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15 Maggio 2020 16:49

Riapertura di bar e ristoranti il 18 maggio spiegata regione per regione: che caos

Il 18 maggio riaprono in quasi tutta Italia le attività ristorative, ma ogni regione sta stilando le proprie regole. Qualcuna aspetta, qualcuna ha già aperto. Qualcuna ha regole molto permissive, qualcun'altra ha regole che scoraggiano i lavoratori. La cartina delle riaperture nel Bel Paese è caotica e frastagliata.

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Il 18 maggio è la data prescelta per la riapertura di ristoranti, bar, parrucchieri e numerosissime altre attività commerciali. Sono passati due mesi e mezzo dalla chiusura forzata a causa dell’emergenza sanitaria; in molti riapriranno, ma non in tutta Italia. Andiamo a vedere quindi nel dettaglio, regione per regione, dove riapriranno le attività ristorative e con quali modalità e misure di sicurezza.

L'autonomia che l'Italia sta concedendo alle singole realtà, infatti, rende la mappatura oltremodo complicata. Regolamenti diversi, aperture diverse, poca chiarezza e una lentezza disarmante: molti ristoratori potrebbero aprire il 18 ma non sanno ancora se possono farlo.

La situazione regione per regione

La situazione nel dettaglio disegna una cartina che varia a seconda del colore politico, piuttosto che dell'andamento del virus. Troviamo regioni colpite molto duramente dal Covid-19 che invece vogliono riaprire immediatamente e regioni solo sfiorate dalla tragedia che mantengono la linea dura. In quasi tutta Italia però le giunte regionali, come d'altronde il governo centrale, non si sono ancora espresse con sicurezza in merito a lunedì.

Valle d’Aosta

Dopo una riunione con il presidente Conte la regione più piccola d’Italia ha avuto il permesso di riaprire i battenti per quasi tutte le attività. Mancano proprio bar e ristoranti ma, dalla conferenza stampa il governatore Testolin ha evidenziato che si sta lavorando per calendarizzare, nel rispetto della situazione sanitaria, le prossime aperture a partire dal 18 maggio o comunque entro i primi giorni della settimana, in particolare per quanto attiene parrucchieri, servizi di cura alla persona, bar e ristoranti. Quindi, di fatto, il 18 maggio la Valle d'Aosta potrebbe non riaprie subito i ristoranti e i bar.

Piemonte

Il Piemonte è la seconda regione più colpita d’Italia dal Covid-19 e sta affrontando la questione riapertura con immensa cautela. I contagi calano con lentezza e la paura che possa nascere qualche nuovo focolaio è molto forte. Per questi motivi la giunta guidata dal governatore Cirio si attiene alle guide ministeriali dell’Inail e non riaprirà finché non lo deciderà Conte. Quindi il 18 maggio il Piemonte forse riapre, decide Conte.

Lombardia

Per quanto riguarda la regione governata da Attilio Fontana si attende la decisione entro la sera sulla riapertura del 18 maggio. Questo ovviamente ha creato già malcontenti: come si può riaprire il lunedì se al venerdì non si danno ancora certezze? Gli imprenditori, nel weekend, dovranno adeguarsi a linee guida ancora non rese note in una delibera, ordinanza o decreto, se vorranno aprire lunedì. Il governatore ha comunque detto che le aperture probabili saranno solo nel rispetto delle garanzie sanitarie. Ieri ha parlato con i sindaci dei capoluoghi di provincia e questa mattina ha tenuto una riunione con il comitato tecnico-scientifico. Se si dovesse aprire sarà, con ogni probabilità, con le linee guida dell’Inail in mano ma del futuro ancora non c’è certezza. Quindi il 18 maggio la Lombardia forse riapre, anche in questo caso decide Conte.

Trentino Alto-Adige

Forte dello statuto speciale, il Trentino Alto-Adige è stato l’apripista sul fronte delle riaperture. Già questa settimana c’è stata la ripartenza e i negozi di Bolzano hanno mostrato ai TG nazionali i primi clienti e le norme di sicurezza. Per ora ha aperto solo la provincia di Bolzano, da lunedì anche la provincia di Trento. Il 18 maggio il Trentino Alto-Adige riapre bar e ristoranti.

