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27 Dicembre 2023 11:00

Galateo dello champagne: i 7 segreti per servirlo e degustarlo alla perfezione

Vediamo il galateo dello champagne: come servire e conservare questo famosissimo vino, come degustarlo alla perfezione come un vero esperto e fare bella figura.

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Lo champagne è il vino più famoso e importante del mondo ma è pur sempre un vino. Dobbiamo cominciare a ragionare sullo champagne trattandolo come un prodotto qualsiasi anche se si porta dietro una mitologia lunghissima, rafforzata dagli eventi storici e dalle opere cinematografiche. Nonostante tutto però il galateo dello champagne è abbastanza comune a qualsiasi altro vino: l'etichetta da seguire è molto simile ma ci sono dei passaggi specifici da fare per essere visti come dei veri esperti. Vediamo le sette regole per brindare con eleganza in compagnia delle bollicine più famose al mondo.

Il galateo dello champagne: come degustarlo e servirlo da veri esperti

La degustazione dello champagne è un'esperienza che coinvolge tutti i tuoi sensi e richiede un approccio attento per apprezzare appieno le caratteristiche di questo vino effervescente. Un buon prodotto (e ce ne sono di ottimi anche a prezzi abbordabili) deve essere di un colore giallo che va dal paglierino al dorato, a seconda del tipo di champagne. Osserva anche la persistenza delle bollicine e la formazione di una mousse cremosa in superficie come schiuma. Prima di assaporare lo champagne, ruota il bicchiere delicatamente per far rilasciare gli aromi. Fagli fare delle curve dolci, non rotearlo come se fosse la centrifuga della lavatrice: è un vino delicato. Poi annusa il vino per coglierne gli odori. Cerca note fruttate, floreali, agrumate o anche sentori di lievito e crosta di pane. Prendi un piccolo sorso di champagne e distribuiscilo uniformemente sulla lingua. Fallo girare in bocca per percepire la complessità dei sapori. Nota il bilanciamento tra dolcezza e acidità, la persistenza dei gusti e la finezza delle bollicine.

Una volta fatto questo però cerchiamo di capire tutti i segreti del servizio: la temperatura, il bicchiere da usare, i modi per versare questo vino pregiato.

1. Compro una bottiglia e la conservo?

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Il nostro suggerimento è di berla il prima possibile. Goditi il momento e soprattutto non farla invecchiare. Da disciplinare quando acquisti uno champagne è già stato invecchiato. Ha trascorso almeno 15 mesi nelle cantine della regione. Quando va in commercio è pronto per essere invecchiato. Ovviamente nulla ti vieta di conservarlo e con i giusti accorgimenti puoi tenerlo anche molti anni:

  • La bottiglia va tenuta (sia in piedi sia coricata) ad una temperatura che va dai 10 °C ai 15 °C;
  • Il tasso di umidità deve essere alto e costante, tra il 60% e l’80%;
  • La bottiglia non deve prendere luce diretta o colpi, non deve subire vibrazioni e deve essere al riparo dagli odori;
  • La cantina in cui lo conservi deve essere il più ventilata possibile.

2. A che temperatura va servito lo champagne?

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Né troppo freddo né troppo caldo. Fresco ma non ghiacciato. Il vino contenuto deve urlare come Aldo in "Tre uomini e una gamba": "Non posso né scendere e né salire! Né scendere e né salire". Così sia. La temperatura ideale per una bottiglia è tra gli 8 °C e i 10 °C così da apprezzare tutta la finezza e gli aromi. Il suggerimento è di tenere la bottiglia in un secchio pieno d'acqua e ghiaccio per una mezz'oretta prima di servire il vino. Puoi anche metterlo nella parte bassa del frigorifero alcune ore prima di aprirlo.

