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È molto facile scambiare il platano per una banana, soprattutto qui in Italia dove non siamo abituati ad avere a disposizione questo frutto tipicamente tropicale: all’esterno i due frutti sono molto simili, e infatti crescono entrambi su piante del genere Musa, ma in realtà l’aspetto esteriore è l’unica caratteristica comune. Il platano, infatti, è molto diverso dalla banana nella polpa, con semi dure e una consistenza molto soda, è molto meno dolce a livello di gusto e, soprattutto, differisce molto a livello di utilizzo perché si consuma quasi esclusivamente cotto.
Inoltre il platano ha un profilo nutrizionale ancora più ricco di quello della banana (in molte aree del mondo è indispensabile per integrare l'alimentazione di molte fasce povere sostituendo i cereali), al fronte di pochissime controindicazioni. Se vuoi conoscere meglio quello che è il frutto esotico più consumato al mondo, ecco una guida completa al platano, alle sue caratteristiche, alle sue proprietà e ai modi migliori di usarlo in cucina.
Che cos’è il platano
Il platano è il frutto dell’omonima pianta appartenente alla famiglia del genere Musa, in particolare si pensa sia un ibrido tra Musa acuiminata e Musa balbisiana. Pur essendo un frutto asiatico è diffuso soprattutto in Africa, in America Centrale, in America del Sud e in Australia, mentre da noi è un tipo di frutto che non può essere coltivato, ma che comincia ad essere importato sempre con più regolarità. Appartenendo alla stessa famiglia, spesso il platano viene confuso con la banana per via del loro aspetto apparentemente simile, anche se in realtà un occhio attendo può trovare diverse differenze tra i due frutti anche nell’aspetto esteriore: il platano è più grande della comuna banana, ha la forma più affusolata e leggermente ricurva, ha la buccia verde invece che gialla e più fibrosa.

Le differenze maggiori, però, si trovano all’interno: la polpa è soda, asciutta, di un colore che a piena maturazione ingiallisce per poi annerire con molta velocità. Il sapore, poi, è totalmente diverso. Il platano viene definito “patata dei Caraibi” proprio perché ha un sapore molto più simile a quello del tubero che a quello del frutto, anche se dipende molto dal grado di maturazione: acerbo e verde ricorda effettivamente il gusto della patata ed è ricco di amido, mentre quando diventa maturo (con la buccia che diventa nera), gli amidi si trasformano in zuccheri, rendendolo molto più dolce e più simile al sapore della banana, ma con una consistenza più morbida e meno succosa.

Questa differenza di sapore tra i gradi di maturazione incide anche sul modo in cui il platano viene utilizzato in cucina: si può mangiare fresco, come mangeresti la banana, solo quando è all’apice della sua maturazione, un momento che è molto breve e che quindi è difficile sfruttare a pieno. Proprio per questo tendenzialmente il platano si consuma cotto, specie quando è acerbo ma non solo, e solo in un secondo momento utilizzato in preparazioni sia dolci sia salate.
Benefici e controindicazioni del consumo del platano
Il platano è un alimento prezioso e straordinario, una vera e propria risorsa per i paesi in cui viene coltivato, per via delle sue numerose proprietà nutritive che lo rendono un alimento base per la dieta delle popolazioni locali, soprattutto quelle appartenenti alle fasce più povere. Il platano, infatti, ha un profilo nutrizionale di tutto rispetto, ricco principalmente di amidi e di carboidrati, ha poco zucchero ma è molto energetico, poiché conta circa 120 calorie per 100 grammi di prodotto: per via di questa composizione viene usato praticamente per ogni preparazione, anche come sostituto di pasta, patate e cereali o sotto forma di farina.

Il profilo nutrizionale del platano vanta anche un elevato contenuto di vitamine, in particolare è ricco di vitamina A che lo rende adatto per preservare per la salute degli occhi e mantenere la pelle più sana e luminosa (sono molti gli studi che si concentrano sugli effetti antiossidanti del platano), e di vitamine del gruppo B, soprattutto la B6, sono, invece, molto utili per tenere a bada il metabolismo. Completano il profilo una ricca presenza di carotenoidi, utili a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e nascita di cellule cancerogene, e di sali minerali, in particolare potassio, ottimo per controllare la pressione sanguigna e per contrastare l’ipertensione, inoltre i suoi livelli di magnesio contribuiscono a proteggere il cuore e a rafforzare le ossa.
Tutte queste proprietà rendono il platano un ottimo alleato per la salute anche da altri punti di vista:
- carboidrati complessi e zuccheri semplici rendono il frutto molto energetico, quindi eccellente per chi pratica sport o per chi necessita di riabilitarsi dopo una lunga malattia o un intervento chirurgico;
- la ricchezza vitaminica lo rendono un grande alleato per il sistema immunitario, come dimostrano diversi studi scientifici in merito;
- le fibre, in particolare la pectina, favoriscono la regolarità intestinale, aiutano a prevenire la stitichezza e fungono da prebiotici, nutrendo i batteri buoni dell'intestino;

Il platano è eccellente anche perché non presenta particolari controindicazioni, richiede solo alcune piccole accortezze in caso di condizioni cliniche specifiche. Le principali controindicazioni del platano sono legate al suo alto contenuto di zuccheri e carboidrati, quindi se ne sconsiglia un consumo eccessivo a chi soffre di diabete o obesità. Sebbene non siano comuni, sono possibili anche reazioni allergiche in soggetti predisposti.
Come usare il platano in cucina
Il profilo nutrizionale del platano rende facile capire perché questo frutto rappresenti la base della dieta dei paesi in cui cresce, in cui sono largamente utilizzate anche le foglie della pianta, che spesso fungono da piatto. Come abbiamo già accennato, il platano può essere consumato fresco quando è molto maturo, ma generalmente è più comune il suo utilizzo da cotto.

Quando il frutto è acerbo, con la buccia verde e la polpa soda, leggermente acidula, è molto simile alle patate e proprio per questo viene consumato allo stesso modo: la ricetta più conosciuta sono le chips di platano, ovvero il frutto tagliato a rondelle e fritto proprio come faresti con le patatine, ma è molto comune trovarlo anche arrostito, bollito e lavorato come purea. In Brasile, per esempio, il purè di platano è molto diffuso e si prepara allo stesso modo di quello più tradizionale a base di patata. Negli Stati Uniti, invece, lo usano anche per fare le baked potatoes, in questo caso baked platano.

Il platano può essere aggiunto alle minestre e alle zuppe, proprio come faresti con una comune patata o un altro tubero amidaceo, inoltre può essere anche essere essiccato e poi macinato, per ricavare una particolare farina naturalmente senza glutine, ricca di proteine, fibre e carboidrati, ottima per le pietanze salate e dolci. Solitamente per preparare i dolci si usa il platano leggermente più maturo: quando la polpa si ammorbidisce e gli amidi si trasformano in zuccheri, infatti, il sapore del platano diventa più dolce e somiglia a quello della banana. Questo è il momento migliore per impiegarlo in ricette come pancake al platano (basta seguire la ricetta di quelli alla banana) e banana bread, in questo caso "platano bread", o per essere mangiato crudo.
Il platano è un frutto tropicale che cresce solo nelle zone caratterizzate da un clima particolarmente caldo e umido, però oggi è abbastanza facile acquistarlo nei negozi alimentari etnici o in qualche supermercato particolarmente ben fornito che abbia un piccolo banco di frutta tropicale, oltre che negli shop online di frutta tropicale.