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4 Settembre 2020 11:00

Cosa mangiare a Ischia: cinque piatti tipici della cucina ischitana

Non solo coniglio e bucatini. Nell’isola più grande del golfo di Napoli, Ischia, tra parchi termali, giardini, spiagge e passeggiate nei boschi è possibile assaporare diversi tipi di cucina: da quella di mare, a quella di terra. L’offerta gastronomica presente sull’isola verde è davvero ricca e variegata, e anche i vini locali occupano un posto d’onore nei menu dei numerosi ristoranti presenti. Ma ci sono dei piatti che più di alcuni rappresentano al meglio la cucina ischitana. Oggi ve ne segnaliamo cinque da non perdere.

A cura di Roberta Gatta
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Annoverare le bellezze dell’isola verde, la più grande del golfo di Napoli, non è un’impresa semplice: parliamo di Ischia, una terra sulla quale la natura ha dato il meglio di sé, con risultati considerevoli. Parchi termali, giardini botanici, spiagge meravigliose, sorgenti naturali, boschi, panorami da cui ammirare tramonti mozzafiato, sono solo alcuni dei motivi per i quali l’antica Pithecusa incanta ogni anno migliaia di turisti, che vengono qui in estate a trascorrere le proprie vacanze. Ma le bellezze della natura non sono l’unico punto di attrazione a Ischia. Anche la cucina dell’isola vanta una lunga tradizione. ″A Ischia si mangia, si beve e si fischia″, recita un detto popolare. Ed è proprio così.

Per la sua morfologia, Ischia offre diversi tipi di cucina. Nelle zone interne e montuose è possibile provare piatti prevalentemente a base di selvaggina e cacciagione; avvicinandosi alla costa, impazza la cucina a base di prodotti ittici e frutti di mare. Ma se avete ancora qualche dubbio su cosa mangiare a Ischia, seguite i nostri consigli.

1. Il coniglio all'ischitana

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A Ischia mangiare il coniglio è quasi una religione e la cosa sorprendente è che in ognuno dei sei comuni dell’isola, (sì Ischia è suddivisa in ben sei comuni), lo si cucina in maniera diversa. La ricetta del coniglio all’ischitana si tramanda da generazioni e non c’è famiglia che non abbia la convinzione di detenere quell’ingrediente segreto, che rende la sua ricetta la migliore in assoluto. In realtà la tradizione dell’allevamento dei conigli, in particolare quelli da fossa o selvatici, è molto radicata e antica. Già in epoca romana, i graziosi leporidi popolavano l’isola d'Ischia, scavando delle tane naturali nelle quali facevano il loro nido, per sfuggire all’ira funesta dei contadini.

Nel tempo il coniglio è diventato il simbolo gastronomico dell’isola, anche grazie alla sua capacità di riprodursi velocemente. Oggi, a Ischia, si contano circa un migliaio di fosse e questa tradizione è stata messa a tutela da Slow Food grazie al lavoro di alcuni allevatori, che si sono riuniti in nell’associazione Green Ground. Il Presidio del coniglio da fossa di Ischia è nato dalla volontà questo gruppo di allevatori, di ricostruire la filiera locale del coniglio allevato tradizionalmente: hanno avviato un lavoro di recupero delle vecchie fosse abbandonate, disseminate sull’isola e la sperimentazione di un regime alimentare adatto a questo tipo di allevamento. Questo metodo di allevamento, infatti, avviene in fosse scavate nel terreno dagli stessi conigli, profonde anche tre o quattro metri, motivo per il quale i conigli hanno carni più sode e saporite, rispetto agli animali cresciuti in gabbia.

