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26 Gennaio 2021 15:00

New opening e lockdown, quando la crisi fa impresa: i locali di successo nati in pandemia

L’attuale stato di emergenza non ha frenato la voglia di fare impresa: tante nuove attività hanno visto la luce del sole con tutte le difficoltà del caso. Per molti non è stato un successo, per altri sì. Di seguito raccontiamo la storia di qualcuno che ha avuto una giusta intuizione e col senno di poi sta vivendo, nonostante tutto, un piccolo successo.

A cura di Bruno Sodano
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Il 2020 si annovera all'unanimità come l’anno più brutto dell’ultimo ventennio: un anno che ha segnato in modo permanente la vita personale e professionale di tutti noi. Alti e bassi, salite e discese: non è stato facile per chi aveva già una attività e lo è stato ancora meno per chi ha deciso di aprirne delle nuove. Follia o genialità? È difficile pensare che la “crisi” possa fare impresa ma era lo stesso Einstein che citava “La crisi porta progressi” continuando “la creatività nasce dall’angoscia… è nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato”. Diverse nuove aperture, in Campania, hanno dichiarato più volte “sold out” ancor prima dell’orario ufficiale di chiusura imposto dai vari DPCM, registrando successi, forse inaspettati, superando colossi ben posizionati sul mercato. E se di tanta angoscia la gente avesse avuto solo voglia di novità? O il marketing, malgrado il periodo storico, continua ad essere lo strumento migliore per il successo? Una cosa è certa: la buona comunicazione resta un elemento imprescindibile per una grande azienda – non solo in periodo di pandemia – unita certamente a qualità e bontà.

Vediamo insieme quali sono state alcune attività di successo che hanno aperto battenti nell’anno della pandemia sfidando le leggi della crisi e del lockdown.

Il caso “Golocious”

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Più che una semplicità attività, un vero e proprio “caso” imprenditoriale: 3 punti vendita aperti nell’anno della pandemia e uno in prossima apertura. Il primo ad aver varcato la soglia della “paura” è stato Golocious a piazzetta Fuga al Vomero, aperto a maggio in prossimità della fine del primo lockdown. Il punto di forza è stato sicuramente il delivery e l’asporto – in cui in pochi hanno creduto inizialmente – fino ad arrivare a registrare ogni giorno un sold out continuo al locale. Un grande segnale per non perdere la speranza: Vincenzo Falcone e Gian Andrea Squadrilli hanno dimostrato che, con l’aiuto di una buona comunicazione unita ad una giusta intuizione, il successo può arrivare. Ad aiutarli, sicuramente, è stato l’aver unito lo stile “food porn” a ingredienti di qualità. La sfida poi è continuata a Roma per poi ritornare a Napoli, in via Cimarosa, con un doppio format in un unico locale: pizza in teglia e pizza e cucina. E non è tutto: il mese di Gennaio 2021 hanno inaugurato a Milano registrando la prima settimana ogni sera sold-out di tutti i panini.

La Masardona, Roma

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Il giovane prodigio Cristiano Piccirillo aveva un sogno nel cassetto: lavorare in proprio e aprire nella Capitale. Felici per lui che si sia realizzato, certamente non nel periodo storico più felice di tutti i tempi. Nonostante questo Piccirillo ha una visione positiva: “È un periodo duro per la ristorazione in generale ma io resto comunque felice della scelta che ho fatto. Tornassi indietro la rifarei in quanto le soddisfazioni non mancano e fortunatamente – nonostante le mille restrizioni – stiamo riscuotendo un successo pazzesco grazie a tutte le persone che ci seguono e ci apprezzano”. Cristiano ha aperto il suo punto La Masardona a Roma con il format “Pizza Fritta” portando una grande novità in esclusiva: la pizza al forno a legna.

