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23 Novembre 2022 11:40

1400 euro per le recensioni. Youtuber romano smaschera le marchette dei food influencer

Uno youtuber romano toglie il velo dal sistema di marchette legate alle recensioni del food. E spunta un tariffario dei prezzi legati ai servizi presso locali e ristoranti operati dagli influencer.

A cura di Alessandro Creta
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La Roma del food (e nello specifico del foodporn) nel caos. Sta facendo particolare scalpore negli ultimi giorni l’iniziativa di un noto youtuber locale, nome d’arte Franchino er Criminale, deciso nella sua azione a colpire e smascherare le marchette a tema cibo operate da alcuni influencer, veri o presunti. Una denuncia operata anche da La Repubblica: il quotidiano capitolino ha addirittura pubblicato un tariffario di prezzi previsto da questo controverso mercato.

Un breve riepilogo: poco meno di una settimana fa Alessandro Bologna, ex pugile oggi noto youtuber conosciuto con il nickname Franchino er criminale (oltre 200 mila iscritti al suo canale), ha deciso di avviare un nuovo format. Chiamato, per l’appunto, Marchette Criminali. Obiettivo, in estrema sintesi, è constatare se tutte le lodi di un numero sempre crescente di food influencer nei confronti dei locali recensiti fossero o meno giustificate, o frutto solamente di un servizio a pagamento degli stessi locali, evidentemente consapevoli di commercializzare prodotti mediocri. Pubblicità, di fatto, fatta passare dalle parti come normale recensione.

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Nell’occhio del ciclone, in particolare, il mondo del cosiddetto ‘foodporn', dove l’estetica del piatto (spesso strabordante, grasso, pingue) conta più dell’effettivo sapore. “Una cultura tossica – l’ha definita lo stesso youtuber in un’intervista a La Repubblica – uno schiaffo alla miseria, enormi quantità di cibo buttate lì, a caso”.

Fatto sta, Franchino (il cui intento, dichiaratamente, era avvicinarsi in modo oggettivo e non prevenuto al cibo venduto in questo locali), ha colpito nel segno, sbugiardando le opinioni e le recensioni entusiaste espresse spesso una cricca di youtuber più o meno affermati definiti food influencer, appositamente pagati per esprimere quei giudizi estasiati. Si tratta “… nella maggior parte dei casi di ragazzini pagati da agenzie che li manda in giro a fare reel per due spicci. C'è una divisione tra chi lavora bene e chi propone Food Porn schifezza” continua Alessandro Bologna sulle colonne di La Repubblica.

Marchette food: il tariffario pubblicato da Repubblica

E proprio il quotidiano ha svelato un tariffario di questo servizio operato da youtuber e food influencer, pagati appositamente per parlare con entusiasmo di cibo, come specifica Franchino, in molti casi appena mediocre. Giudizi guidati spacciati da critiche gastronomiche; alla luce dei fatti autentiche marchette. "Per un servizio standard che prevede un reel (ossia un video), un Tik Tok e una sessione di storie di Instagram un ristoratore romano deve tirare fuori 70 euro. Per un pacchetto completo che includa anche sponsorizzazioni e una collaborazione più duratura, anche 1.400 euro al mese. Così funzionano gli spot all'era del cibo social”. Ovviamente di più follower si dispone più aumentano i costi del servizio.

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Può capitare che sia direttamente l’influencer a contattare il ristorante proponendo la sua offerta. Qualora invece disponesse di un numero cospicuo di seguaci, non è raro che l’influencer stesso mandi in giro per la Capitale (si parla di Roma nello specifico) o territori limitrofi dei ragazzi, incaricati di girare per gli esercizi commerciali e stringere accordi con i proprietari per conto della ‘celebrità’ di turno. I contenuti che ne escono, poi, sono delle pubblicità occulte: da nessuna parte infatti viene specificato che si tratta di contenuti a pagamento, non compare l’hashtag #adv previsto in casi del genere nella maggior parte delle circostanze (ma aggiunto nelle ultime ore in molti contenuti di questo tipo).

“Che si cominci a dare spazio alle sponsorizzazioni di posti validi” l’appello finale di Franchino er Criminale. Niente di nuovo, comunque sia, sotto al sole. Solo pochi mesi fa un noto chef messicano aveva rispedito al mittente la richiesta di una cena gratis, in cambio di post, da parte di una influencer, mentre più di recente il brasiliano Alex Atala aveva bollato con parole forti l'intera categoria.

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Quello che i piatti non dicono
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