La ricetta del coniglio all’ischitana è molto semplice e la sua buona riuscita dipende senza dubbio dalla qualità degli ingredienti. Erbe aromatiche come piperna – una pianta locale – maggiorana e timo, coltivate direttamente nell’orto di casa, pomodorini, vino locale e naturalmente il coniglio. Il procedimento è articolato in due fasi. Il coniglio tagliato a tocchi, comprensivo di testa e coda, viene messo a rosolare insieme a una testa d’aglio, nella tradizionale padella di rame. Dopo la rosolatura, viene trasferito in una pentola di terracotta, particolarmente indicata perché uniforma il calore della fiamma e mantiene l’umidità. Si aggiungono quindi vino bianco e pomodorini. A cottura ultimata, viene insaporito con le erbe aromatiche. Anche le interiora occupano il loro posto d’onore in questa preparazione, in particolare il fegato, che viene considerato uno dei pezzi più pregiati. Precedentemente pulite e messe a bagno in acqua, limone e vino, vengono aggiunte dopo la rosolatura, avvolte nel prezzemolo o nel basilico. Il sugo che si ottiene al termine della cottura viene utilizzato per condire gli immancabili bucatini.

2. La Zingara

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Era il 1977 quando due fratelli, proprietari del pub ″La Virgola″, nel suggestivo borgo di pescatori conosciuto come Ischia Ponte, ebbero la felice intuizione di creare un crostone composto da due croccanti fette di pane cafone ripiene di fior di latte, prosciutto crudo, maionese, pomodori tagliati a fette e insalata. Nacque così la Zingara, seconda per fama solo al coniglio, che ancora oggi è uno dei piatti che più di altri rappresenta la tradizione gastronomica ischitana. Il nome fece il resto e in pochissimo tempo questo crostone divenne una vera e propria istituzione locale, che attirava turisti da tutte le parti dell'isola fino a tarda notte.

La sua bontà era data dalla qualità degli ingredienti, in particolare dal pane del famoso panificio Boccia, che si trova proprio a pochi metri dal pub. La ricetta della Zingara è di una semplicità estrema e può essere replicata facilmente a casa, basta munirsi di un buon pane casereccio, ingredienti di qualità per il ripieno e naturalmente una piastra per renderla super croccante.

3. Il panino di Boccia con la mortadella

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All’ombra del Castello Aragonese, nel suggestivo borgo di Ischia Ponte, si trova il panificio Boccia, che da due generazioni produce il pane più famoso dell’isola d’Ischia. Si tratta di un impasto a lunga lievitazione, cotto nel secolare forno a legna che risulta molto morbido dentro e croccante fuori. Oltre al pane, da Boccia è possibile gustare anche numerosi prodotti da forno, come pizze, brioches e focacce.

Durante l’estate il panificio Boccia è preso all’assalto dai turisti che vengono da ogni parte dell’isola, per acquistare la tradizionale palatella ancora calda, da farcire con la mortadella, gustandola a spasso tra i vicoletti di Ischia Ponte o comodamente seduti sul pontile che porta al Castello Aragonese. Per questo motivo si dice ″Fare Boccia e Castello″.

4. La minestra salvagioia

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Meno pop di tutti gli altri piatti, ma sicuramente legata all'antica tradizione gastronomica dell'isola verde, è la minestra salvagioia. Non è possibile mangiarla ovunque, ma specialmente nelle zone interne dell'isola. Si tratta di una ricetta povera, legata alla tradizione contadina, composta da fagioli bianchi ed erbe eromatiche che crescono spontaneamente nell'orto: bietola, tarassaco, rucola ed erbe spontanee della stagione. Era consumata nei momenti di carestia e costituiva l'unico sostentamento al tempo della guerra. Un piatto legato al cuore agricolo di Ischia e alle sue materie prime eccellenti.

5. Il cornetto

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La nostra lista di piatti tipici della cucina ischitana si conclude con il cornetto ischitano. Il più celebre di tutti è quello del Bar Calise, che rappresenta un appuntamento fisso per turisti e isolani. Non parliamo di un classico cornetto: le dimensioni sono extralarge e l'impasto, composto da pasta brioche, è avvolto da una leggera sfoglia, quindi risulta molto morbido dentro e croccante fuori. Il ripieno, invece, è quello classico con crema pasticcera e amarena. É ottimo da gustare a tutte le ore del giorno, per fare colazione, merenda o come sfizioso spuntino sulla spiaggia e di notte, appena sfornato. Caldo è una vera goduria.

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Quello che i piatti non dicono
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