In Squid Game il cibo mostra rapporti tra persone, ruoli nei giochi, scelte fatte dai personaggi e momenti legati alla vita fuori e dentro la competizione.
Se sei un fan di Squid Game devi assolutamente leggere questo articolo. Tranquillo, qui non ci sarà nessuno spoiler sul finale della terza stagione rilasciata da Netflix qualche giorno fa, ma soltanto un viaggio attraverso il cibo coreano. Questa serie ha stracciato ogni record possibile, un dato che nessuno si aspettava e che testimonia quanto il soft power proveniente da Seoul e dintorni stia diventando sempre più comune nei Paesi occidentali. Tornando a noi, chi ha visto Squid Game sa bene che la serie non lascia molto spazio alla leggerezza. Se però si guarda con attenzione, il cibo gioca un ruolo tutt'altro che secondario. Anzi, è un elemento chiave che aiuta a capire lo stato emotivo dei personaggi, il contesto sociale in cui si muovono e, più a fondo, la cultura sudcoreana.
Oggi andremo a esplorare tutti i cibi presenti nella serie dalla prima alla terza stagione e, già che ci siamo, apriremo una finestra anche su altri piatti coreani iconici che, se fossimo finiti anche noi all'interno del gioco, avremo forse voluto assaggiare prima dell'ultima prova.
Facciamo un piccolo passo indietro e diamo la possibilità anche a chi non ha visto la serie (e magari vuole iniziarla) a capire il contesto in cui si cataloga Squid Game che, prima ancora del cibo, è un elemento fondamentale. Il titolo originale è Ojing-eo geim che in coreano significa "gioco del calamaro". Sostanzialmente è un gioco per bambini, praticato in Corea del Sud, dove si disegna un calamaro a terra formato da un quadrato, un triangolo e un cerchio. Ci sono due squadre e l'obiettivo degli "attaccanti"è attraversare il campo, superare la difesa e raggiungere la testa del calamaro (il punto finale). I difensori devono impedire agli attaccanti di raggiungere la testa.
È proprio in questa dinamica in cui si cataloga Squid Game dove diversi partecipanti, sommersi tra debiti e crisi economiche non indifferenti, vengono reclutati per una serie di giochi (popolari tra i bambini coreani) che si svolgono su un'isola sconosciuta. In palio c'è una vera e propria montagna di soldi (quasi 40 milioni di euro) ma poco dopo la prima sfida emerge l‘elemento dark. Nonostante siano giochi per piccini come nascondino o "un, due, tre, stella!" in realtà chi non riesce a superarli viene letteralmente ucciso dalle guardie in tuta rosa, ossia soldati con il compito di assicurare che tutto si svolga correttamente.
Andando avanti nella serie vi saranno scenografie abbastanza inquietanti e violente il cui tono viene stabilito anche attraverso il cibo che, per alcuni giochi (come quello dei biscotti dalgona), diventa elemento principale. Uno dei motivi per cui Squid Game ha colpito così tante persone è la sua crudezza nel mostrare le disparità sociali. Il cibo è uno specchio perfetto di queste disuguaglianze e qui troverai una lista di tutti i piatti sudcoreani celebri diventati famosi in Occidente anche grazie a Squid Game.
Nel primissimo episodio vediamo il protagonista Seong Gi-hun (interpretato da Lee Jung-jae) che si dirige in una tavola calda per acquistare una porzione di tteokbokki. Parliamo di un piatto famosissimo in Corea del Sud: si tratta di gnocchi di riso dalla forma cilindrica accompagnati da una salsa piccantissima (gochujang). A Seoul si possono trovare sia sulle bancarelle dello street food sia al ristorante e sono amatissimi da tutti. Nella serie assumono un altro significato: vediamo Gi-hun comprare questo piatto per sua figlia a cui è molto affezionato. L'uomo ha divorziato dalla moglie ed è sommerso non solo dai debiti ma anche dagli strozzini che gli stanno alle calcagna. Il protagonista vuole apparire come un padre premuroso e, anche se non ha soldi, cerca di garantire alla figlia un pasto decente. I tteokbokki diventano quindi una cena di ripiego ma anche un gesto d'amore di un papà che non può vedere la sua bambina ogni giorno.
