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11 Gennaio 2021 11:00

Il mandarino tardivo di Ciaculli, l’agrume invernale che sa di primavera

Il mandarino tardivo di Ciaculli è l'agrume invernale siciliano che sa di primavera. La sua raccolta infatti avviene tra febbraio e marzo, quando sull'isola gli odori e i colori della bella stagione sono già una realtà. Presidio Slow Food, è molto amato dalla pasticceria e anche dalla cosmesi che sfrutta i suoi ricchi oli essenziali.

A cura di Francesca Ciancio
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A Palermo lo conoscevano come marzuddu, il mandarino che maturava a marzo, un frutto tardivo che colorava di arancione la campagna del capoluogo siciliano a inizio primavera. Oggi, a causa del cambiamento climatico in atto, la raccolta è anticipata di un mese e non è quindi difficile trovarli sul mercato già a febbraio. Il mandarino tardivo di Ciaculli prende il nome dalla località dove nasce, un borgo di campagna immerso nella famosa Conca d'Oro di Palermo. L'anima agricola di questi posti è stata messa a dura prova a partire dalla fine degli anni '70 del secolo scorso a causa della speculazione edilizia e moltissimo agrumeto è sparito per lasciar spazio alle case. Il mandarino di Ciaculli oggi cresce su un'estensione esigua – più o meno 1000 ettari – ma è preservato all'interno del parco agricolo periurbano, ha un suo consorzio e a fine anni '90 è diventato Presidio Slow Food.

Caratteristiche del mandarino tardivo di Ciaculli

La zona di Ciaculli-Croceverde Giardina rappresenta l'ultima estesa aerea agricola del comune di Palermo. Se a nord si apre verso il mare, a sud si chiude sul sistema montuoso del Monte Grifone. In mezzo ci sono i terrazzamenti di mandarino. Sì, perché una delle peculiarità importanti di questo agrume è che i suoi alberi crescono su pendii di tutto rispetto, con pendenze che possono arrivare anche al 50 per cento. Il clima mite, la buona insolazione, le falde acquifere e i venti della zona rendono questo prodotto davvero speciale. La sua diffusione inizia intorno agli anni ’50 e ha origine dalla varietà Avana per mutazione gemmaria spontanea. Gli alberi sono alti circa tre metri e fruttificano dopo 2-3 anni dall'innesto. Il mandarino ha forma schiacciata, ha pochi semi, una buccia sottile e profumatissima ed è di un bell'arancione chiaro carico. Il gusto è leggermente dolce ed è ricco di succo.

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‘Ciachi’ o ‘ciaca’ era il nome dato ai pezzi di roccia che precipitavano dal Monte Grifone e con cui furono non soltanto pavimentate le strade, ma anche costruiti i terrazzamenti per ospitare i tradizionali agrumeti. Durante la raccolta la frutta, molto sensibile alle manipolazioni, viene separata dal ramo, mentre il peduncolo viene rimosso con le forbici per evitare che possa danneggiare gli altri mandarini nel contenitore. Aprendo un frutto appena raccolto si nota subito la buccia sottile e soprattutto il profumo intenso delle essenze in essa contenute, ma la caratteristica che rende il mandarino inconfondibile sono i semi. Una caratteristica che ne fa un frutto fertile, un frutto in grado di dare a sua volta la vita. Il mandarino è infatti uno dei tre agrumi originali insieme al cedro e al pomelo. Nulla a che vedere con i tanti cloni di clementine disponibili sul mercato.

Proprietà benefiche del mandarino tardivo di Ciaculli

Come tutti gli agrumi è ricco di vitamina C e come tale possiede proprietà antiossidanti e contribuisce al potenziamento del sistema immunitario. Il Tardivo di Ciaculli è anche ricco di vitamine B1 e B2 che stimolano l’appetito, l’accrescimento, la digestione e migliorano il sistema respiratorio e sono utili alla cura del sistema nervoso. Inoltre contiene betacarotene, fibre e vitamina PP. Una ricerca ha messo in evidenza che la nobletina, un flavonoide presente nella parte bianca della buccia dei mandarini, potrebbe aiutare a mantenere livelli salutari di colesterolo, glucosio e insulina, oltre a prevenire l’accumulo di grassi. I mandarini si distinguono anche per il contenuto di selenio, presente in dosi biologicamente interessanti, ben più elevate rispetto ad altri frutti.

Nella buccia del mandarino di Ciaculli è contenuto un terpene che si chiama limonene, un olio essenziale che ha una forte azione antiossidante, combatte i radicali liberi, previene e contrasta l’invecchiamento cellulare. Ha un effetto depurativo e drenante che lo rende indicato per massaggiare le zone del corpo più soggette alla cellulite, facilitando il riassorbimento dei liquidi e contrastando gli inestetismi. Svolge anche funzioni antinfiammatorie e antisettiche: ad esempio, un bagno caldo con gocce di olio essenziale di mandarino ha proprietà rilassanti per i muscoli. Ahimè, contiene un bel po’ di calorie, 72 per 100 grammi, cioè più dell’uva, dei fichi freschi e della banana. Parola d'ordine quindi è non esagerare: la porzione ideale è di 100 grammi a pasto. 

Il suo uso in cucina e in cosmesi

È succoso, ha un alto tenore zuccherino ed è quindi buonissimo fresco, ma i pasticcieri e gelatieri siciliani lo utilizzano in una varietà di trasformati, dalle granite ai gelati, dalle gelatine alle spremute, fino ai liquori e, con l’aggiunta di un po’ di succo di limone, diventa un'ottima marmellata.

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Provate le bucce in infusione nel tè. Piace molto candito ed è tra le prelibatezze che troviamo nei lievitati natalizi di molti pasticceri gourmet, panettoni in primis. Il re del dolce siciliano poi, Corrado Assenza del Caffé Sicilia di Noto, ne ha fatto un ingrediente feticcio e lo usa in creme, gelati, marmellate e creme.

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