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29 Marzo 2023 11:23

Guerra alla carne sintetica: le decisioni del governo e quali sanzioni per i produttori

Il governo ha vietato la produzione e la commercializzazione nel nostro Paese di carne sintetica. Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge: pene severe per chi trasgredisce.

A cura di Alessandro Creta
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L'Italia ha ufficialmente dichiarato guerra alla carne sintetica e alla sua produzione. Ieri il Consiglio dei ministri ha discusso anche su uno degli argomenti più dibattuti degli ultimi mesi, optato per una stretta vigorosa e severa per quanto riguarda la realizzazione di carne sintetica nel nostro Paese. A poche settimane dall'ok definitivo, da parte dell'Unione Europea, al consumo di prodotti a base di insetto almeno in Italia ora si è deciso di contrastare in ogni modo possibile tutto il comparto legato alla produzione di questo nuovo, innovativo e controverso alimento.

Che cosa ha deciso il governo? Di bloccare sul nascere un'industria che, nel resto del mondo, potrebbe decollare da qui ai prossimi anni (data la necessità di ricercare sempre più fonti alimentari alternative). In buona sostanza il disegno di legge discusso e approvato ieri ha dato il nulla osta al divieto di produzione e commercializzazione di alimenti e mangimi sintetici. "Una legge prima al mondo che vieterà la possibilità di commercializzare e produrre in laboratorio gli alimenti di cui ci nutriamo" ha detto Giorgia Meloni.

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Sono previste anche sanzioni amministrative particolarmente dure per le aziende che contravverranno. Pene pecuniarie da 10 mila a 60 mila euro, ma possono arrivare sino al 10% del fatturato annuo dell’azienda realizzato nell’ultimo esercizio chiuso anteriormente all’accertamento della violazione. Da mesi il governo così come tante associazioni di categoria avevano avviato una battaglia contro sia il consumo di prodotti a base di grillo sia di cibi prodotti in laboratorio come, per esempio, la carne sintetica. Se per quanto riguarda i primi, a breve, dovremo abituarci alla loro presenza anche nella grande distribuzione, per la seconda è stata data un'importante stretta con il divieto di produzione sul territorio italiano.

Carne sintetica: problema o soluzione?

Da qualche mese a questa parte il Governo sta portando avanti una vera e propria crociata contro alternative alimentare come, per l'appunto, cibi a base di insetto e carne ottenuta in laboratorio. Difendendosi, o forse nascondendosi (più per convenienza populista che reale convinzione, forse) dietro lo stendardo rappresentato dalla tradizione gastronomica italiana (quella che conosciamo e tanto tuteliamo oggi è comunque figlia e risultato di contaminazioni e mescolanze con culture passate, nei secoli scorsi). In un periodo in cui di alternative alimentari bisogna – e sottolineiamo, bisogna – parlare, da noi si cerca di strozzare in gola il discorso e qualsiasi apertura verso soluzioni che oggi ci sembrano futili e vuote, ma di cui potremmo sentire la necessità da qui a qualche anno.

Il problema del climate change, nonostante le evidenze (l'ultimo inverno è stato il quinto più caldo della storia, la passata estate la più torrida in assoluto), sembra non interessare i più, leader politici in primis, così come la crescita demografica incontrollata, con conseguente bisogno di maggiori scorte alimentari, pare quasi un problema di poco conto. Nonostante entro il 2050 nel mondo potrebbero esserci 10 miliardi di persone. Fatto sta, la carne sintetica (così come qualsiasi altro cibo prodotto in laboratorio) si presuppone come alternativa alimentare in grado di poter alleggerire una situazione, quella legata alla disponibilità di cibo, già gravosa. E mentre negli Stati Uniti e Singapore, solo per fare due esempi, si è autorizzata la sua produzione e commercializzazione, nel nostro Paese la si blocca cercando di distogliere l'attenzione pubblica dai reali problemi (quelli sopra citati) spostandola verso quelli effimeri (la tutela di pizza e pasta al pomodoro, come se questi rischiassero qualcosa poi).

Con l'ottimizzazione della produzione di carne sintetica, a ben vedere, si riuscirebbe a tagliare l'emissione di gas serra derivati dagli allevamenti intensivi, oltre a limitare l'utilizzo di acqua che, in questi stessi allevamenti, viene usata in grandissima quantità. In parole povere: il vantaggio della carne prodotta in laboratorio è che da una sola cellula estratta dall'animale (e poi ‘coltivata' in vitro) si possono ricavare circa 10 mila chili di carne in poche settimane. Il tutto senza uccidere e macellare gli animali stessi.

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