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27 Ottobre 2022 16:25

Intossicazione da tartufo: i rischi del consumo e chi non dovrebbe mangiarlo

Per secoli ritenuto cibo del Diavolo, il tartufo veniva considerato velenoso, a volte anche letale. Oggi in tanti amano il prezioso tubero, in alcuni casi però potrebbe risultare tossico.

A cura di Alessandro Creta
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Pochi giorni fa in occasione di una sagra dedicata, in un paesino campano, un gruppo di turisti ha accusato dei malori dopo aver consumato tartufo e prodotti derivati. Problemi gastrointestinali e un caso sul quale sta indagando anche l'Asl locale, per cercare di chiarire cosa possa aver fatto male agli avventori truffle lovers.

Parlando più in generale rispetto al recente fatto di cronaca, non tutti probabilmente sanno come anche il tartufo, specialmente se consumato in grandi quantità, sia in grado di arrecare danni alla salute. Proprio come i funghi anche il tartufo può ledere chi lo mangia, proprio come è successo alla sagra tenutasi in provincia di Avellino.

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Va sottolineato inoltre come tra le quasi 100 varietà di tartufo esistenti ne siano commestibili appena 9. Tutte le altre, comunque, non è detto che siano necessariamente tossiche e dannose, per quanto alcune di loro potrebbero causare problemi gastrointestinali.

Rischi da consumo di tartufo

Cosa può provocare il tartufo? Quali sono i rischi legati al suo consumo? A cosa bisogna stare particolarmente attenti? Ci sono categorie di persone maggiormente soggette ai pericoli derivati dal tartufo?

La prima testimonianza scritta sulla morte dovuta al consumo di tartufi risale al 1300. Un medico umbro in un suo trattato parlò del decesso causato da una congestione a seguito di un pasto a base di questo fungo ipogeo. Specialmente secoli fa il tartufo veniva ritenuto un alimento maledetto, tossico, dal quale stare alla larga, al punto da essere considerato cibo del diavolo e delle streghe, ipoteticamente ricco di veleno e di sostanze tossiche nocive se non mortali.

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Nei tartufi così come nei funghi più classici esistono due differenti tipi di tossicità. Quella intrinseca, vale a dire propria del vegetale, e quella invece derivata dall'ambiente in cui cresce e vive, rimanendo eventualmente contaminato da possibili sostanze tossiche presenti.

Oggi il tartufo è una materia prima rinomata, preziosa, ricercata. In alcuni casi, specialmente nell'eventualità di consumi esagerati o per chi ha già problemi di salute, potrebbe risultare tossico. È il caso, per esempio, di chi soffre di gotta: il tartufo potrebbe aumentare la produzione di ulteriore acido urico e urea, peggiorando in questo modo la malattia. Ciò potrebbe tradursi anche in un problema ai reni, con la formazione di calcoli. Un consumo poco controllato del tubero però è capace di apportare danni a stomaco e fegato.

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Le donne in gravidanza, inoltre, dovrebbero prestare particolarmente attenzione, evitando di mangiare tartufo crudo. Questo infatti potrebbe essere contaminato da toxplasma, una sostanza capace di alterare il normale sviluppo del feto. La buccia del tartufo contiene inoltre delle sostanze difficili da digerire per i bambini e i ragazzi al di sotto dei 15-16 anni.

Parlando invece di prodotti derivati dal tartufo, come creme, oli o preparati vari, il pericolo è che alcune sostanze e aromi sintetici con i quali vengono lavorati possano risultare tossici a chi ha eventuali allergie o intolleranze.

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