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25 Febbraio 2022 16:58

La guerra in Ucraina pesa sull’export italiano: dal caffè alla pasta, i prodotti a rischio

Caffè, vino, cioccolato e pasta: tanti i prodotti agroalimentari italiani a rischio export a causa del conflitto in Ucraina. Kiev e Mosca risultano due grandi importatori di beni nostrani, ma ora sul filo c'è quasi un miliardo di euro.

A cura di Alessandro Creta
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Caffè e vino, cioccolato e pasta, ma anche prodotti da forno e oli. Sono solamente alcune delle merci italiane largamente esportate in Ucraina e Russia, le due Nazioni attualmente al centro dell'attenzione del mondo intero. Prodotti il cui export, tra limitazioni, dazi e blocchi commerciali, subirà un importante taglio.

Il conflitto esploso in Ucraina per opera della Russia non mette solamente in ginocchio Kiev e la sua popolazione, ma causa ripercussioni (politiche e non) a livello mondiale. Non solo inevitabili conseguenze sociali causate dalla guerra, ma anche effetti su gran parte del settore agroalimentare. Anche l’Italia rimane coinvolta in questi contraccolpi in quanto il nostro Paese ha uno stretto legame commerciale con l’est europeo: sia per ciò che riguarda le importazioni di materie prime sia per l’export di prodotti nazionali.

C’è forte preoccupazione insomma per gli effetti del conflitto sul mondo agroalimentare italiano. Sembra chiaro come la guerra alle porte orientali dell’Europa causerà un ulteriore rincaro del prezzo di tanti prodotti (molti di prima necessità) nel nostro Paese, con tanti esponenti del settore a dirsi fortemente preoccupati per le ripercussioni economiche causate dall'attuale situazione.

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Gli effetti già stanno gravando sui mercati internazionali e tra caro carburante, gas e grano (solo ieri il prezzo è salito fino al 20%) il settore alimentare già inizia a doversi tamponare le prime ferite. E a farne le spese saranno ovviamente (anche) i clienti finali tra gli scaffali dei supermercati.

Si stanno già facendo i conti con l’aumento del prezzo di grano, cereali e farine: l’Ucraina, considerata il “granaio d’Europa”, è una delle principali esportatrici di questa materia prima in tutto il Continente. I cari carburanti ed energia hanno già costretto Molisana a sospendere la produzione di pasta, mentre Divella (tra le poche aziende a esporsi direttamente in questo delicato momento) ha optato per lo stop all’attività a causa del sovrapprezzo del grano. A questo si aggiungono i rincari, registrati già da diversi mesi, di caffè verde, uova e zucchero grezzo; solo per citarne alcuni.

Grande incertezza, insomma, per quanto riguarda il mondo dell’import (agroalimentare ma non solamente), ma anche le esportazioni subiranno importanti limitazioni a seguito del conflitto scoppiato in Est Europa e dei conseguenti dazi anti Russia. Il settore food italiano, infatti, basa una buona fetta dei suoi introiti sull’export nei due Paesi ora al centro dell’attenzione mondiale, con una stima assestatasi sugli 850 milioni di euro solo nel 2021. Tra i settori italiani maggiormente colpiti dalla crisi internazionale ci sono quello del caffè, del cioccolato e della pasta, ma anche il mondo del vino pagherà le conseguenze del conflitto.

Guerra in Ucraina: tagli a export caffè, cioccolato, pasta e vino

Nello specifico le esportazioni di caffè in Ucraina e Russia (dove l'unico prodotto confezionato è italiano) valgono oltre 70 milioni di euro, quelle di cioccolato si aggirano sui 35 milioni mentre la pasta ne vale circa 25. Alla lista si aggiungono anche i prodotti da forno, le cui esportazioni nei due Paesi rappresentano il 12% del totale di vendite estere.

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Tutte cifre che sono destinate a subire inevitabili tagli, dovuti anche alla chiusura di alcuni sbocchi strategici come i porti del Mar Nero o del Mare di Azov (dove ora sono bloccati 30 mila quintali di grano tenero Divella). A riguardo, esprimendo grande preoccupazione per il movimento agroalimentare italiano, ha parlato Mario Piccialuti, presidente dell’Unione Italiana Food (comprendente 450 imprese e 800 brand che sviluppano un fatturato di 40 miliardi di euro, di cui 12 di export). “Esprimiamo fortissima preoccupazione per una crisi inedita e destabilizzante, che rischia di diventare insostenibile per le aziende di un settore trainante come quello alimentare del made in Italy” ha detto il numero uno dell’associazione.

Anche il mondo del vino subirà inevitabili conseguenze a seguito delle sanzioni alla Russia. All’impatto dei costi dovuti ai rincari dell’energia va aggiunto il taglio delle esportazioni a Mosca, con l’Italia che in questo modo si ritrova a rinunciare a uno dei suoi mercati più proficui. Nel solo 2020, infatti, il nostro Paese ha esportato in Russia prodotti per un valore di quasi 300 milioni di euro. Più in generale tra gli scaffali dei supermercati russi circa il 30% delle merci è di origine italiana, tra bevande alcoliche, caffè, grassi e oli di origine vegetale, prodotti finiti a base di cereali, farina e latte.

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