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24 Aprile 2025 13:00

Quanto tempo deve riposare l’impasto? Tempi e tipologie

Si tratta di una delle fasi più importanti quando si tratta di realizzare pane e pizze: il mix di farina, acqua e lievito necessita delle giuste tempistiche per potersi sviluppare correttamente. Vediamo come regolarsi, sia che il riposo avvenga a temperatura ambiente sia in frigorifero.

A cura di Federica Palladini
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Il tempo di riposo dell’impasto è un passaggio fondamentale nella preparazione di pane e pizza, che comprende la fase di lievitazione, con l’aumento di volume, e quella di maturazione, con gli enzimi presenti nella farina che iniziano a scomporre gli amidi in zuccheri semplici, ovvero il nutrimento per i lieviti che produrranno anidride carbonica in modo da ottenere un prodotto finito soffice, leggero e digeribile, grazie a uno sviluppo corretto della maglia glutinica. I processi microbiologici che avvengono all’interno dell’impasto hanno bisogno, quindi, di una tempistica precisa che se non rispettata può portare a diverse conseguenze: da un impasto molto compatto a uno che, al contrario, collassa.

Vietato far riposare troppo brevemente, così come eccedere. Il tempo di riposo non è univoco, ma dipende da molteplici fattori, primo fra tutti la farina: si tratta, infatti, della materia prima principale che, come sappiamo, non è tutta uguale: le varietà reagiscono in modo diverso quando vengono lavorate con acqua e lievito, dando come risultato finale impasti dalle caratteristiche differenti. Di seguito ci siamo concentrati sulla pizza home made, con i consigli dello chef e pizzaiolo Marco Zagarella.

Impasto della pizza: forza della farina e tempi di riposo

“Quando parliamo di tempi di riposo – premette Zagarella – le variabili sono davvero infinite. Premettiamo che per fare la pizza ormai difficilmente si usa una farina 00, anche a casa si opta maggiormente per una 0 o una semi integrale, così come è poco adatto il lievito madre”. Per il calcolo dei tempi di riposo, quindi, abbiamo preso in considerazione la forza della farina – che indica la sua capacità di assorbire liquidi e di trattenere l’anidride carbonica – e l’utilizzo di un lievito di birra fresco, la scelta più comune per questo tipo di prodotti. Ci siamo basati, poi, su due modalità che si possono seguire: tenere l’impasto fuori o dentro al frigorifero. Ecco come procedere.

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Tempi di riposo a temperatura ambiente

Una volta preparato l’impasto, si danno le pieghe di rinforzo, si arrotonda, formando una palla. Si unge con poco olio in superficie per evitare che si secchi e lo si copre con carta trasparente alimentare. A questo punto, rispetto alla forza, regolati sulle seguenti tempistiche:

  • W 160 – W 210 (debole): dalle 3 alle 6 ore di maturazione
  • W 240 – W 300 (media): dalle 10 alle 22 ore di maturazione
  • W 320 – W 400 (forte): non è raccomandabile tenere a temperatura ambiente un impasto realizzato con farine dalla forza così elevata, tipo la manitoba. Entriamo nel campo dei lievitati lunghi e complessi, come può esserlo un panettone, che ha bisogno di un determinato procedimento. Il consiglio è di non superare le 18-20 ore.
forza della farina tempi
W 160 – W 210 (debole) dalle 3 alle 6 ore
W 240 – W 300 (media) dalle 10 alle 22 ore
W 320 – W 400 (forte) non superare le 18-20 ore

Tempi di riposo a temperatura controllata

Significa che l'impasto trascorrerà parte del tempo in frigorifero, a circa 4 °C. Trasferisci la massa in una ciotola di quasi il triplo delle sue dimensioni, spennella con olio e fai prima riposare a temperatura ambiente per 30 minuti, dando le pieghe di rinforzo ogni 10 minuti. Poi copri e a seconda della W della farina calcola:

  • W 160 – W 210: 9 ore. 6 ore all’interno del frigorifero e 3 ore fuori. Quando estrai l’impasto, fallo acclimatare per circa 30 minuti, così che la maglia glutinica si rilassi nuovamente, spallina e poi lascia riposare per altre 3 ore a temperatura ambiente, così da avere un panetto elastico pronto per essere steso e infornato.
  • W 240- W 300: 24 ore. Si ripone in frigorifero per 12 ore. Una volta fuori, si fa riposare ancora 30 minuti, si spallina e si lascia a temperatura ambiente per 3-4 ore. Poi si fa tornare in frigorifero per altre 4-6 ore. Infine, fai un ultimo passaggio a temperatura ambiente 2 ore prima di stenderlo e cuocerlo.
  • W 320 – W 400 (forte): 68-72 ore. L’impasto si fa maturare in frigorifero inizialmente per 24 ore. Una volta spallinato, si fa riposare a temperatura ambiente per 3-4 ore, e poi si rimette in frigorifero per altre 24-20 ore. Rispetto alle tempistiche, per una pizza con questa lievitazione lunga, si inizia a preparare il giovedì mattina per servirla il sabato sera.
forza della farina tempi
W 160 – W 210 (debole) 9 ore (6 ore in frigo e 3 ore fuori)
W 240- W 300 (media) 24 ore (di cui 12 ore in frigo + altre 4-6 in frigorifero)
W 320 – W 400 (forte) 68-72 ore (di cui 24 ore in frigo + altre 24-20 ore in frigo)

Variabili da considerare

Come anticipato, rispetto al tempo di riposo, fondamentale per conferire al prodotto finito la giusta struttura, le variabili che intervengono a riguardo sono molteplici. “Al di là della tipologia della farina, raffinata o integrale, con la prima che ha una migliore capacità di assorbire l’acqua”, precisa Zagarella, “dobbiamo considerare, per esempio, la temperatura corretta di un impasto, che appena lavorato deve essere tra i 17 °C e i 24 °C”: a influire saranno fattori come il calore dell’acqua, dell’ambiente esterno, ma anche la temperatura della farina stessa. “In particolare d’estate, se con le mani sentiamo che la farina è troppo calda, bisogna equilibrare usando l’acqua un po’ più fredda”. Anche la quantità di lievito incide sulle tempistiche di maturazione: “In questo caso, parlando di lievito di birra fresco, il calcolo da fare è 1 grammo di lievito per ogni kg di farina: va da sé che in inverno, con 10 °C, i grammi possono aumentare a 2-3, mentre nel periodo estivo, con 35-40 °C, si può scendere a mezzo”.

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