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26 Maggio 2024 13:00

Quali sono i formaggi Dop italiani e cosa implica la Denominazione di Origine Protetta

L'Italia vanta quasi 500 varietà di formaggi, ma solo una piccola parte è coperta dalla Denominazione di Origine Protetta: cosa vuol dire e quali sono queste eccellenze casearie.

A cura di Francesca Fiore
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Freschi, stagionati, a pasta cotta o cruda, erborinati, a crosta fiorita: il patrimonio caseario italiano è immenso, frutto di secoli di storia, cultura, pratiche sociali e produttive. Parliamo di circa 487 varietà di formaggi, suddivisi in diverse categorie a seconda delle caratteristiche: per varietà siamo i secondi al mondo (la France ne conta circa mille), seguiti dalla Grecia, ma siamo al primo posto per le esportazioni all'estero.

Cos'è la Dop e cosa implica

La Dop, Denominazione di Origine Protetta, è una certificazione più recente rispetto alla Doc, viene utilizzata in ambito europeo e in Italia e ingloba le stesse Doc e Docg, comprendendone i prodotti. In comune condividono per legge il riconoscimento di un preciso territorio di produzione, delimitato da un apposito disciplinare. Nasce nel 1992, assieme a quella Igp, con il Regolamento CEE 2081/92 emanato dalla Comunità Europea; inizialmente includeva soltanto i prodotti agroalimentari esclusi i vini e le bevande alcoliche, ma nel 2011 è stata modificata e ora anche queste due categorie hanno prodotti coperti dalla Denominazione.

La Dop indica un prodotto la cui lavorazione è avvenuta nella stessa area geografica (specificata nel disciplinare) dalla quale provengono le materie prime e da cui trae il nome. Nel disciplinare vengono inserite anche caratteristiche climatiche e territoriali specifiche. L’elenco completo è consultabile sul sito del Ministero delle politiche agricole alimentari. L'obiettivo della Dop è quello di tutelare la qualità e la tipicità dei prodotti agroalimentari, promuovere lo sviluppo rurale, informare i consumatori sul nostro patrimonio gastronomico, aiutandoli riconoscere e scegliere prodotti di alta qualità e legati al territorio.

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Esistono disciplinari più restrittivi, dal punto di vista del territorio o delle caratteristiche che deve avere il prodotto, e disciplinari più ampi, che comprendono diverse possibilità. Per fare degli esempi, il disciplinare del Parmigiano Reggiano Dop prevede che la produzione avvenga in un'ampia area che comprende diverse province dell'Emilia-Romagna e della Lombardia; il latte deve essere crudo e provenire da mucche di razza Frisona italiana alimentate con foraggi prodotti all'interno della zona di produzione; la stagionatura minima è di 12 mesi, ma può arrivare a 36 mesi o più per i tipi più pregiati (con relative nome). Al contrario, il disciplinare del Castelmagno Dop individua solo in alcuni comuni del cuneese e prevede l'utilizzo esclusivo di latte crudo di mucca di razza Piemontese.; la stagionatura minima è di 2 mesi per il tipo "Castelmagno giovane" e di 7 mesi per il tipo "Castelmagno stagionato". Tutto dipende in sostanza dalla storia del prodotto.

È importante capire che la Dop è una certificazione di garanzia e non necessariamente di qualità: la qualità dei formaggi dipende dalle regole più o meno stringenti dei vari disciplinari, che vengono fissate dal gruppo di produttori che presenta la domanda e poi valutate da una commissione, come ti spieghiamo nel prossimo paragrafo.

Cosa vuol dire formaggi Dop

Un formaggio può ottenere la Denominazione di origine protetta solo dopo un iter preciso e rigoroso, stabilito a livello europeo e disciplinato da un decreto nazionale e da un disciplinare di produzione. Le fasi principali del processo sono:

