“Basta dolci che ti viene il diabete!” Quante volte ce lo siamo sentiti dire? Il nostro biologo nutrizionista Simone Gabrielli ci spiega che cos'è questa malattia cronica, da cosa è causata e le differenze tra il tipo 1 e il tipo 2.
“Basta dolci che ti viene il diabete!” Quante volte ce lo siamo sentiti dire? È vero che il diabete è una malattia legata agli zuccheri ma come mai ad alcune persone viene e ad altre no?
Il nostro biologo nutrizionista Simone Gabrielli ci spiega che cos'è questa malattia cronica, da cosa è causata e le differenze tra il tipo 1 e il tipo 2.
Il diabete dipende dall’elevata presenza di zuccheri nel sangue, una condizione che prende il nome di iperglicemia. Gli zuccheri sono il carburante del corpo umano: la nostra fonte di energia. Si trovano soprattutto nei cibi ricchi di carboidrati semplici, come lo zucchero da tavola, e carboidrati complessi come la pasta o il pane.
I carboidrati, una volta raggiunto l’intestino, vengono scomposti in piccole molecole di zucchero, chiamate glucosio, e mandate in giro per il nostro corpo attraverso il sistema circolatorio. Quando il sangue ricco di zuccheri raggiunge il pancreas, questo lancia una sorta di allarme. Immaginate il pancreas come una sorta di poliziotto il cui compito è proprio monitorare i livelli di glucosio nel sangue e, non appena si accorge che il sangue sta trasportando zuccheri oltre i limiti consentiti, entra subito in azione, rilasciando l’insulina: un importantissimo ormone che fa abbassare il livello di zucchero nel sangue. Bene, quando si ha il diabete, tutto questo meccanismo va in tilt.
Nei soggetti diabetici, infatti, l’insulina rilasciata dal pancreas non è abbastanza oppure non abbastanza efficace, e le concentrazioni di glucosio nel sangue quindi diventano troppo alte. Ma perché nei diabetici l’insulina “non funziona più”?
Per spiegarlo bisogna innanzitutto fare una distinzione tra i due tipi di diabete più diffusi: il diabete mellito di tipo 1 e il diabete mellito di tipo 2.
Il diabete di tipo 1, anche chiamato diabete giovanile, è una malattia autoimmune: cioè il nostro sistema immunitario identifica le cellule del pancreas che producono l’insulina come “nemiche” e le distrugge. Senza le cellule che producono l’insulina, ovviamente, non avremo nemmeno l’insulina e sarà quindi impossibile per il pancreas abbassare la glicemia. Proprio per questo, per sopravvivere, le persone affette da questo tipo di diabete sono costrette a somministrarsi dosi giornaliere di insulina tramite iniezione, per il resto della loro vita. Quindi questo tipo di diabete non dipende né dall’avanzare dell’età, né dal peso e non viene perché mangiamo troppi zuccheri. Dipende tutto da una predisposizione genetica del nostro corpo ad attaccare le cellule dell’insulina.
Nel diabete di tipo 2, che è anche il più diffuso, le cause sono ben diverse. In questo caso il nostro pancreas funziona, cioè continua a produrre insulina. Il problema sta nelle cellule dei tessuti che iniziano a sviluppare una insulino-resistenza: vuol dire che l’azione dell’insulina, su queste cellule, diventa sempre meno efficace. Solitamente le molecole di insulina si legano ai recettori delle cellule dei tessuti e dei muscoli come delle vere e proprie chiavi che entrano nelle serrature. E in questo modo aprono dei piccoli canali tra le cellule, che permettono al glucosio di venire assorbito. Nel caso dei diabetici di tipo 2, però, questi recettori smettono di funzionare, quindi l’insulina non riesce più a legarsi e i canali rimangono chiusi. Quindi le cellule non assorbono più il glucosio, il glucosio si accumula nel sangue, la glicemia si alza pericolosamente ed ecco il diabete.
La scienza non conosce ancora precisamente le cause del diabete di tipo 2, ma medici e scienziati sono d’accordo nel sostenere che una dieta troppo calorica e uno stile di vita sedentario possono incidere nell’insorgenza della malattia insieme ad altri fattori come l’età, l’essere in sovrappeso e avere una familiarità con il diabete.
Quindi mangiare dolci fa venire il diabete? La risposta è nì, cioè insieme a una serie di fattori potrebbe contribuire a farci venire il diabete. Quello che è certo è che una alimentazione sana è indispensabile per i diabetici per tenere a bada gli zuccheri in eccesso. Anche l’attività fisica è necessaria. Innanzitutto perché lo sforzo fisico richiede molta energia da parte dei muscoli (e di conseguenza fa consumare più glucosio) e poi perché evita l’accumulo di grasso. E cosa c’entra il grasso?
Il grasso, quando è in eccesso, causa l’aumento dell’insulino-resistenza dei tessuti. Proprio per questo il rischio di contrarre la malattia aumenta negli individui obesi. Infine, lo sport riduce anche l’accumulo di colesterolo e della pressione arteriosa, diminuendo quindi il rischio di ictus, infarti e angiopatie di cui il diabete può essere una concausa.
In conclusione quali sono le conseguenze di questo eccesso di zucchero nel sangue? Il diabete non va trascurato perché il glucosio in eccesso danneggia i vasi sanguigni irreparabilmente, arrivando a deteriorare reni, cuore, fegato, occhi, arti e chi più ne ha più ne metta.
E tutto ciò si può tradurre in insufficienze renali, infarti, ictus, cecità, cancrena di dita e arti (con conseguente amputazione), angiopatie e tanto altro.
I primi sintomi che si manifestano sono legati proprio al deterioramento dei reni e sono: la poliuria (cioè un’eccessiva produzione di urine, da cui deriva anche l’aumento della sete) e le urine dolci. E proprio dalle urine dolci deriva il nome completo di questa patologia: “diabete mellito”, in cui “mellito”, dal latino “mellitus”, sta per “dolce”.
Vi starete chiedendo: ma come facevano nell’antichità a sapere se le urine erano dolci? Esattamente nel modo in cui pensate: le assaggiavano. Non avendo altri strumenti a disposizione i primi medici dovevano affidarsi al proprio gusto, metodo poco ortodosso ma efficace.
Insomma, il diabete è una malattia molto molto seria e va affrontata con estrema cura e attenzione. Per fortuna ad oggi, se presa in tempo e curata con l’aiuto di medici e professionisti esperti, ci si può convivere in maniera abbastanza serena.