Meta del tonno pescato nel mondo è diventato un prodotto da pesca sostenibile secondo i numeri di Msc. Resta però fuori il problema del tonno rosso.
Ogni annosi sbarcano 2,8 milioni di tonnellate di tonno proveniente da attività di pesca certificate dal Marine stewardship council, ovvero pari alla metà delle catture effettuate in tutto il mondo. A diffondere questa buona notizia è Msc, organizzazione non profit che promuove la salute degli oceani attraverso un programma per la pesca sostenibile, in occasione della Giornata mondiale del tonno prevista ogni anno per il 2 maggio. “Oltre il 50% del tonno pescato nel mondo è ora certificato MSC o in fase di valutazione per ottenere la certificazione, un progresso significativo rispetto al passato e un segnale incoraggiante per la conservazione delle risorse ittiche globali". Ogni tanto una buona notizia che certifica come certi sforzi non siano vani, malgrado dal punto di vista dei consumatori possa sembrare così.
Il tonno è una delle specie più pescate al mondo: si stima che ogni anno vengano pescati oltre 5 milioni di tonnellate di tonno. L'aumento delle quote di tonno pescato con pratiche certificate MSC è dunque considerato un passo importante per contrastare la pesca eccessiva e illegale, che ha danneggiato severamente alcune popolazioni di tonno in passato.
La certificazione MSC garantisce che il tonno provenga da stock ittici gestiti in modo responsabile, sia catturato riducendo al minimo gli impatti sugli ecosistemi marini, sia tracciabile lungo tutta la catena di approvvigionamento. Il programma MSC è uno dei più rigorosi al mondo per la certificazione della pesca sostenibile e coinvolge controlli indipendenti, trasparenza dei dati e miglioramento continuo delle pratiche di pesca.
Le specie coperte includono il tonno pinna gialla (yellowfin), il tonno obeso (bigeye), il tonno alalunga (albacore) e il tonno striato (skipjack): si tratta di che specie rappresentano la maggior parte del tonno consumato a livello globale, sia fresco che in scatola. Il Marine Stewardship Council (MSC) ha iniziato a certificare alcune attività di pesca del tonno rosso, sebbene in misura molto limitata rispetto ad altre specie di tonno.
L’annuncio di MSC rappresenta una pietra miliare nella gestione sostenibile delle risorse marine globali, e riflette l’impegno crescente di aziende, governi e consumatori verso pratiche responsabili. Tuttavia, non tutta la pesca del tonno è ancora sostenibile: il lavoro resta importante in molte aree, soprattutto in contesti con regolamentazioni meno stringenti o difficoltà di tracciabilità.
Il tonno rosso (Thunnus thynnus) è più difficile da certificare secondo i criteri del Marine Stewardship Council rispetto ad altre specie di tonno per una serie di motivi biologici, gestionali e ambientali. Questa particolare specie impiega diversi anni per raggiungere la maturità sessuale (fino a 8 anni), il che lo rende particolarmente vulnerabile alla sovrapesca: a differenza del tonno pinna gialla o dello skipjack, che si riproducono più rapidamente, la popolazione di tonno rosso impiega più tempo a ricostituirsi. Il tonno rosso, inoltre, attraversa l’Atlantico e il Mediterraneo, rendendo difficile monitorare accuratamente le sue rotte e definire stock isolati.
Il tonno rosso è una specie ad altissimo valore commerciale, soprattutto nel mercato del sushi e sashimi: ciò lo rende soggetto a pressioni di pesca intense, con fenomeni anche di bracconaggio organizzato. Fino alla metà degli anni 2000, la pesca del tonno rosso – soprattutto nel Mediterraneo – non era praticamente regolamentata, e la specie ha subito un grave declino a causa della pesca eccessiva e illegale (IUU). Solo dal 2007 l’ICCAT (Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico) ha iniziato a imporre quote di pesca più rigide, sistemi di tracciabilità e monitoraggio più severi. Anche se alcune valutazioni indicano oggi una parziale ripresa degli stock, la fiducia nei dati e nei meccanismi di gestione rimane oggetto di controversia scientifica e ambientale.
Il fatto che il problema del tonno rosso sia soggetto a gestione multilaterale da parte di organismi internazionali (come ICCAT), che coinvolgono numerosi paesi con interessi divergenti aumenta la complessità sulle operazioni di monitoraggio e tutela: le decisioni su quote, controlli e regolamenti avvengono spesso in un clima di tensione politica e con tempi lenti, rendendo difficile l’applicazione uniforme di criteri stringenti come quelli richiesti dal MSC.
Mentre il MSC ha iniziato a certificare alcune attività di pesca del tonno rosso, queste rappresentano ancora una piccola frazione del totale. La certificazione di questa specie rimane un tema complesso e in evoluzione, con un equilibrio delicato tra la promozione della pesca sostenibile e la necessità di proteggere gli stock di tonno rosso a lungo termine.