  • Proposta. Un gruppo di produttori, in numero minimo stabilito, o un'associazione di categoria, presenta una richiesta di riconoscimento DOP al Ministero delle politiche agricole alimentari.
  • Istruttoria. La richiesta viene valutata da un'apposita commissione di esperti, che verifica se il formaggio soddisfa i requisiti previsti dal Regolamento CEE 1107/96 e se le caratteristiche del prodotto sono effettivamente legate al territorio di produzione.
  • Pubblicazione. Se la domanda è ritenuta idonea, viene pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea per un periodo di opposizione di almeno sei mesi. Durante questo periodo, chiunque può presentare osservazioni, critiche e obiezioni.
  •  Riconoscimento. Se non vi sono opposizioni o se quelle presentate vengono respinte, la Commissione europea pubblica il regolamento di riconoscimento DOP sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea. A questo punto, il formaggio ottiene il riconoscimento.
  • Disciplinare di produzione. Viene redatto un disciplinare di produzione, che definisce nel dettaglio le caratteristiche del formaggio, le modalità di produzione, le zone di produzione, le razze degli animali da latte, i metodi di allevamento, le tecniche di trasformazione e stagionatura, i sistemi di controllo e le sanzioni in caso di infrazioni.
  • Controllo. Un organismo di controllo indipendente viene incaricato di vigilare sul rispetto del disciplinare di produzione e di garantire la conformità del formaggio agli standard previsti. Il marchio Dop, infatti, è tutelato da un sistema di controlli e sanzioni, in modo che si possano contrastare l'uso improprio e le frodi.

La vendita di un formaggio come Dop, ma che non segue le indicazioni del disciplinare, è una frode alimentare che comporta serie conseguenze per il produttore: dalle multe al sequestro del prodotto, fino al ritiro del marchio Dop nei casi più gravi.

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Quali sono i formaggi Dop italiani

Attualmente questo è l'elenco dei formaggi Dop italiani, consultabile anche sul sito del Ministero delle politiche agricole alimentari. Ci sono poi formaggi di grande pregio come la Burrata di Andria o il Canestrato di Moliterno, che attualmente sono Igp e per cui potrebbe essere creato l'iter di costruzione della Dop. L'ultimo in orgine di tempo è la Mozzarella di Gioia del Colle Dop, che ha ottenuto la certificazione nel 20219.

  1. Asiago Dop
  2. Bitto Dop
  3. Bra Dop
  4. Caciocavallo Silano Dop
  5. Canestrato Pugliese Dop
  6. Casatella Trevigiana Dop
  7. Casciotta d'Urbino Dop
  8. Castelmagno Dop
  9. Fiore Sardo Dop
  10. Fontina Dop
  11. Formaggella del Luinese Dop
  12. Formaggio di Fossa di Sogliano Dop
  13. Formai de Mut dell'Alta Valle Brembana Dop
  14. Gorgonzola Dop
  15. Grana Padano Dop
  16. Montasio Dop
  17. Monte Veronese Dop
  18. Mozzarella di Bufala Campana Dop
  19. Mozzarella di Gioia del Colle Dop
  20. Murazzano Dop
  21. Nostrano Valtrompia Dop
  22. Ossolano Dop
  23. Parmigiano Reggiano Dop
  24. Pecorino Crotonese DOP (4.19 MB)
  25. Pecorino delle Balze Volterrane Dop
  26. Pecorino del Monte Poro Dop
  27. Pecorino di Filiano Dop
  28. Pecorino di Picinisco Dop
  29. Pecorino Romano Dop
  30. Pecorino Sardo Dop
  31. Pecorino Siciliano Dop
  32. Pecorino Toscano Dop
  33. Piacentinu Ennese Dop
  34. Piave Dop
  35. Provola dei Nebrodi Dop
  36. Provolone del Monaco Dop
  37. Provolone Valpadana Dop
  38. Puzzone di Moena/Spretz Tzaori Dop
  39. Quartirolo Lombardo Dop
  40. Ragusano Dop
  41. Raschera Dop
  42. Robiola di Roccaverano Dop
  43. Salva Cremasco Dop
  44. Silter Dop
  45. Spressa delle Giudicarie Dop
  46. Squacquerone di Romagna Dop
  47. Stelvio o Stilfser Dop
  48. Strachitunt Dop
  49. Taleggio Dop
  50. Toma Piemontese Dop
  51. Valle d'Aosta Fromadzo Dop
  52. Valtellina Casera Dop
  53. Vastedda della Valle del Belice Dop
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