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11 Luglio 2023 15:00

Qual è la differenza tra olio di semi e olio di oliva?

Origine, produzione, usi in cucina e profilo nutrizionale: ecco tutte le differenze tra olio di oliva e olio di semi. Ecco perché parliamo di prodotti molto diversi tra loro.

A cura di Rossella Croce
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La risposta più ovvia e immediata sarebbe: "l'olio di oliva deriva dal frutto (le olive), l'olio di semi è prodotto dalla lavorazione dei semi", una risposta senza dubbio corretta ma non altrettanto esaustiva. In realtà, le differenze tra olio di oliva (vergine o extravergine, questo è il problema) e l‘olio di semi non si riducono alla sola origine: il processo di produzione, il profilo nutritivo, il sapore e gli utilizzi in cucina sono solo alcuni dei fattori da analizzare quando parliamo di oli. Abbiamo acceso la tua curiosità? Allora non resta che sciogliere ogni dubbio e scoprire tutte le differenze tra questi ingredienti.

Origine e metodo di produzione

La prima e principale differenza tra olio di semi e olio di oliva è nella materia prima di origine: il primo è un grasso vegetale fluido ottenuto dalla lavorazione di semi di diverse piante come girasole, arachidi, mais o lino; il secondo deriva dalla spremitura delle olive, frutti dell'ulivo. L'olio di oliva si produce solo tramite estrazione meccanica: le olive vengono raccolte, la polpa spremuta e il risultato viene poi stoccato e imbottigliato. L'olio di oliva si considera extravergine se ottenuto direttamente dal frutto in condizioni termiche che non causano nessun tipo di alterazione; viene invece definito vergine se, pur ricavato attraverso processi meccanici, non rispetta alcuni parametri, chimici e organolettici.

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La produzione dell' olio di semi può avvenire attraverso estrazione meccanica a freddo per pressione, spremitura e raffinazione oppure attraverso un processo di estrazione chimica a base di solventi chimici lavorati ad alte temperature, metodo che permette una maggiore resa ma una minore qualità del prodotto finale.

Profilo nutrizionale, gusto e aroma

Il processo di produzione influisce sul risultato finale, in particolare sul profilo nutrizionale degli oli che andremo a usare nelle nostre cucine. L'olio di oliva, estratto meccanicamente, mantiene intatte la maggior parte delle caratteristiche e dei valori nutrizionali delle olive; non possiamo dire lo stesso dell'olio di semi che, trattato industrialmente e a contatto con solventi chimici, perde parte delle proprietà nutritive, risultando meno salutare.

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Nell'olio di oliva troviamo una maggiore quantità di grassi mono insaturi, seguiti da quelli saturi e polinsaturi; negli oli di semi troviamo invece alte quantità di acidi grassi trans, potenzialmente poco salutari per la nostra salute, prodotti dal processo chimico di raffinazione. L‘olio di oliva può essere fruttato, amaro o piccante: fattori che dipendono chiaramente dalla qualità delle olive, dal tempo di maturazione e dal tipo di lavorazione. L'olio di semi non è unico blocco monolitico: il gusto, il colore e la nota più o meno aromatica cambia in base al seme da cui viene prodotto.

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Usi in cucina

Oli diversi per usi differenti: è in cucina, tra pentole e padelle, che l'olio di oliva e l'olio di semi si distinguono davvero. L'olio di oliva è molto più di un condimento: parliamo di un pilastro della nostra gastronomia, un ingrediente che tanti ci invidiano: viene impiegato in ogni tipo di preparazione, a crudo per impreziosire piatti freddi, in padella per realizzare sughi e soffritti, negli impasti per ottenere risultati perfetti.

L'olio di semi, anche in questo caso, andrà distinto in base al tipo di seme: alcune varietà, come quello di semi di lino, zucca o soia, presentano un sapore delicato che si presta anche a essere consumato crudo; altri come quello di arachidi o di girasole sono perfetti per friggere, grazie all'elevato punto di fumo che permette di cuocere a temperature molto alte, ottenendo un risultato più "leggero", croccante e dorato.

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Quello che i piatti non dicono
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