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21 Maggio 2021 15:00

I monaci di Rochefort vincono la battaglia contro la Lhoist: la birra per ora è salva

I monaci della birreria trappista di Rochefort hanno vinto, per ora, la loro battaglia: secondo la Corte di Appello di Liegi la sorgente Tridaine, importantissima per produrre la birra, non può essere toccata. Una battaglia che va avanti ormai da un decennio, quella fra i monaci della Abbazia di Notre-Dame de Saint-Rémy e il gruppo minerario Lhoist, che controlla una cava di calcare adiacente alla sorgente.

A cura di Redazione Cucina
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Dopo una battaglia legale durata un decennio i monaci trappisti di Notre-Dame de Saint-Remy hanno vinto: potranno continuare a produrre la loro birra come hanno sempre fatto. La Corte di Appello di Liegi ha ribadito che l’acqua della sorgente Tridaine non può essere toccata, dando ragione ai monaci dell’abbazia: i monaci trappisti, infatti, si battono da tempo contro le mire espansionistiche dell’industria mineraria Lhoist, società che controlla una cava di calcare adiacente alla sorgente. La birra Rochefort, almeno fino al ricorso in Cassazione, può considerarsi salva.

La "guerra" dei monaci trappisti per salvare la loro birra tradizionale

La Brasserie de Rochefort è un birreria trappista belga, che produce all'interno della Abbazia di Notre-Dame de Saint-Rémy, vicino alla città di Rochefort: qui si fa la birra già dal 1595. Nel monastero vivono circa quindici monaci che tengono gelosamente nascosto il processo di produzione di questa celebre birra: il birrificio, infatti, non è aperto al pubblico. Come in tutte le altre birrerie trappiste, la birra è venduta esclusivamente come supporto economico al monastero e per finanziare le opere di bene: la produzione, infatti, non varia in base alla domanda, ma solo in base ai bisogni dei monaci e della comunità, e anche questo è parte del suo fascino.

Per produrre le varie etichette i monaci sfruttano l’acqua della sorgente Tridaine, data loro in concessione con un atto del 1833: i terreni che ospitano la sorgente sono però di proprietà del gruppo minerario Lhoist. Da oltre 10 anni questa multinazionale cerca di canalizzare l'acqua della sorgente per aumentare la produzione di calce. I monaci, però, credono che qualsiasi modifica del corso d’acqua altererebbe il gusto tradizionale della birra e si oppongono al progetto fin dall'inizio. Un paio di giorni fa, la Corte di Appello di Liegi, gli ha dato ragione: la sorgente resta esattamente com'è, almeno per ora.

Non è detta infatti l'ultima parola. Lhoist, con 100 filiali in 25 paesi, ha bisogno di allargare la propria cava e per fare questo necessità di un maggior quantitativo di acqua: senza questa acqua la produzione di calce, dicono i dirigenti, sarebbe destinata a interrompersi nel 2022.

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Perché le birrerie trappiste sono in crisi

Purtroppo, al di là della singola vicenda, è tutto il mondo della produzione di birra nei monasteri a trovarsi in un momento di grande difficoltà, cosa che mette in pericolo una importantissima tradizione europea. Il motivo è semplice e risiede nella crisi delle vocazioni e delle scelte di vita monastica: l'ordine dei cistercensi, infatti, ha regole molto severe rispetto alle attività e ai contatti con l'esterno. I monaci delle abbazie stanno invecchiando e pochi uomini prendono i voti negli ultimi anni: a gennaio si è tirata indietro la prima abbazia, a causa dei “sopraggiunti limiti d’età”; ora sono solo 11 al mondo quelle autorizzate a commercializzare il marchio autentico.

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