodotti dalle zone di pesca Fao

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Abbiamo citato la zona di provenienza del pesce perché questo è un elemento davvero importante nella scelta dei prodotti da comprare. Cosa sono le zone Fao? Si tratta della zona di provenienza del pesce (o molluschi, crostacei), ovvero il luogo esatto in cui è stato catturato.

Una dicitura, quindi, che informa l'acquirente precisamente non solo sul mare, ma anche sull'eventuale bacino interno, in cui è avvenuta la pesca. In questo caso sono sempre da preferire i prodotti pescati nella zona Fao più vicina (nel nostro caso la n.37, il Mar Mediterraneo) e alcune zone da evitare, perché eccessivamente sfruttate o a rischio contaminazione.

5. Allevamenti estensivi e pesca sostenibile

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Pescare con metodi meno impattanti e più sostenibili potrebbe far aumentare la produzione annuale globale di pesce di 16 milioni di tonnellate, sufficienti a soddisfare il fabbisogno proteico di 72 milioni di persone in più all’anno: già solo questo dovrebbe farci capire perché, quando possibile, è bene preferire i pesci da pesca sostenibile. Naturalmente questo coinvolge il tema dell'allevamento intensivo: sono assolutamente da evitare i pesci allevati con questo metodo perché non solo altamente inquinanti, ma anche scarsi dal punto di vista nutritivo. Questo non significa che l'allevamento sia da eliminare tout court: se fatto in mare, garantendo ampie zone di movimento ai pesci, e con tecniche di crescita rispettose, i prodotti di questi tipi di allevamenti diventano sostenibili.

L’allevamento estensivo, chiamato anche acquacoltura estensiva, è una pratica utilizzata da secoli e presenta molti vantaggi. Niente alimenti commerciali o di additivi artificiali per nutrire i pesci, cosa che rende i prodotti finali più sicuri dal punto di vista alimentare,  nessun rischio di stress o malattie che dipendono dagli spazi ristretti, come avviene negli allevamenti intensivi, dunque nessun uso di farmaci, rispetto delle fasi naturali di crescita del pesce e dei periodi di riproduzione e crescita delle nuove generazioni. Solo in questo modo si può garantire la salubrità e il futuro degli ambienti marini.

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Quello che i piatti non dicono
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