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27 Novembre 2020 11:00

Miele: come riconoscere e comprare un prodotto di qualità

Utilizzato sin dai tempi antichi, il miele è sicuramente uno degli alimenti più benefici di cui madre natura ci ha fatto dono. Per godere appieno delle sue straordinarie proprietà salutari, tuttavia, è importante imparare a riconoscere un prodotto di qualità da uno che non lo è affatto. Noi vi sveliamo come riconoscere e comprare un buon miele.

A cura di Emanuela Bianconi
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Conosciuto e utilizzato sin dai tempi antichi, il miele è senza ombra di dubbio uno degli alimenti più portentosi che la natura ci ha messo a disposizione. Considerato da Pitagora un "elisir di lunga vita", è composto principalmente da zuccheri, in particolar modo glucosio e fruttosio (per il 70-80 per cento), e acqua; è ricco di sali minerali – soprattutto sodio, potassio e ferro – e vitamine del gruppo B e C, ed è una eccezionale fonte energetica, particolarmente indicata nell'alimentazione dello sportivo e del convalescente. Sono ormai numerosissimi gli studi che ne hanno dimostrato le straordinarie proprietà antiossidanti, antibatteriche e antinfiammatorie, che cambiano anche a seconda della tipologia: quello di acacia, per esempio, agisce positivamente sull'apparato digerente, quello di tiglio è diuretico e digestivo, il millefiori ha un'azione disintossicante sul fegato.

Frutto dell'instancabile lavoro delle api, il miele può essere classificato in base all'origine botanica in monofloreale e millefiori. Il primo proviene principalmente da un'unica origine botanica e, dal punto di vita della composizione e delle caratteristiche organolettiche, ne risulta fortemente caratterizzato (tra questi, acacia, castagno, tiglio, cardo…); il secondo, invece, si ottiene dal polline di fiori diversi (sia coltivati sia spontanei) e gusto e colore variano in base alle prevalenze floreali e alla zona di produzione. Con oltre 50 tipologie differenti, l'Italia detiene il primato al mondo per la più grande varietà di mieli monofloreali: un'esplosione di colori, profumi e sapori che raccontano magnificamente la biodiversità del nostro Paese. Ma sappiamo riconoscere un prodotto di qualità da un altro che non lo è? Scopriamo insieme quali regole è importante seguire per comprare il miele in modo sicuro e consapevole.

1. Leggere l'etichetta

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Questa è la prima regola e la più importante di tutte, valida per il miele ma per qualunque altro prodotto si desideri acquistare. Saper leggere correttamente l'etichetta è fondamentale per verificare innanzitutto la sua origine. Scegliete miele esclusivamente italiano (la parola "Italia" deve essere obbligatoriamente presente sulla confezione) ed evitate quello proveniente dagli altri Paesi europei o extraeuropei.

La dicitura "miscela di mieli provenienti da vari Paesi europei ed extraeuropei" sta a indicare che l'alimento può essere tutto o in parte di origine extraeuropea: in questo caso non avremo molte garanzie in merito alle procedure di produzione adottate. Acquistare un miele italiano, invece, ci consente di avere maggiori tutele: gli standard del nostro Paese, in merito alle norme igienico-sanitarie, di sicurezza e ai controlli eseguiti durante tutte le fasi di lavorazione, sono piuttosto elevati. La legge impone che il prodotto all'interno del vasetto sia naturale al 100 per cento e non sono ammessi residui di sostanze chimiche, come antibiotici o farmaci.

L'indicazione del Paese di origine può fornirci anche un'altra fondamentale informazione, ovvero se si tratta di un solo miele oppure di una miscela di mieli di diversa provenienza. Ovviamente c'è una grande differenza tra i due prodotti, a livello sia qualitativo sia gustativo: il secondo viene realizzato a livello industriale per offrire al consumatore un prodotto standard e sempre uguale in termini di colore, sapore e consistenza; il primo, maggiormente "puro", presenterà delle caratteristiche dettate più dalla natura che dall'intervento dell'uomo.