Durante la seconda stagione, i partecipanti ai giochi ricevono dalle guardie rosa una porzione di gimbap come pasto durante una pausa. Anche in questo caso il cibo assume una valenza simbolica all'interno della serie. Si tratta di uno dei pochi momenti di "normalità" tra giochi mortali e distopici. Il gimbap è uno dei piatti più popolari in Corea del Sud: si tratta di rotoli di riso ripieni di vari ingredienti come pesce, carne, uova, verdure, kimchi e avvolti nell'alga nori. Il riso è condito con olio di sesamo e, a differenza dei maki giapponesi, gli ingredienti all'interno sono tutti cotti. Un elemento caratteristico di questa specialità asiatica è il daikon giallo in salamoia (danmuji – 단무지). Tradizionalmente considerato un cibo da picnic o da viaggio, il gimbap nella serie assume un significato più oscuro, poiché viene servito in un contesto di tensione e pericolo imminente.
Sebbene il nome faccia pensare a qualcosa di particolare, in realtà il goguma è un piatto a base di patate dolci, super popolari nei Paesi dell'estremo Oriente. Una pietanza che appare nella terza stagione sempre in occasione del pasto dei concorrenti. Un alimento semplice, gustoso e nutriente che viene associato a tempi difficili della cultura coreana in cui vengono rievocati sentimenti di nostalgia e resilienza. Nel contesto della serie, le patate dolci sottolineano la frugalità e la durezza delle condizioni imposte ai giocatori.
Sebbene non venga mostrato direttamente nella serie, il bibimbap è stato incluso nel libro di cucina ufficiale di Netflix ispirato a Squid Game. Un piatto molto famoso nato nella città di Jeonju e composto da riso, verdure, carne e uova. Completo e nutriente, rappresenta l'armonia e l'equilibrio e contrasta il caos e la disperazione che i personaggi vivono durante i giochi.
Il nome di questo piatto è quasi impronunciabile per noi italiani ma è tanto popolare in patria. Si tratta di noodles coreani che appaiono nella prima stagione con Gi-hun mentre li mangia sconsolato in un piccolo ristorante. In realtà vengono mostrati anche una seconda volta e a mangiarli è il poliziotto Jun-ho (interpretato Wi Ha-joon) in commissariato alla ricerca dell'isola segreta su cui vengono svolti i malefici giochi per bambini. In Corea si tratta di un comfort food ma è anche un simbolo di solitudine e insuccesso. Viene scherzosamente associato al Black Day (14 aprile) quando i single che non hanno ricevuto regali per San Valentino mangiano il jjajangmyeon per consolarsi. Si tratta di spaghetti di frumento serviti con una salsa densa di fagioli neri (chunjang), carne di maiale o manzo, e verdure. È un piatto nato dalla cucina sino-coreana, popolarissimo nei take-away e amato da ogni generazione.
Diventati protagonisti di un gioco nella prima stagione chiamato "caramello". Si tratta di un biscotto – caramella fatto di zucchero e bicarbonato, molto popolare tra i bambini coreani negli anni '70-'80 e ritornati celebri in Corea grazie alla serie. In Squid Game vengono utilizzati per una prova mortale. Ma dietro c’è un retrogusto nostalgico che molti coreani hanno riconosciuto e che, paradossalmente, noi abbiamo scoperto solo grazie a TikTok.
Concludiamo forse con il momento topico della serie in cui il cibo diventa sostanzialmente un elemento preponderante. Arrivati in fondo i tre finalisti della prima stagione (di cui non diremo il nome per non fare spoiler) vengono vestiti con un abito elegante e condotti in una sala da pranzo addobbata a festa. Prima della prova finale, ai concorrenti viene concessa "un'ultima cena" speciale a base di bistecca cotta alla perfezione con un servizio di posate in argento. La scena però è solo teatrale e mostra un'ironia crudele in cui il lusso viene offerto solo a un passo dalla morte. Si tratta di un modo per far sentire ai concorrenti cosa significhi l'agio e l'essere considerati in una classe elitaria, per un momento solo, prima dell'ultima crudeltà.