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20 Settembre 2022 12:45

Clienti intossicati a Belluno: cos’è e cosa provoca la sindrome sgombroide

Pochi giorni fa in provincia di Belluno quattro persone sono rimaste intossicate dopo aver mangiato tonno fresco. Il motivo? Sindrome sgombroide, che ha richiesto l'intervento dei medici. Cos'è e quali sono i sintomi.

A cura di Alessandro Creta
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Recente caso di cronaca in provincia di Belluno con involontarie protagoniste quattro persone intossicate dopo aver mangiato (seppur siano ancora in corso accertamenti) del tonno evidentemente avariato. I clienti di due diversi ristoranti si sono sentiti male poco tempo dopo il loro pasto, al punto da vedersi necessario l'intervento del pronto soccorso. La prognosi recita sindrome sgombroide, un'intossicazione provocata dall'assorbimento di istamina presente nell'alimento. Ma di che problema si tratta? Quali sono i suoi sintomi e cos'è questa istamina?

Sindrome sgombroide: cause e sintomi

Quattro clienti di due ristoranti hanno accusato gli stessi sintomi dopo aver mangiato del tonno fresco (o presunto tale). Nel giro di un'ora dal pasto sono comparsi problemi comuni come mal di testa, rossore della cute, nausea, congiuntivite e disturbi intestinali.

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L'allarme è scattato nel pomeriggio di ieri lunedì 19 settembre, e dopo l'intervento del personale medico il Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 1 Dolomiti per precauzione ha sconsigliato il consumo di tonno fresco a tutti gli abitanti della zona. "A scopo precauzionale, nelle prossime ore, in attesa della precisa identificazione delle cause dell'evento, è opportuno evitare il consumo di tonno fresco”, il messaggio delle autorità sanitarie.

Che cos'è l'istamina

Tutto è provocato dall'istamina: si tratta di una molecola presente in alcuni pesci (ma anche nel nostro organismo, tossica però se introdotta dall'esterno) e derivata dalla decomposizione dell'istidina, un amminoacido contenuto nei tessuti muscolari delle specie appartenenti dalla famiglia delle Scombridae e Scomberascidae. Tra queste specie, per l'appunto, il tonno, ma anche sgombri, sardine e aringhe. Se la conservazione del pesce non è avvenuta in modo appropriato (la catena del freddo, per esempio, potrebbe non essere stata eseguita correttamente),  la decomposizione avviene più rapidamente e si creano pericolose quantità di istamina. In sostanza, i malcapitati clienti bellunesi hanno mangiato del pesce avariato.

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I primi sintomi potrebbero comparire già pochi minuti dopo il consumo del pasto e possono rivelarsi più o meno gravi. Si va dalla bocca secca e arrossamento del viso a vomito e diarrea sino a, nei casi più estremi (e rari), difficoltà respiratorie, problemi cardiaci e perdita di coscienza. Solitamente, quando nella forma più contenuta, il problema viene trattato con degli antistaminici.

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