Veneto

Il governatore Zaia è tra i più agguerriti sostenitori della riapertura e infatti ha annunciato in conferenza stampa che da lunedì 18 maggio "noi intendiamo aprire bar, ristoranti, spiagge, attività commerciali, attività di servizi alla persona, centri sportivi, palestre e piscine".

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Le linee guida del Veneto sono abbastanza permissive: "Le linee guida dell'Inail vorrei fossero applicate solo in mancanza di linee guida delle Regioni, stilate dai dipartimenti della prevenzione. Perché per alcune attività diventa imbarazzante, penso ai 4 metri da tavolo a tavolo nei ristoranti. Penso anche alle spiagge, che per noi sono vitali, e alla distanza fra ombrelloni. Stiamo lavorando affinché le linee guida Inail diventino alternativa da applicare solo se la Regione non ha le sue, scritte dal dipartimento della prevenzione della sanità pubblica del Veneto" conclude Zaia. In Veneto la distanza tra i tavoli sarà di un metro, come sugli autobus. Il 18 maggio il Veneto riapre, con delle regole proprie e non con quelle dell'Inail.

Friuli Venezia-Giulia

In Friuli Venezia-Giulia il 18 riapre tutte le attività ancora chiuse e alcune città, come Gorizia e Trieste, per aiutare bar e ristoranti hanno approvato una delibera per raddoppiare gli spazi di concessione all’aperto gratuitamente. Purtroppo non è presente sul sito un’ordinanza con le linee guida per la riapertura, possiamo solo presumere che si atterranno al documento Inail. Il 18 maggio il Friuli Venezia-Giulia riapre, ma non si conoscono le misure precise.

Liguria

Proprio in queste ore è in corso una riunione tra Toti, presidente della Regione Liguria, e il governo, dopo la richiesta ufficiale di riaprire tutto: bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie, poi parrucchieri, barbieri, estetisti ma anche le palestre, i centri sportivi, i centri ricreativi, i musei, le aree giochi per bambini e i corsi di formazione professionale. Tuttavia non c’è ancora il provvedimento. Il 18 maggio la Liguria forse riapre.

Emilia-Romagna

La situazione in Emilia-Romagna è tra le più chiare e rivoluzionarie della nazione. Lunedì riaprono tutte le attività ristorative con delle linee guida molto permissive. Oggi dovrebbe parlare Conte e sapremo se impugnerà il decreto regionale o permetterà all’Emilia-Romagna di riaprire come meglio desidera. Questo è sicuramente uno dei punti più delicati della Fase 2 e della successiva Fase 3 perché, come abbiamo spiegato, le normative per ristoranti e bar sono molto favorevoli vista la tragica situazione vissuta col Covid-19. Lunedì 18 maggio l'Emilia Romagna riapre, con un decreto tutto suo.

Toscana

Anche in Toscana la situazione è abbastanza chiara: non si apre. Sebbene il governatore Rossi sia stato il primo a dare il via libera all’asporto in Italia, oltre questo non vuole andare e ha annunciato che la riapertura delle attività sarà graduale e seguente a un’attenta valutazione dello stato dei contagi. Lunedì la Toscana non riapre, né i ristoranti né altre attività.

Umbria

L’Umbria ha deciso di aspettare i dati dei contagi del 18 maggio, ovvero due settimane dopo l’inizio della Fase 2. Da lunedì si metteranno a lavoro per capire come l’Italia stia reagendo alla parziale libertà acquisita. Lunedì l'Umbria non riapre.

Marche

Lunedì 18 maggio è la data fissata per la riapertura delle attività economiche nelle Marche. Il 28 maggio riaprono invece le attività balneari. Le linee guida sono diverse per un protocollo unico, una sintesi tra quello emanato in Emilia-Romagna e quello Inail. La Regione Marche riapre ma vediamo il protocollo nel dettaglio.

