30 Aprile 2020 15:00

La Calabria riapre i ristoranti, per il governo è un atto illegittimo

La Calabria è la prima regione in Italia a passare alla Fase 2 autonomamente e contro il parere del governo centrale. La governatrice Santelli riapre i ristoranti: possono servire pasti all'aperto ma c'è la rivolta dei sindaci calabresi. Il ministro Boccia annuncia una diffida e minaccia il ricorso al Tar.

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La Calabria riapre i battenti. Non solo i ristoranti, riapre tutto, almeno stando a quanto spiegato da Jole Santelli, governatrice della regione: "Ho appena firmato un’ordinanza per la fase 2 di ripartenza. Misure nuove, al pari di altre regioni e alcune uniche sul territorio nazionale. In queste settimane i calabresi hanno dimostrato senso civico e rispetto delle regole, è giusto avere fiducia in loro". A partire da oggi sono quindi consentiti gli spostamenti tra comuni, gli sport individuali, la riapertura delle aziende agricole, degli stabilimenti balneari, delle industrie e dei ristoranti, perfino i mercati all’aperto, luoghi in cui l’assembramento è praticamente congenito.

Cosa dice l’ordinanza della Santelli

La nota della governatrice offre la possibilità di aprire i ristoranti al pubblico e servire il cibo. La cosa va ben oltre la fase 2, si tratta di una vera fase 3: "È consentita la ripresa delle attività di ristoranti, pizzerie, rosticcerie per la preparazione dei relativi prodotti da effettuarsi a mezzo asporto; è consentita la ripresa delle attività di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, agriturismo con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all’aperto; le attività di cui ai punti 5 e 6 possono essere riattivate presso gli esercizi che rispettano le misure minime anti-contagio".

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La protesta del governo e dei sindaci

Il governo non ci sta a questa presa di posizione della Calabria ed è prevista una diffida dell’ordinanza della Santelli. Il ministro Francesco Boccia ha detto senza mezzi termini che "se ci sono ordinanze regionali non coerenti con il decreto del premier, invio una diffida e se non vengono rimosse sono costretto a ricorrere all’impugnativa al Tar o alla Consulta".

Il politico pugliese non solo si rivolge alla governatrice della Calabria che riapre tutto ma anche ai governatori di Campania e Sicilia che in queste ore stanno cercando di blindare i confini per scongiurare il rientro dei fuori-sede. Secondo il decreto Conte da lunedì 4 maggio è possibile rientrare negli indirizzi di residenza e pare che i treni siano già pieni.

Ci si aspettava una presa di posizione da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella seduta di oggi: ma ciò non è avvenuto e, nel frattempo, l’ordinanza è entrata in vigore contro il parere di molti.

Gli stessi sindaci dei Comuni calabresi sono in rivolta contro l’ordinanza: Carlopoli, Lamezia Terme, Trebisacce sono state le prime città in cui i sindaci hanno provato ad impugnare il provvedimento. La Santelli ribadisce il premio da dare ai calabresi per l’ottemperanza dei decreti passati: la regione è nella parte bassa della classifica nazionale dei contagi per il Covid-19, con 1.102 persone positive, solo cinque in più nelle ultime 24 ore, e 86 vittime dall’inizio dell’emergenza.

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