Tra borghi sospesi e sentieri vista mare, un viaggio lento nel cuore delle Cinque Terre. Tra un passo e l’altro, scopri i sapori autentici di una Liguria che profuma di acciughe, limoni e vino bianco.
Tra muretti a secco, profumi di timo e scorci sospesi tra roccia e Mediterraneo, il Sentiero Azzurro è un invito lento alla scoperta delle Cinque Terre. Ogni passo regala vedute mozzafiato, ogni sosta una nuova sfumatura di gusto. Se il cuore si appaga con la bellezza, lo stomaco trova conforto nella cucina di un territorio tanto piccolo quanto generoso. Ti guidiamo lungo il sentiero più celebre della Liguria, tra consigli su cosa vedere e – soprattutto – cosa assaggiare nei cinque borghi delle Cinque Terre, incastonati nella costa.
Il Sentiero Azzurro è l’itinerario escursionistico più celebre della Liguria. Lungo circa 12 km, collega i cinque borghi delle Cinque Terre – Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso – attraversando scorci da cartolina, scogliere a picco e antiche mulattiere. È un percorso accessibile, ma non privo di tratti impegnativi: serve attenzione, scarpe comode e voglia di fermarsi. Non solo per riprendere fiato, ma per assaporare davvero questo tratto unico di costa.
Il sentiero si percorre in circa 5 ore, esclusi i tempi per visitare i borghi o lasciarsi tentare da una focaccia calda. Per accedere ad alcuni tratti è previsto un piccolo contributo (tra 5 e 7 euro), destinato alla manutenzione e sicurezza del percorso.
Le Cinque Terre sono una miniera di sapori autentici, sospesi tra terra e mare. Ecco cosa assaggiare lungo il cammino.
Conosciute come u pan du mâ ("il pane del mare"), le acciughe di Monterosso sono rinomate per la loro carne soda e saporita. Pescate tradizionalmente con il metodo della lampara, vengono preparate in vari modi: sotto sale, marinate con limone e olio, fritte o ripiene. Ogni anno, Monterosso celebra questo pesce con due sagre dedicate: la Sagra dell'Acciuga Fritta a giugno e quella dell'Acciuga Salata a settembre.
Il Tian de anciue è una teglia di acciughe e patate, tipica di Vernazza. Le patate affettate sottilmente vengono alternate a strati di acciughe, condite con olio d'oliva, vino bianco, aglio, scorza di limone, pomodoro fresco, prezzemolo, origano e rosmarino. Un piatto semplice ma ricco di sapori, che rappresenta la tradizione culinaria del borgo.
Questa torta salata, conosciuta anche come Torta di riso di Soviore, è preparata con una base di pasta sfoglia e un ripieno di riso, Parmigiano, uova, pomodoro e funghi secchi. Ottima come antipasto o pasto veloce, rappresenta una delle specialità locali da non perdere.
Chiamate localmente muscoli, le cozze ripiene sono una specialità della cucina spezzina. Il ripieno varia da famiglia a famiglia, ma solitamente include mollica di pane, aglio, prezzemolo, Parmigiano, uova e, talvolta, mortadella. Le cozze vengono farcite, chiuse e cotte in un sugo di pomodoro, creando un piatto ricco e saporito.
I limoni di Monterosso sono celebri per il loro aroma intenso e il sapore agrumato. Utilizzati in numerose preparazioni locali, danno vita al limoncino, un liquore digestivo, e a marmellate e dolci tradizionali.
Grazie alla ricca flora spontanea e al microclima unico, il miele prodotto nelle Cinque Terre è considerato fra i migliori: le varietà più diffuse includono miele millefiori, di erica arborea, di acacia e di castagno.
La Monterossina è un dolce tipico composto da una base di pasta frolla, uno strato di marmellata, Pan di Spagna o pasta biscotto, crema pasticcera e cioccolato fondente. Una vera delizia da gustare nelle pasticcerie locali.
Sebbene non siano piatti tipici delle Cinque terre, è impossibile venire qui e non assaggiare un pezzo di fügassa, la focaccia soffice e leggermente croccante, condita con olio d'oliva e sale grosso. Stessa cosa vale per la farinata di ceci, conosciuta anche come fainà, è una torta salata sottile a base di farina di ceci, acqua, olio e sale, cotta in forno a legna. Infine, gli sgabei, tipici della Lunigiana ma amatissimi anche qui: strisce di pasta di pane lievitata, fritte e salate.
Camminando lungo i terrazzamenti che sfiorano il mare, ci si accorge di quanto la viticoltura qui sia una vera sfida. Le vigne delle Cinque Terre si arrampicano su pendii scoscesi, sorretti da muretti a secco costruiti a mano. Coltivarle è un lavoro duro, ma i frutti che ne derivano sono straordinari. Due vini, in particolare, raccontano tutta l’anima di questo territorio.
Il primo è il Cinque Terre Doc, un bianco secco, fresco e profumato: è fatto con le uve bosco (prevalente), albarola e vermentino. È il vino più diffuso della zona, perfetto per accompagnare i piatti locali: acciughe, focaccia, torte salate o un semplice aperitivo con vista. Ha un gusto leggermente salino, che parla di mare e vento.
Il secondo, più raro e prezioso, è lo Sciacchetrà: anche in questo caso i vitigni sono bosco (minimo 60%), albarola e vermentino. Si tratta di un vino passito, dolce e intenso, prodotto con uve lasciate appassire al sole per settimane. È un piccolo capolavoro, da gustare lentamente, magari a fine pasto con un dolce o un pezzo di formaggio stagionato. Alcuni lo chiamano “vino da meditazione”, e non a caso: ogni sorso sembra racchiudere la storia e la fatica di questa terra.