3. Come servo lo champagne se la bottiglia è bagnata?

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Se metto acqua e ghiaccio in un secchiello è naturale che la bottiglia si bagni. Come faccio poi? Come per ogni altro vino. Estrai la bottiglia e asciugala con un tovagliolo bianco tenendola ben salda sul fondo, con l'etichetta visibile e rivolta agli altri commensali. Ovviamente se sei a casa in famiglia e/o tra amici puoi anche essere meno formale tanto chi ti controlla, ma comunque ti consigliamo di asciugare la bottiglia perché le goccioline che bagnano la tovaglia sono anti estetiche. Non mettere la bottiglia a testa in giù nel secchiello quando finisci, è un gesto di estrema scortesia che rimanda ai bordelli francesi dell'800.

4. In che bicchiere devo servire lo champagne?

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Questa è facile: flûte o coppa! No, ci dispiace deluderti ma le risposte facili non sono necessariamente quelle più giuste, per buona pace di Guglielmo di Occam. La risposta più banale e, in fondo, anche quella corretta, sarebbe: servilo nel bicchiere che ti pare. Se però vogliamo fare davvero bella figura con i nostri ospiti dobbiamo usare il bicchiere a forma di tulipano, quello alto, panciuto e con l’apertura stretta. Ma come? La flûte classica o coppa di champagne che fine hanno fatto? Hai vissuto tutti questi anni nella menzogna. Sono contenitori fuori moda: per permettere al vino di esprimere tutto il suo carattere i bicchieri migliori sono a forma di tulipano. Naturalmente, se preferisci servire lo champagne in calici o in coppe, per la raffinatezza e l’immaginario racchiusi in questi oggetti mitici della Belle Époque e del cinema, puoi farlo tranquillamente.

Piccolo accorgimento prima ancora di portare in tavola i bicchieri: non metterli nella lavastoviglie. Lavali con acqua calda, a mano, senza usare detergenti che impediscono la formazione di eleganti bollicine quando viene servito. Asciugali a mano.

5. Come si apre una bottiglia di champagne?

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E qui viene il bello perché aprire una bottiglia di uno spumante qualsiasi crea spesso imbarazzo "in sala". La prima cosa che ti diciamo è: stai attento. La pressione contenuta nella bottiglia può far partire il tappo un po’ troppo velocemente, soprattutto se la bottiglia è stata scossa. Attenzione a non ferire nessuno. Devi essere delicato e se seguirai questi consigli andrà tutto bene e farai anche una bella figura:

  • Asciuga la bottiglia con un panno e inizia a togliere la gabbietta metallica. Fai attenzione a tenere bene il tappo e non dirigere la bottiglia verso nessuno;
  • Sempre tenendo il tappo saldamente prendi il collo della bottiglia e giralo così da liberare delicatamente il tappo dal collo, senza lasciartelo sfuggire;
  • Non devi tirar via il tappo, devi tenerlo fermo mentre fai ruotare la base della bottiglia. A ciascuna rotazione della bottiglia deve corrispondere un movimento verso l'alto, per far uscire il tappo poco alla volta finché non sarà estratto del tutto;
  • Poco prima della completa rimozione del tappo, la pressione comincerà ad allentarsi: sentirai un leggero fischio che fuoriuscirà dal collo della bottiglia. Quando senti il sibilo attendi che il suono si fermi e fai uscire lentamente la pressione;
  • Terminata l'operazione il tappo "cadrà" in mano, avrai la bottiglia nell'altra e lo champagne è pronto per il brindisi.

6. Che strano modo di servire lo champagne

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È il momento di versare lo champagne nel calice. Questo consiglio vale per tutti gli spumanti ma è particolarmente legato a questa tipologia francese. Lo champagne va versato in due tempi: prima una piccola quantità poi il resto del bicchiere. La versata in due tempi a distanza di pochi secondi è importante: ti permette di annusare gli aromi e di far prendere aria al vino. Serve anche a mantenere più a lungo la catena di bollicine che si forma sul fondo e contribuisce a non creare una schiuma troppo persistente. Quanto vino va versato? Come per ogni tipologia di vino devi riempire versando lentamente e in modo regolare, fino a due terzi del bicchiere.