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Linee guida per i ristoranti:

  • Evitare assembramenti di clienti all’ingresso dell’esercizio e all’interno della sala ristorante;
  • se possibile separazione degli accessi di entrata e di uscita;
  • preferiti sistemi di prenotazione telefonica e digitale;
  • dotare direttamente i tavoli dei condimenti necessari possibilmente monodose;
  • non è disponibile l’uso del guardaroba;
  • gli avventori possono continuare ad essere accompagnati al tavolo;
  • i bagni a disposizione dei clienti sono dotati di prodotti igienizzanti per il lavaggio delle mani e riportano dépliant con le raccomandazioni delle Autorità sanitarie;
  • l’accesso ai servizi igienici dovrà avvenire evitando assembramenti pertanto è necessario limitare la presenza di più persone nei servizi igienici con avvisi ben visibili (poster/locandine);
  • si consiglia l’adozione di menu digitali su dispositivi dei clienti o, in alternativa, si procede alla igienizzazione dei menu dopo ogni uso;
  • il personale di sala è dotato di dispositivi di protezione individuale (mascherine o altri dispositivi idonei) e mantiene, nei limiti del possibile, la distanza interpersonale di un metro;
  • gli oggetti utilizzati per un servizio non possono essere messi a disposizione di nuovi clienti senza adeguata igienizzazione o devono essere monouso;
  • i tavoli sono distribuiti assicurando il distanziamento di un metro l’uno dall’altro;
  • nel caso di due o più persone tra loro non conviventi, dovranno essere garantite le distanze al tavolo o, in alternativa, saranno necessari dispositivi di protezione (plexiglas ecc.);
  • si favoriscono sistemi digitali di pagamento direttamente dal tavolo. In ogni caso, alla cassa è posizionata adeguata segnaletica orizzontale per il distanziamento e di protezione;
  • piatti, bicchieri, posate e simili sono lavati in lavastoviglie a temperatura adeguata, in modo che possano essere disinfettati, inclusi gli oggetti che non sono stati utilizzati dai clienti, tovaglie, tovaglioli e altri tessuti per la tavola devono essere messi in specifici sacchi per la lavanderia e il lavaggio deve assicurare la rimozione di agenti patogeni;Ciascun tavolo è servito possibilmente dallo stesso addetto (o più addetti secondo il n. di clienti al tavolo) per la durata dell’intero servizio.

Linee guida per i bar

  • Sistemi di contingentamento degli ingressi volti a evitare assembramenti; ove possibile, separazione degli accessi di entrata e di uscita;
  • all’ingresso dispenser con gel igienizzanti per la pulizia delle mani dei clienti;
  • si evita l’uso di appendiabiti comuni; il servizio al banco assicura il distanziamento interpersonale di un metro;
  • davanti al banco e alla cassa è posizionata idonea segnaletica orizzontale per favorire il distanziamento interpersonale;
  • adottato un modello di servizio che favorisce la riduzione degli spostamenti della clientela all’interno dell’esercizio;
  • l’accesso ai servizi igienici dovrà avvenire evitando assembramenti;
  • i bagni a disposizione dei clienti sono dotati di prodotti igienizzanti per il lavaggio delle mani e riportano dépliant con le raccomandazioni delle autorità sanitarie;
  • il personale è dotato di dispositivi di protezione individuale (mascherine) e mantiene, nei limiti del possibile, la distanza interpersonale di un metro;
  • sul banco è bene favorire la messa a disposizione di prodotti monouso;
  • si favoriscono sistemi digitali di pagamento;
  • si consiglia, ove possibile, la predisposizione di barriere fisiche (es. barriere in plexiglas) nelle zone dove vi è una maggiore interazione con il pubblico (es. in prossimità dei registratori di cassa);
  • si incentiva l’uso del take away e del delivery;
  • piatti, bicchieri, posate e simili sono lavati in lavastoviglie a temperatura adeguata, in modo che possano essere disinfettati, inclusi gli oggetti che non sono stati utilizzati dai clientitovaglie, tovaglioli e altri tessuti per la tavola devono essere messi in sacchi per la lavanderia specifici e il lavaggio deve assicurare la rimozione di agenti patogeni.

