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5 Maggio 2023 14:00

Israele: creato filetto di pesce (commestibile) con una stampante 3d

Dopo il latte ottenuto senza la mungitura delle mucche e uova a base vegetale in Israele hanno ideato una tecnica per 'stampare' in 3d un filetto di pesce. Pronto per essere cotto.

A cura di Alessandro Creta
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Considerate le recenti reazioni, di gran parte del pubblico e delle istituzioni, di fronte alla possibilità di mangiare carne coltivata in laboratorio forse la notizia farà un po' storcere il naso ai più. Eppure in Israele hanno da poco messo a punto un sistema per produrre, con la stampante 3d, un filetto di pesce (al momento cernia) pronto per essere preparato in padella o fritto.

La tecnologia fa passi da gigante e anche se la maggior parte delle persone (e annesse istituzioni) sembra ignorare lo sviluppo, anche in ambito gastronomico si mettono a punto tecniche sempre più sofisticate per ‘creare' del cibo. Cibo vero in quanto commestibile. Da qualche settimana si è acceso il dibattito sulla carne creata in laboratorio, con annesse discussioni tra chi è a favore e chi contro questo prodotto ancora ‘giovane' e per certi versi inevitabilmente acerbo.

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Se negli Usa la carne definita (sebbene in modo non corretto) sintetica sarà disponibile sul mercato, nel nostro Paese è stato vietato tutto ciò che ruota attorno al settore. Dalla produzione alla commercializzazione, passando per l'import di questo tipo di prodotto. All'estero però la ricerca avanza e in Israele, dove mesi fa hanno ideato un latte ottenuto senza la mungitura delle mucche e uova a base vegetale sono riusciti a creare un filetto di pesce utilizzando la stampante 3d.

Filetto di pesce stampato in 3d: va solo cucinato

Tutto merito di un'azienda locale, la SteakHolder Foods, che ha annunciato di aver ricreato in laboratorio un filetto di pesce partendo dalle cellule dell'animale, coltivate e cresciute poi in laboratorio (processo standard per questa tipologia di prodotti). La ditta israeliana ha ammesso come il taglio del pesce, di fatto, una volta realizzato vada solamente cucinato.

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Il tutto è stato messo a punto con la collaborazione di un'azienda di Singapore, la Umami Meats, e se tutto ciò dovesse prendere piede potrebbe rappresentare (non a breve, più sul lungo termine dati gli alti costi di produzione attuali ) un toccasana per alleggerire la pressione esercitata sui mari dalla pesca intensiva. Fanno sapere dall'azienda, comunque sia, come questo filetto abbia la friabilità del pesce tradizionale e, una volta fritto e condito, è confondibile con un prodotto comune.

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A cura di
Alessandro Creta
Laureato in Scienze della Comunicazione prima, Pubblicità e Marketing poi. Giornalista gastronomico per professione e mangiatore seriale per passione, mi piace navigare tra le pieghe del cibo, perché il food non è solamente cucina, ristoranti e chef. Appassionato di olio evo ma anche di viaggi, sono particolarmente incuriosito da cibi strani e sconosciuti. Mi fate felice con un Verdicchio. Mi trovate su Instagram: @cretalex
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