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29 Luglio 2020 13:00

Il Trapizzino, la storia di un piatto contemporaneo diventato già tradizione

Stefano Callegari sostiene che, col Trapizzino, ha voluto rendere la scarpetta uno street food. E ci è riuscito, perché oggi il Trapizzino è uno dei prodotti più amati dai romani e non solo. Una semplice pizza bianca, tagliata come un tramezzino, riempita con le porzioni più gustose della cucina romanesca. Un'idea geniale ma semplice, un vero tripudio di sapori: ecco la sua storia.

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Può un piatto nato nel 2005 essere già entrato nella storia dello street food a Roma? Sì, se si parla del Trapizzino. Uno spuntino che porta la cucina romana nel mondo della pizza, una fusione tra il passato e il futuro, un cono di pizza farcito con il meglio che la capitale può offrire. L’idea è venuta a Stefano Callegari che, in soli 15 anni, ha conquistato un posto nella millenaria storia della gastronomia romana con un prodotto semplice e geniale.

Ma cos’è il Trapizzino? Semplicemente una pizza bianca romana, o meglio, di un angolo di questa pizza bianca a forma di tramezzino, aperto e riempito in abbondanza dei piatti tipici della cucina romanesca.

La storia del Trapizzino

Siamo nel 2005, l’anno di Million Dollar Baby trionfatore degli Oscar e dei Negramaro ultimi a Sanremo, ma primi nelle classifiche delle radio. Stefano Callegari decide di aprire una pizzeria al taglio a Testaccio, la chiama 00100, il codice postale di Roma e, dirà poi in seguito, "un omaggio alla farina doppio zero".

L’esordio con il pollo alla cacciatora tanto caro alla Sora Lella: "A Testaccio dove nasce il Trapizzino c’era il laboratorio, poi abbiamo rinnovato. Avevamo preso questo posto per fare sperimentazione, volevamo divertirci e subito mi è venuta in mente la cucina romana. Ho fatto una prova con questo pollo alla cacciatora, ho preparato una teglia di pizza bianca e subito ho capito la potenzialità" dice Callegari. Un piatto goloso, da portare a spasso, perché l’idea rivoluzionaria è portare la scarpetta nel mondo della pizzeria; una pietanza in grado di ospitare il sugo tanto bramato a casa.

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La nuova pizza non passa inosservata e subito finisce sulle guide gastronomiche, prima cittadine e poi nazionali. Nel 2013 l’idea di dedicare un format esclusivamente a questa pietanza grazie alla fusione tra Callegari e Paul Pansera, un uomo che da oltre 20 anni apre ristoranti di successo a Roma. I due si conoscono da una vita e quando decidono di unirsi nell’impresa, questa prende il volo: oggi il brand è presente a Roma con 6 sedi, oltre a Latina e Ladispoli, e a Firenze, Milano, Trieste, Torino e New York.

Chi è Stefano Callegari

Stefano Callegari è innanzitutto un pizzaiolo, poi diventato imprenditore e autore. Sorriso contagioso, battuta sempre pronta, pancione rassicurante che fa venir voglia di mangiare nel suo ristorante anche solo guardandolo. L’esordio con Sforno, con l’impasto al lievito madre e l’intuizione della pizza Cacio e pepe che ha poi spopolato in città. Fritti grandiosi, su tutti i supplì e tante birre artigianali che ora sembrano la norma, ma tanti anni fa erano una novità assoluta. Poi ha aperto con il suo sodale Antonio Praticcò, Tonda a Monte Sacro, prima di arrivare all’idea di 00100 e il Trapizzino. In mezzo a tutte queste aperture ci sono i riconoscimenti: il Gambero Rosso con la Guida Pizzerie, le ospitate a Identità Golose e innumerevoli menzioni sui più importanti rotocalchi gastronomici oltreoceano. Tutti amano il Trapizzino, tutti amano Stefano Callegari.

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