Lazio

"Rispetto alla curva epidemiologica, reputiamo possibile nel Lazio la riapertura di bar e ristoranti con consumo sul posto" dice il governatore Zingaretti che però frena gli entusiasmi: per lui la curva dei contagi tornerà a salire. Il 18 maggio il Lazio riapre con le linee guida pubblicate dall’Inail. La Confcommercio regionale ha già annunciato che la maggior parte dei ristoranti non riaprirà a queste condizioni

Abruzzo

Anche l’Abruzzo riapre seguendo le linee guida dell’Inail. Già nei giorni scorsi il presidente Marsilio ha adottato i primi protocolli di sicurezza per la riapertura, a partire dal 18 maggio, delle attività della ristorazione.

Campania

La situazione in Campania si è chiarita proprio pochi minuti fa, con la conferenza stampa di De Luca: "Se devi avere una distanza di 2 metri, credo che più della metà delle attività non riapriranno. Inoltre non ci sarà nemmeno il tempo per la sanificazione dei locali" dice il governatore che, quindi, non si allinea alle linee guida dell'Inail.

L'ex sindaco di Salerno continua dicendo che "a breve avrò un incontro con la Camera di Commercio e le associazioni di categoria. Puntiamo ad avere una distanza di un metro spalla a spalla. Ma per averla stiamo elaborando un protocollo di sicurezza che prevede la collocazione di pannelli protettivi fra un tavolo e l’altro con materiale non poroso. Anche per evitare operazioni speculative da produttori di plexiglass, per i quali provvederà la guardia di finanza. Altrimenti faremo la festa del piffero, con i Nas che rischiano di chiudere la metà dei locali. Il nostro obiettivo è quello di riaprire, ma per sempre”. La Campania non riapre lunedì 18 ma presumibilmente riapre giovedì 21 maggio.

Molise

Nonostante sia la regione italiana col più basso tasso di incidenza del Covid-19, il Molise ha deciso di attendere le pubblicazioni ufficiali del governo prima di prendere qualsiasi decisione. Il 18 maggio in questa regione non si riapre.

Puglia

La Puglia riapre la maggior parte delle attività il 18 maggio ma nella bozza del testo i ristoranti sono considerati luoghi nei quali il rischio di aggregazione è medio-alto. Per questo motivo la giunta ha chiesto agli esercenti di riorganizzare gli spazi e di far accomodare i clienti all’esterno. Le linee guida sono molto dure in Puglia ma non ancora ufficiali, la nota dovrebbe essere emanata oggi: 2 metri quadrati per cliente oppure separatori in plexiglas se la distanza è di un metro e mezzo. Ovviamente i ristoratori pugliesi hanno fatto fioccare polemiche sui social per queste misure restrittive. La Puglia riapre, seguendo le direttive dell'Inail.

Basilicata

La Basilicata attua la strategia dell’attesa proprio come il Molise e attende le linee guida del governo prima di stabilire quali attività potranno riaprire, quando potranno farlo e con quali misure di sicurezza. La Basilicata resta in attesa, quindi forse riapre.

Calabria

Molto delicata la situazione in Calabria, quasi paradossale: sono stati i primi ad aprire, con un’ordinanza molto restrittiva che permetteva la ristorazione solo all’aperto. Per il governo è stato un atto illegittimo, hanno fatto ricorso al Tar che ha dato ragione al Consiglio dei ministri. La Calabria questa settimana ha chiuso tutto, ma lunedì riaprirà di nuovo tutto. Si presume, perché l’ordinanza non ne parla, con le stesse regole della precedente apertura. La Calabria lunedì riapre.

Sicilia

Situazione particolare anche in Sicilia che resta in auto-isolamento almeno fino al 31 maggio. Nessuno può entrare in Sicilia salvo i casi particolari. Lunedì riapriranno solo i dettaglianti, per le altre attività il governatore Musumeci ha fatto sapere che si atterrà alle indicazioni di Conte. I ristoranti in Sicilia non riaprono.

Sardegna

Da lunedì i ristoranti sardi potranno riaprire le serrande ma non sanno ancora come organizzarsi. Pare che la Sardegna si attenga alle linee guida dell’Inail ma la giunta regionale ha fatto sapere che i ristoratori dovranno rispettare diverse prescrizioni, anche complicate, per sanificare i locali. C’è un vero e proprio caos ma la Sardegna riapre.

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