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17 Luglio 2021 15:00

Il cibo (quasi) scaduto spopola in Cina: come riconoscerlo e salvarlo dalla spazzatura

In Cina poche settimane fa è stata approvata una legge contro lo spreco alimentare, norma che ha favorito una maggior consapevolezza da parte di molti giovani consumatori che ora acquistano cibi prossimi alla scadenza. In Italia qualche supermercato vende, a prezzi scontati, alimenti vicini a un termine che non deve però spaventare. Perché non va demonizzato (tutto) il cibo che sta per scadere e perché si può comunque mangiare.

A cura di Alessandro Creta
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Acquistare cibo scaduto, o prossimo alla scadenza, a prezzi ridotti. È la tendenza che ultimamente sta spopolando in Cina, dove molti giovani stanno diventando simbolo in modo più o meno consapevole della lotta al food wasting.

Dietro a questa scelta c'è, ovviamente, anche una ragione economica. Tanti ragazzi vogliono approfittare dei prezzi scontati, anche del 50 o 70%, per accaparrarsi prodotti di importanti marche che andrebbero in scadenza in pochi giorni. Molti altri giovani però hanno deciso di intraprendere questa "crociata" contro lo spreco del cibo anche per motivi etici, per non permettere che alimenti invenduti (ma ancora buoni) vengano gettati nella spazzatura.

La questione dell'acquisto, e consumo, più razionale sembra stia particolarmente a cuore ai cinesi, e la legge anti-spreco alimentare approvata lo scorso aprile non ha fatto altro che incentivare questa pratica. Il Governo del Paese asiatico, infatti, poche settimane fa ha adottato una nuova norma, volta a punire sia gli esercenti sia i consumatori eccessivamente spreconi. L'obiettivo è ridurre sensibilmente le oltre 18 milioni di tonnellate di cibo che ogni anno avanzano sulle tavole di privati e ristoranti, e questo passa (anche) attraverso l'istituzione di una tariffa supplementare ai clienti che nei vari locali lasciano troppi avanzi nel piatto.

La tendenza del combattere lo spreco alimentare si è allargata anche nei supermercati, dove in tanti ora decidono di acquistare cibo prossimo alla scadenza. Anche sul territorio italiano, da qualche anno, si stanno moltiplicando supermarket che mettono a disposizione, a prezzi scontati anche della metà, prodotti vicini al "limite". Ma quali sono le linee guida da seguire quando ci approcciamo a prodotti del genere? Di cosa dobbiamo tener conto? Cosa dobbiamo leggere sull'etichetta?

Consumare cibo vicino alla scadenza: perché si può

Qualche tempo fa vi avevamo dato le istruzioni per orientarvi nel mondo delle scadenze, ancora forse fin troppo ignoto e demonizzato dai consumatori. Un veloce ripasso non può che fare bene.

In caso di prodotti freschi, da consumare entro breve tempo (solitamente 3 mesi), si trova la dicitura "data di scadenza", comprensiva di giorno, mese e anno, che indica entro quando quell'alimento deve essere consumato, poiché poi, deteriorandosi, potrebbe risultare nocivo per la salute.

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Discorso differente invece per i prodotti che presentano l'avviso "consumare preferibilmente entro", con mese e anno segnalati in etichetta se la conservazione è compresa tra i 3 e i 18 mesi, solo l'anno se va a superare questo termine. Non si tratta però di una deadline tassativa: il prodotto infatti può essere consumato anche successivamente, sebbene più tempo passa più tenderà a perdere proprietà nutritive.

Tra gli alimenti che possono essere consumati anche dopo la data indicata troviamo prodotti in scatola, miele, cioccolata, ma anche alcuni formaggi purché vengano conservati nel modo corretto.

Italia: le app che combattono lo spreco alimentare

Per venire in aiuto anche al consumatore più "distratto" e, magari, meno consapevole anche in Italia sono disponibili delle app per smartphone che aiutano a combattere lo spreco alimentare. Il consumo razionale e consapevole viaggia pure su devices elettronici, a disposizione di tutti coloro che vogliono perseguire questa missione sia per motivi economici sia etici.

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 1. To good to go

Tra le app più diffuse c'è To good to go, che permette agli utenti di poter acquistare, da ristoranti, bar o supermercati, delle Magic Box contenenti alimenti "di giornata" inutilizzabili il giorno seguente, che quindi verrebbero gettati. Il tutto, ovviamente, a un prezzo simbolico, spesso anche a meno della metà del costo originale.

 2. Avanzi Popolo

Stessa lotta intrapresa da Avanzi Popolo, che coinvolge direttamente i cittadini chiamati a "scambiarsi" alimenti prossimi alla scadenza che non verrebbero consumati. Quando l'utente (commerciate o privato) si accorge di non poter consumare il cibo, posta una foto sull'app e attende che qualcuno sia interessato a ritirarlo.

 3. Bring the food

Applicazione utile per donare cibo non consumato a enti solidali. Anche qui, l'utente può condividere gli alimenti che altrimenti andrebbero sprecati e se c'è qualche associazione benefica interessata può rivolgersi a Bring the food per ricevere il cibo.

 4. My foody

Quest'app chiama "a raccolta" i supermercati che, tra gli scaffali, si ritrovano cibo vicino alla scadenza o con difetti nel confezionamento. Tutto è ovviamente perfettamente commestibile, ma a rischio discarica in caso di mancata vendita. Chi vuole risparmiare pur avendo un prodotto validissimo, con My Foody può richiederlo semplicemente con un tap sullo smartphone.

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Quello che i piatti non dicono
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