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23 Maggio 2023 14:00

Mozzarelle che si mangiano e indossano: cos’è la Treccia di Santa Croce di Magliano

In Italia, precisamente in Molise, esiste una particolare treccia fatta di mozzarella che può essere anche indossata. Si chiama Treccia di Santa Croce di Magliano e oggi la realizza solamente un produttore.

A cura di Alessandro Creta
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Una speciale quanto rara treccia di mozzarella, speciale da mangiarsi ancora fresca ma da mettersi anche al collo in occasione di una sentita festa religiosa locale. Che cos'è la Treccia di Santa Croce di Magliano.

Indossare il cibo, e chi l'avrebbe mai detto. Nello specifico, indossare una treccia di mozzarelle come se fosse una normalissima sciarpa. Latticini messi al collo da far invidia anche all'accessorio più strano degno della Milano Fashion Week. Eppure in Molise, per la precisione nel comune di Santa Croce di Magliano in provincia di Campobasso, viene realizzata una particolare treccia di mozzarelle in occasione di una partecipata ricorrenza religiosa locale, quella della Madonna dell’Incoronata che cade l’ultimo sabato di aprile. Ma di che cosa si tratta? Perché è così particolare e speciale questa treccia?

Come e quando si fa la Treccia di Santa Croce di Magliano

Va detto, come informa anche la scheda di riferimento sul sito di Slow Food (la treccia fa parte dell'Arca del Gusto), come al giorno d'oggi sia rimasto solamente un produttore a realizzare la treccia, per questo il rischio di scomparsa è particolarmente alto. Come viene realizzata questa particolare treccia molisana?

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"Al latte bovino crudo – continua la scheda presente su Slow Food – viene aggiunto siero derivante dalla cagliata del giorno precedente e la lavorazione prevede diversi passaggi, l’ultimo dei quali prevede che i lunghi fili di pasta vengano sistemati su una tovaglia di cotone e si proceda alla formazione della treccia". Una volta concluso il processo di lavorazione la treccia può essere mangiata subito, orientativamente fino a una settimana dopo dalla sua produzione, passando via via da un colore bianco vivo a uno sempre più giallognolo con il passare dei giorni. Come detto, però, questo prodotto non solo viene consumato ma pure ‘indossato‘. È proprio durante le celebrazioni della Madonna dell’Incoronata che questa treccia assume un importante valore simbolico per i locali, soprattutto per gli agricoltori.

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Foto da Facebook

Pastori e animali, al momento della benedizione del Santo Patrono, indossano tale intreccio di latticini a tracolla. Un gesto rituale a simbolo di buon auspicio per l’andamento delle produzioni agricole e zootecniche. Detto ciò comunque la treccia viene realizzata tutto l'anno, orientativamente per un totale di un migliaio di chili, ed è anche riconosciuta dal marchio Pat, prodotto agroalimentare tradizionale.

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Quello che i piatti non dicono
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