2. Certificazione del miele

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Un'altra buona regola è quella di verificare se il miele è "proveniente da agricoltura biologica". Come si fa? Sempre leggendo attentamente l'etichetta riportata sul vasetto o sulla confezione. Questa certificazione garantisce l'assenza di residui chimici, come farmaci, antibiotici o pesticidi, all'interno del miele e che tutte le fasi di allevamento delle api e lavorazione del prodotto avvengano nel rispetto dell'ecosistema e del suo delicatissimo equilibrio. La certificazione bio è, dunque, un'ulteriore conferma e garanzia di qualità. A onor del vero, va detto che talvolta l'assenza di questa non dipende dal valore del prodotto, bensì dai costi significativi che un'azienda – e sono molte quelle piccole e a conduzione familiare che operano in questo settore – deve sostenere per ottenerla. Tra gli apicoltori italiani, infatti, seppure in assenza di un riconoscimento ufficiale, esiste un'attenzione diffusa nei confronti del biologico e del naturale. Anche per il miele esiste la certificazione Dop (denominazione di origine protetta), che garantisce la tipicità e la tradizionalità di quel particolare prodotto legato alla sua zona di origine e produzione. Tra le più conosciute quella della Lunigiana, che comprende 14 comuni della provincia di Massa Carrara, una zona particolarmente vocata per l'apicoltura, delle Dolomiti Bellunesi e di Montefeltro.

3. Indicazione del produttore e scelta locale

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Sapere chi ha prodotto quel miele che stiamo acquistando è un'altra informazione assai importante. Secondo la normativa, in etichetta devono essere presenti il nome o la ragione sociale del produttore e il suo indirizzo. Tuttavia, questa dicitura non sempre ci fornisce l'indicazione dell'apicoltore o dell'azienda apistica che lo ha realmente realizzato: per legge le aziende possono non solo vendere il proprio miele, ma anche acquistare e confezionare quello prodotto da altre, distribuendolo con la loro etichetta.

Cosa fare dunque? Acquistare del miele nei mercati contadini e a chilometro zero, nelle botteghe rionali o direttamente presso i piccoli produttori ci consente di fare scelte consapevoli, sostenendo al contempo le realtà territoriali e la tradizione dell'apicoltura italiana. Rispetto a un miele di tipo industriale, a cui è richiesto di avere sempre lo stesso colore, sapore e profumo, ci troveremo di fronte a un prodotto non solo più grezzo, genuino e salutare, ma anche unico e irripetibile, poiché soggetto alla mutevolezza della natura stessa. Espressione del territorio in cui viene realizzato, ha il pregio di non essere sottoposto a trattamenti invasivi come la pastorizzazione ma, proprio per questa stessa ragione, è importante avvalersi di un apicoltore o di un'azienda di fiducia, che osservi attentamente tutte le norme di igiene e sicurezza alimentare.

4. Occhio a colore, consistenza e aspetto

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Dalle numerose e differenti sfumature, il colore del miele varia soprattutto in base alla tipologia dei pollini raccolti dalle api. Per verificare che non abbia subito processi di degradazione, è importante osservarne l'aspetto, facendo attenzione che la parte liquida non sia separata da quella solida; la colorazione deve essere il più possibile omogenea e priva di stratificazioni. Nel caso in cui la consistenza sia schiumosa o presenti evidenti bolle di gas, vuol dire che il prodotto ha subito un processo di fermentazione; nonostante un miele fermentato non sia tossico, avrà un odore e un sapore particolarmente sgradevoli che ne impediranno il consumo. La presenza di striature bianche nei mieli cristallizzati, invece, è del tutto naturale e non compromette in alcun modo la qualità del prodotto stesso.

5. Vendita e conservazione

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Il miele può essere venduto solo in contenitori chiusi ermeticamente, per evitare alterazioni, ed è bene scegliere vasetti dotati di sigillo di garanzia, che tutelano da ogni eventuale manipolazione. Altro aspetto che è bene tenere a mente è il termine di consumo, ovvero una sorta di data di scadenza che va indicata per legge sulle confezioni. Il miele dura da 18 a 24 mesi (dopo inizia a perdere le sue qualità) e va conservato in un luogo buio e asciutto.

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