Carbonà, Villaricca

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Bruno Sculli è un imprenditore partenopeo che si è fatto conoscere con il suo format “Mastergrill” realizzando panini a tutto tondo. Una sua grande ambizione, però, era inaugurare la vera prima osteria romana della Campania: ce l’ha fatta, ma nell’anno della pandemia. Ad ogni modo, il successo l’ha travolto e la sua intuizione si è rivelata essere vincente. Se tornasse indietro rifarebbe tutto: “Dalla prima sera – racconta Bruno – abbiamo registrato ‘sold out’ che è continuato giorno dopo giorno spingendoci addirittura a dover aprire anche a pranzo per scaglionare l’affluenza. Certo è che quando abbiamo pensato all'avvio del locale non avevamo coscienza di quello che sarebbe successo. Abbiamo utilizzato il tempo in cui siamo stati fermi per perfezionarci ed arrivare pronti all’apertura che è avvenuta poi ad Agosto”. Da Villaricca il progetto si è poco dopo accompagnato presto ad un nuovo punto ristoro take away nel cuore di Napoli.

Pasticceria Fusto, Milano

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Gianluca Fusto non aveva pianificato la sua apertura a Milano in questo anno particolare: “Quando abbiamo cominciato i lavori a novembre, nessuno al mondo era al corrente di una possibile pandemia. I lavori si sonoi poi conclusi nel mese di aprile, in un momento in cui Milano era a terra: cercando proprio di dare anche un messaggio positivo per le persone che credono in Milano e la amano, abbiamo trovato la forza e il coraggio di aprire. Ricordo che non avevamo nemmeno il packaging e firmavamo le scatole una a una, per personalizzarle. Volevamo proprio fare un omaggio a Milano, da cui abbiamo sempre ricevuto tanto”. Nonostante il breve periodo, e la situazione attuale, non sono certo mancati importanti riconoscimenti: “Tutti insieme – precisa Gianluca – siamo riusciti a realizzare una comunicazione diversa sulla pasticceria, tanto che abbiamo conseguito diversi premi: le Tre Torte del Gambero Rosso, il premio come Pasticceria dell’Anno, il premio per l’Innovazione e il Premio Imprenditore dell’Anno. Noi abbiamo cercato di aprire per dare un messaggio di positività a Milano e questi premi ci hanno dato ragione. In un momento difficile come questo, con tutte le difficoltà legate allo sviluppo del prodotto, del brand e del packaging, aver conseguito le Tre Torte è stato per noi un riconoscimento veramente importante”. Con Fusto Milano la gente si è accorta che la pasticceria può essere diversa dal solito locale con un bancone e diventare invece un’esperienza a tutto tondo.

Al Mercato Steaks & Burgers, Milano

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Al Mercato Steaks & Burgers è un format nato nella capitale della moda italiana con un’ambizione davvero importante: aprire due sedi nell’anno della pandemia. Certo è che se i titolari avessero saputo prima delle avverse sorti del mondo, ci avrebbero pensato due volte ma, in ogni caso, si ritengono comunque molto soddisfatti nonostante tutto: “I momenti di crisi a volte sono grandi momenti di opportunità. Anche perché in questi momenti un imprenditore deve sapere quali sono le mosse strategiche di cui la sua azienda ha bisogno. I risultati sono stati strepitosi e rifarei tutto quello che ho fatto” dichiara Marcello Rizza socio dello Steaks. Per ora lavorano tanto con l’asporto ed hanno dedicato un menu apposta con succose ribs e wings oltre ai fantastici burgers.

Barittico, Napoli

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Sulla scia di Panamar, nota paninoteca di mare vomerese, nasce in una traversa di Via Scarlatti a Napoli “Barittico”. Una scelta tanto audace quanto folle per i tre giovani imprenditori campani – Marco Matrecano, Bruno Sensenhauser e Stefano Toscano – che, con intenso lavoro e caparbietà, hanno creato un vero punto di riferimento per l’aperitivo-cena a Napoli. “Non è stata una scelta difficile – ci ha spiegato Bruno Sensenhauser, socio di Barittico – coraggiosa certamente, ma non difficile. Quando insegui le tue aspirazioni, coltivi i tuoi sogni, hai dei soci e compagni di viaggio che la pensano esattamente allo stesso modo, è tutto più semplice. C’è bisogno, però, che questo spirito positivo e propositivo venga supportato da misure adeguate, concrete e tempestive. Noi facciamo la nostra parte, l’anima produttiva del Paese non incrocia le braccia, il Governo faccia la propria”. Sicuramente questa salumeria di mare in città ha dato buoni frutti durante il periodo d’apertura quindi si ci auspica in un futuro più fiorente passato questo brutto periodo.