7. Come conservare una bottiglia aperta

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Sei alla fine del pasto e resta una bottiglia aperta? Cambia compagnia! Le bottiglie vanno finite sempre. Se proprio non ce la fai chiudila con un tappo stopper, appositamente progettato per la conservazione dei vini effervescenti. Metti la bottiglia in frigo, in piedi o coricata, ma attenzione perché a parte le facili battute ti avvisiamo: una bottiglia di champagne aperta non si conserva a lungo. L'effervescenza si perde e comincia a sfiatarsi.

I trucchi per degustare champagne come un professionista

Lo champagne va degustato con tutti i sensi a partire dall'udito. Il primo ad essere stimolato è proprio questo: il rumore del tappo, l'effervescenza delle bollicine. In fondo per molti una festa comincia o finisce proprio con l'esplosione del tappo. Che sia un sibilo o un boato poco importa: lascia subito il posto al perlage con il vino che scoppietta e crepita come un camino acceso: sono le bollicine che esplodono e ci preparano al piacere.

Una volta sentito questo vino dobbiamo vederlo: le bollicine si muovono e formano una catena che parte dal fondo e arriva in cima: questo è il perlage. Imparare a leggere questa catenella è fondamentale: il modo in cui l'effervescenza di uno spumante si esprime racconta la personalità e l'età del vino che andiamo a bere. Non è finita qui perché il colore stesso dello champagne racconta molto della sua "persona": può essere pallido o carico, con riflessi rossi o verdi. I primi ci rimandano ai vitigni neri, gli altri a uve più acerbe. Tutto ci dice qualcosa su com'è ciò che abbiamo tra le mani: occhio però perché non ci dice se è un buon prodotto oppure no, ci racconta solo la sua storia. Se vedi un vino giallo con riflessi verdi oltre alla giovinezza potresti azzardare una maggiore presenza di Chardonnay; i riflessi aranciati ci devono far drizzare le antenne e prepararci a una quota più ampia di vitigni a bacca nera, con una vinificazione più lunga o, perché no, all'utilizzo di vini invecchiati di riserva. Quest'ultimo è un elemento da scorgere in etichetta. Se trovi uno champagne color oro è probabile che sia molto maturo e non parliamo dei rosati che sono un altro mondo a parte.

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Il terzo senso che andiamo ad incontrare è quello dell'olfatto: dobbiamo percepire la scorza d'arancia, i fiori bianchi, il lievito. Non c'è una regola generica: a seconda della tipologia, dell'età e dell'evoluzione del vino sentiremo cose diverse.

Uniamo poi gusto e tatto: lo champagne è un'esplosione di sapore. Può essere composta da tre tipi di vitigni diversi, lo Chardonnay, il Pinot noir e il Pinot meunier, ognuno dei quali può essere combinato o lasciato in purezza. Se trovi champagne con una quota maggiore di Chardonnay è probabile che il gusto ti ricorderà il gelsomino, i fiori d'arancio, l'ananas, il limone. È un vino fresco, beverino e agrumato. Ha una struttura leggera ed un bel mix tra acidità e salinità. Le uve di Pinot possono ricordare la pesca, l'albicocca, le fragole, le ciliegie o agrumi più dolci come arancia e mandarino. Solitamente sono vini più di corpo. Nella degustazione abbiamo ovviamente il tatto: che tipo di sensazione lascia sulla lingua? Le bollicine ci devono esplodere finemente nel palato. Le goccioline infinitesimali devono inebriare la nostra bocca. La lingua deve essere ravvivata da questi ordigni di vino e aria.

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A cura di
Leonardo Ciccarelli
Nato giornalista sportivo, diventato giornalista gastronomico. Mi occupo in particolare di pizza e cocktail. Il mio obiettivo è causare attacchi inconsulti di fame.
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