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24 Maggio 2025 9:00

Cos’è la ciliegia gialla, il frutto dorato già amato dalla famiglia Medici

Oggi è caduta un po’ in disuso, ma è una variante di frutto conosciuta sin dal 1500 in Italia, tanto da essere stata amatissima dalla famiglia dei Medici: è la ciliegia gialla, piccolo frutto che, proprio grazie al suo colore particolare, risulta esser uno dei frutti più “astuti” in natura. Ecco cos’è, che sapore ha e come puoi usarla in cucina.

A cura di Martina De Angelis
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L’arrivo della primavera e dell’estate vuol dire che le nostre tavole si riempiono di ciliegie, tra i frutti più amati dei mesi caldi dell’anno. Di ciliegie ne esistono di diverse varietà, ma siamo sicuri che questa non l’hai mai vista perché è piuttosto rara al giorno d’oggi: è la ciliegia gialla, un particolare tipo di ciliegia che assomiglia a piccola pepita dorata. Non si vede più tantissimo sui banchi di frutta e verdura, ma in realtà è una varietà antica, già conosciuta nel 1500 come testimonia la sua presenza in molti quadri dell’epoca con nature morte; diversi documenti che raccontano come fosse un frutto particolarmente amato dalla famiglia dei Medici e che addirittura ne coltivassero alcune piante nella tenuta di famiglia. Ma perché questa ciliegia ha questo colore e presenta altre differenze rispetto alla classica ciliegia che conosciamo? Scopriamo tutte le caratteristiche e le particolarità della deliziosa ciliegia gialla.

Che cos’è la ciliegia gialla

Il nome botanico della ciliegia gialla è Moscatella Gialla o Durone Moscatella Gialla ed è una varietà tutta italiana caratterizzata da frutti tondi, grandi e gialli che, a una prima occhiata, sembrano quasi dei pomodorini. Questo particolare frutto cresce su alberi tendenzialmente molto grandi che possono arrivare anche a 7 metri di altezza e il suo colorito giallo-dorato lo rende uno dei frutti più “furbi” esistenti.

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Grazie al colore, infatti, i frutti riescono a ingannare gli uccelli predatori perché li convincono di trovarsi davanti qualcosa di acerbo e non ancora mangiabile, spingendoli andare a beccare altri frutti come le povere, ignare ciliegie rosse. Inoltre il colore meno appariscente aiuta i frutti anche a camuffarsi meglio tra le foglie, dove passano maggiormente inosservate agli occhi degli uccelli.

Un peccato per loro, una fortuna per noi: la polpa della ciliegia gialla e soda e succosa, ha un gusto più agrodolce rispetto alla cugina rossa e un leggero aroma di moscato; inoltre la ciliegia gialla è anche più grande rispetto alle classiche ciliegie rosse. Oggi la ciliegia gialla è considerato un frutto raro, nonostante sia una specialità antica, perché a causa della sua buccia molto sottile non è adatta ai lunghi trasporti: va consumata praticamente subito dopo la raccolta, perché è poco resistente e inizia a deteriorarsi in fretta.

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Nonostante questa difficoltà qualcuno coltiva ancora la ciliegia gialla (ma si tratta di piccole coltivazioni per consumo locale) e negli anni, tramite vari innesti, ne sono state inventate anche diverse varietà: per citarne alcune c’è quella di Leningrado, dalla maturazione tardiva rispetto alle altre (che si trovano tendenzialmente tra fine giugno e inizio luglio), la Giallo Cortile, dalla polpa importante, la Giallo Drogana, caratterizzata da bacche più grandi della media o la Bigarro Giallo, dotate di una buccia sottile e per questo non adatte a lunghi trasporti, perché poco resistenti.

Come si usa in cucina la ciliegia gialla

La ciliegia gialla, come ti abbiamo spiegato, ha un sapore più agrodolce rispetto alla sua cugina rossa, con un retrogusto più o meno intenso a secondo del grado di maturazione del frutto e un particolare aroma di moscato. Per questo si presta molto bene per salse non troppo dolci con cui puoi accompagnare carne, pesce o formaggi, ma è ottima anche come confettura da spalmare su pane e fette biscottate, oppure per farcire gustosi dolci come la classica crostata di frutta. In ogni caso, nulla ti vieta di usare la ciliegia gialla anche per tutte le ricette dolci in cui useresti quella rossa: ne esistono decine, una più buona e golosa dell’altra.

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