Suscettibile, Salerno

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Un caso più unico che raro: l’apertura di Suscettibile Salerno è stata consacrata dall’imminente chiusura dell’Italia. Nonostante le avversità esterne, il ristorante ha dato modo durante l’apertura estiva di collocarsi nella rosa dei migliori ristoranti campani. Tanto che qualcuno lo ha definito “un ristorante prossimo alla Stella Michelin”. Era da tempo che lo chef Antonio Morinelli voleva portare il suo stile in città – venendo dal Cilento – e la pandemia non l’ha certamente scoraggiato. Una scommessa che si è rivelata vincente, al momento, speriamo soltanto che col tempo si possano veder raccogliere quei frutti che spettano a chi mette impegno e passione in ciò che fa.

Laboratorio Folkloristico, Pomigliano D’Arco

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Laboratorio Folkloristico lo abbiamo già raccontato e rientra appieno in quelle realtà che, nonostante il periodo infelice di apertura, hanno ottenuto grandi risultati nel poco tempo di operatività. “In realtà la decisione di aprire è maturata antecedente al periodo Covid-19” ci hanno spiegato i titolari. “Il progetto, all'epoca ancora in fase embrionale, affonda le sue radici molto tempo fa tra le varie esperienze lavorative avute assieme al banco. Il Covid è stato semplicemente un inaspettato fuoriprogramma”. In poco tempo di apertura ci sono stati grandi riconoscimenti: “Finora dei risultati ottenuti non possiamo lamentarci. Nonostante il poco periodo di attività, e il locale in funzione limitata secondo le restrizioni che ci hanno impedito di sfruttarne tutto il potenziale legato ad esso come l'accademia, l'emporio e lo spazio sociale, risultati e riconoscimenti sono già arrivati. La menzione di Gambero Rosso infatti, come cocktail bar dell'anno per la Campania e tra i primi dieci in Italia ci gratifica e ci sprona a fare sempre di più e sempre al meglio”.

Carne (diversamente macellai), Milano

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Originalità, spirito di iniziativa ed innovazione sono le parole chiave che hanno contraddistinto “Carne (diversamente macellai)”. L’inaugurazione è stata fatta a giugno 2020, in virtuale, con 500 presenti in streaming tramite zoom. Ma che cos’è Carne, diversamente macellai? È il primo “One Thing Restaurant” milanese dove c'è un unico piatto protagonista, un solo taglio di carne bovina piemontese, il Lombatello, preparato in modo speciale. Il progetto è ideato da un team giovane e preparato: i cuneesi Andrea Pirotti (“nipote d’arte” e già ideatore del format Bove’s) e Denise Di Meola (giovane esperta contabile), e il barmanager barese Domenico Cannillo. Andrea si ritiene molto soddisfatto nonostante il periodo particolare: “Avendo ideato un progetto complesso come le box – causa Covid – se avessimo saputo prima cosa ci aspettava ci saremmo organizzati in diversi tempi. In ogni caso adesso spediamo in tutta Italia – isole comprese – e il format sta riscuotendo molto successo, fortunatamente. Aspettiamo solo che tutto passi per riaprire al pubblico la nostra sala e continuare a lavorare serenamente in rispetto di tutte le nuove normative”. La box comprende della carne selezionata da cucinare in differenti modi: ricette prese dal mondo che variano ogni mese. Quindi un modo originale per mangiare piatti originali, comodamente a casa propria.

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Quello che i piatti non dicono
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